Solennità del Corpus Domini a San Marino
C’è un popolo che esce festante per le vie della città. Porta con solennità un Pane. Per la fede in Colui che in quel pane è presente canta la sua gioia al “Dio con noi”, come Davide davanti all’Arca dice: “Davanti a Jahvè io danzo”!
Ma qualcuno potrebbe paragonare la processione al cammino delle tribù di Israele attorno alle mura di Gerico: fu per conquistare quella città.
In verità, questo popolo che esce con il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è mosso da una sincera e profonda “cortesia”: vuole col suo passaggio benedire la città, le sue istituzioni, le sue attività. Portare il Corpo di Cristo tra le case è un “dire bene” della vita, della famiglia, del lavoro, della scuola, della relazione, ecc.
Non è di questo popolo la strategia della fuga dalla città e tanto meno la strategia dell’aggressione. Semmai, la sua strategia è quella della presenza per collaborare, costruire, migliorare, ricominciare, se è necessario.
È festa della Visitazione: Dio visita il suo popolo.
Sì, percorriamo la città per aiutarci a cogliere tutta la dimensione pubblica e sociale della nostra fede e per aiutarci a stabilire rapporti tra la nostra fede ed i problemi dei fratelli e del mondo. Ciò esige per noi di rivedere il nostro rapporto col mondo, rapporto che oggi non può che essere un rapporto missionario: di una missionarietà soave e forte insieme, soave nella bontà del dialogo, rispettosa e amante delle persone; forte nella consapevolezza dell’identità del dono a noi fatto e della coerenza necessaria per custodirlo, difenderlo e diffonderlo.
Dio ci benedica.