XIX Domenica del Tempo Ordinario
Parrocchia di S. Pietro della Pieve in Ponte Messa
Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Il Vangelo riporta due preghiere di Pietro pronunciate a qualche minuto l’una dall’altra. Ma fra la prima e la seconda c’è un abisso. Pietro chiede di andare a Gesù camminando sull’acqua: «Signore, se sei tu, comandami di venire a te sulle acque». Pietro qui assomiglia ai bambini che imparano a camminare: vedono mamma e papà davanti a loro che allargano le braccia, allora si lanciano nella confidenza nonostante la paura e l’esitazione iniziale. Così Pietro verso Gesù. Il suo slancio è sincero. Fa, ad un tempo, l’esperienza della fede e della fragilità. Siamo al centro del racconto. Ma è nella fragilità che formula la preghiera più bella, più vera e più necessaria: «Signore, salvami!». Con la prima preghiera – «Signore, se sei tu, comandami di venire a te sulle acque» – chiede, in fondo, una cosa spettacolare. La seconda è il semplice grido di uomo che riconosce di non bastare a se stesso: affonda! La mano di Gesù afferra quella di Pietro e ambedue salgono sulla barca che d’ora in poi navigherà su onde di quiete. A confronto col miracolo a cui il Vangelo ci ha fatto assistere domenica scorsa – il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci – questo sembra inutile, fine a se stesso. Sulle rive del lago Gesù aveva sfamato migliaia di persone, qui sulla barca, nell’oscurità, un prodigio per cose di cuore (il rapporto di un discepolo col suo maestro)… Prendiamoci il tempo per gustare interiormente questa pagina di Vangelo. Dichiaro tutta la mia ammirazione per questo miracolo “inutile”: mi accompagna nella dinamica del cammino di fede. Dalla paura alla fiducia. Dal dubbio alla fede. Dalla perplessità alla dossologia (piena confessione di fede). Rinnovo anche l’espressione della mia simpatia a Pietro, il pescatore, “uomo d’acqua e poi di roccia”. L’invito di Gesù rivolto a Pietro, alla Chiesa e a me – Vieni! Cammina dietro a me sull’acqua… – sembra una provocazione, la stessa che Gesù ha lanciato prima della moltiplicazione dei pani: «Date loro voi stessi da mangiare» (Mt 14,16). Non sapremmo e potremmo fare né l’una né l’altra cosa. Da soli è impossibile. Con lui si può!