«Tutti tuoi»
La diocesi si è incamminata verso “il 13 maggio”,
giorno della solenne consacrazione al Cuore Immacolato
Fatima è una realtà molto cara ai cristiani di oggi. È luogo di apparizioni mariane, sorgente di spiritualità, canale di un messaggio di conversione, di preghiera e di riparazione. Folle di pellegrini vi accorrono da tutto il mondo. Là gli ultimi papi hanno sostato in preghiera. Giovanni Paolo II ha donato alla Madonna la pallottola che lo colpì nell’attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro.
Quest’anno ricorre il primo centenario delle apparizioni. Anche la Chiesa di San Marino-Montefeltro si mette idealmente in cammino verso Fatima. Vuole vivere l’anniversario come atto di gratitudine per questo dono del Cielo, come occasione di risveglio della fede nel nostro popolo e come celebrazione di una nuova e solenne consacrazione alla Madonna. Il nostro territorio è trapuntato da tanti segni mariani: chiese, edicole, santuari, affreschi, dipinti, maioliche, sculture. Molti fedeli accorrono al Santuario della Madonna del Faggio alle pendici del monte Carpegna. Particolare attrattiva e importanza riveste il Santuario Nazionale del Cuore Immacolato di Maria in Valdragone (RSM). Qui, specialmente, si orienteranno le iniziative del centenario, sia per il legame che il Santuario stesso ha con Fatima, sia per la sua capacità di accoglienza amichevole e spirituale. Che cosa si intende con la parola consacrazione? Impossibile non fare riferimento al Battesimo, il sacramento che unisce per sempre a Cristo, che rende il cristiano figlio di Dio, dimora dello Spirito Santo e che infonde in chi lo riceve la grazia santificante. Ogni altra forma di consacrazione non è che una esplicitazione o un approfondimento o una valorizzazione di questa. Consacrarsi a Maria significa anzitutto affidarsi: riconoscere il rapporto filiale con lei e chiedere con fiducia aiuto e protezione. Consacrarsi a Maria vuol di-re esplicitare il desiderio dell’imitazione. Attraverso l’esemplarità di Maria, la prima discepola, si vivono marianamente le tappe del cammino di fede. Consacrarsi a Maria esprime la volontà di appartenenza a lei, un’appartenenza che si manifesta attraverso mille attenzioni, piccoli e grandi gesti affettuosi, ma soprattutto nella custodia della grazia battesimale. L’esperienza della consacrazione dice anche una volontà di permanenza e stabilità in questo rapporto che si rinnova, si rimotiva, si approfondisce. Il 13 maggio, dunque, tut-ta la nostra Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre famiglie, si consacreranno al Cuore Immacolato di Maria. In concreto, consacrarsi come diocesi alla Madonna, colei che ha dato la vita a Gesù, significa spendersi per la causa della vita e per tutto ciò che promuove la dignità della persona. Che la nostra Chiesa sia una luce, un punto di riferimento e un segno di speranza: come Maria sia vicina, sia ai piedi di ogni croce, sia accogliente come colei che alle nozze di Cana fece arrivare il vino migliore, si programmi in uscita come la Madre della Visitazione.
La parrocchia che si consacra a Maria, rivive intensamente la comunità dei primi cristiani come descritta negli Atti degli Apostoli, una comunità riunita con la presenza di Maria. La parrocchia è chiamata ad essere sempre più una “base missionaria”, un Cenacolo che si spalanca tra le case, un cuore che richiama al suo centro tutte le energie perché siano sempre fresche, rinnovate dallo Spirito e nuovamente in circolo. La famiglia che si consacra alla Vergine ritorna, in certo modo, a Nazaret e fa della Santa Famiglia il proprio modello. Guardando il bambino Gesù che «cresce in età, sapienza e grazia» rinnova il suo impegno educativo. Nella prospettiva di un’ampia educazione all’amore è importante annunciare, la dimensione vocazionale della vita: vivere è rispondere!
Questo annuncio corrisponde alla grandezza degli ideali che possono sbocciare nel cuore dei giovani, fino al dono totale di sé (+ Andrea Turazzi).