Quinta Domenica di Pasqua Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

17 maggio 2014

Chiesa di Murata
GMG diocesana

At 6, 1-7
Sal 32
1 Pt 2, 4-9
Gv 14, 1-12

«Dove sono io, siate anche voi» (cfr. Gv 14, 3).

«Signore, mostrami il tuo volto». Cari ragazzi, a chi non è venuto in mente di rivolgere questa domanda? Ogni giovane, credente e non, cerca quel volto e lo pensa come luogo della sua salvezza: «Illustra faciem tuam, et salvi erimus»! (Sal 80). Quel volto darebbe senso alla vita, slancio ai percorsi, forza ai progetti più arditi. Filippo, l’apostolo, ha lasciato tutto per seguire Gesù, il Gesù che ora sembra incamminato verso una grande sconfitta…per questo chiede: «Signore, mostraci il Padre e ci basta» (cfr. Gv 14,8).
La domanda di Filippo ricorda quella di Mosè. Anche Mosè ha intrapreso un cammino rischioso e discusso dai suoi stessi compagni di viaggio. A Mosè Dio dice: «Tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo. Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere» (cfr. Es 33, 20-33). Invece a Filippo viene data una risposta. Gesù dice che è giunto il momento in cui il volto di Dio può essere visto: «Guarda me! Chi vede me, vede il Padre». Il volto di Gesù di Nazaret, volto del figlio del falegname, del figlio di Maria, è volto di Dio. Per vedere Dio non c’è altra strada che seguire Gesù, il Cristo. Ma è soprattutto ai piedi della croce che i discepoli contempleranno il loro Signore: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (cfr. Zac 12,10).
«Perché – si chiedeva un grande maestro spirituale (San Giovanni della Croce) – un tempo Dio si manifestava con visioni e sogni ed ora non più?». Rispondeva così: «In Gesù crocifisso e risorto Dio ha detto tutto. Non c’è altro da aggiungere». Inchiodato sulla croce Gesù ha mostrato tutto l’amore di Dio. Gesù crocifisso e risorto è la via per andare a Dio.
E’ inutile sprecare energie pensando di farcela da soli. Il Padre ci viene incontro, viene fino a noi, donandoci il suo Figlio. Ci sono momenti di prova. Mi rivolgo specialmente a chi, in questo momento, è in un periodo di crisi, di difficoltà, di ricerca. Mi rivolgo a chi si trova ad una svolta importante, a chi soffre di nostalgia e ha bisogno di quel “volto” per avanzare.
Gesù dice: «Dove sono io, siate anche voi». E’ come se dicesse: mettiti con me! Io non ti tolgo nulla, ti do tutto… non aver paura.
Dove sei Signore? Dove ti nascondi? Gesù risponde: «A chi mi ama, mi manifesterò». Come amarti se non ti vedo? Sentite:
«Avevo fame e mi hai dato da mangiare; avevo sete e mi hai dato da bere; ero forestiero e mi hai accolto, ero ammalato e mi hai curato…» (cfr. Mt 25,35). Ecco dove sei Signore, ecco dov’è la tua carne.

C’è una beatitudine che sintetizza e riassume le altre nove: «Beato, se metterai in pratica…» (cfr. Gv 13, 17), cioè se amerai concretamente – passi l’espressione – se amerai “con i muscoli”! Con i muscoli dell’anima: è la progressione interiore; con i muscoli del corpo: nel servizio; con i muscoli della mente: l’esercizio della dimenticanza di sé (mettere l’altro davanti a sé). Cari ragazzi, Francesco d’Assisi, pregava così: «Maestro, fa’ ch’io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare; di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare».
«A chi mi ama, mi manifesterò». Permettete una metafora un po’ sbarazzina: «Pedala! La dinamo farà luce». Più ami, più vedrai!
Vale anche per chi fa fatica a credere, per chi è in ricerca… come l’apostolo Tommaso.
Riprendiamo la domanda: «Dove sei Signore?»…
Oggi c’è la tendenza ad esibire tutto, c’è la pretesa di una trasparenza totale in politica, nella finanza, perfino nella famiglia, nella coppia. La riservatezza viene giudicata con sospetto. Nell’era di Facebook e dei social network il confine tra vita privata e vita pubblica è diventato esile, perfino inesistente… La prepotenza delle immagini e dei suoni fanno dell’anima un mercato!
C’è posto per un piccolo angolo di giardino segreto dove poter prendersi cura dell’anima? Il giardino segreto è la sede dei pensieri più intimi, dei desideri profondi, dei sogni più coraggiosi. E’ qualcosa di vitale! La custodia di questo giardino è indispensabile per la nostra vita. E’ una sorgente viva che domanda d’essere alimentata. I sentimenti, la natura, le letture, la contemplazione, nutrono e vivificano l’interiorità. Anche le prove… configurano i confini di questo spazio interiore, condizione di un dialogo profondo con Dio nella preghiera. Non è intimismo, ma la responsabilità per la nostra vita interiore. La gioia che si espande da questo giardino è, per gli altri, il segno che è accaduto un incontro. Cari ragazzi, vi faccio due proposte: sceglietevi una guida spirituale che vi ascolti, vi aiuti a mettere in ordine i pensieri, vi incoraggi nel cammino di fede. L’altra proposta è la seguente: dedicate ogni giorno dieci minuti alla lettura del Vangelo. Lasciate inzuppare la vostra giornata dalle parole di Gesù.
Nelle prime pagine della Bibbia, si legge che Dio, sul far della sera, scende nel giardino a cercare Adamo ed Eva ed è lui che fa la domanda all’uomo: «Dove sei?». Il fruscio delle pagine sfogliate è il rumore dei passi di Dio nel nostro giardino segreto.
«Dove sei tu, Signore, ci sono anch’io».