“Alle prime luci dell’alba”
Il Vescovo Andrea si stupì molto il giorno in cui ricevette una telefonata da parte della Casa Editrice “Effatà”, fortemente radicata nel territorio piemontese, ma in relazione con tutta l’Italia e con il mondo. «Come hanno fatto a scovarmi nella piccola e remota Diocesi di San Marino-Montefeltro?». Superato lo stupore iniziale, il progetto di una pubblicazione di carattere spirituale – la Collana è intitolata: “Il respiro dell’anima” – ha cominciato a prendere forma. Ogni anno mons. Andrea è solito preparare, in prossimità della Pasqua, una lettera indirizzata ai fedeli di San Marino-Montefeltro. Il termine “lettera” non rende ragione delle dimensioni, ma sta ad indicare il genere letterario: non un trattato teologico, non un programma pastorale, ma uno scritto confidenziale e famigliare. I destinatari sono le famiglie di San Marino e del Montefeltro, pertanto raggiunge tante persone, anche di convinzioni diverse.
Il libro che uscirà contiene quattro di queste “lettere”, una sorta di antologia che accompagna il lettore ad un “ritorno alle origini” della propria fede. “Alle prime luci dell’alba” è avvenuto quello che il Vescovo chiama il “Big Bang” della fede cristiana: non avremo di che parlare se non fossimo mai andati al sepolcro il mattino di Pasqua! Tuttavia, spesso capita di non pensarci, travolti dalla velocità delle occupazioni quotidiane o trascinati senza tanta convinzione in abitudini consolidate ma non abbracciate.
Una qualità di mons. Andrea è quella di saper instaurare subito un rapporto “a tu per tu” con il lettore, come esprime – senza tante parole – il suo motto episcopale: «Cor ad cor loquitur (il cuore parla al cuore)». Le parole che scorrono senza sforzo sulle pagine riescono ad entrare fin nelle pieghe nascoste del cuore e fanno riaffiorare la nostalgia di un rapporto, a volte dimenticato, a volte trascurato, sempre da approfondire, con il Dio di Gesù Cristo. «In Gesù che percorre le contrade di Galilea – scrive – Dio si è messo in cammino alla ricerca dell’uomo. Non si isola nel deserto come il Battista. No, il Dio di Gesù va in mezzo alla gente, nei luoghi in cui abita l’uomo, sulle strade di tutte le Galilee del mondo». E aggiunge: «Così, l’uomo qualsiasi, indaffarato nelle sue occupazioni quotidiane, lo può incontrare, inatteso. E quel giorno tutto cambierà per lui».
Ogni “lettera” che il Vescovo scrive alla sua gente costituisce una parte del libro e si può leggere anche a prescindere dal resto del testo: ha una sua completezza in se stessa. Il filo che le collega tutte è la freschezza di un incontro con il Signore Risorto che si manifesta rispettivamente nel Battesimo, nella preghiera, nella Riconciliazione e in Maria di Nazaret.
Qualcuno potrà chiedersi: “Non ci sono cose più urgenti da trattare?”. Stiamo vivendo, a livello mondiale, un periodo di incertezze, sofferenze, confusione e, talvolta, disperazione. In queste pagine si respira la pace di chi sa di essere amato, al di là dei propri limiti e delle proprie fragilità, di chi sa di appartenere a Qualcuno che l’ha pensato ancora prima di nascere. Non abbiamo tutti bisogno di sentircelo dire? «La dichiarazione non aggiunge nulla all’amore, ma è necessaria», spiega il Vescovo Andrea. «Non accade così anche nei rapporti d’amore? Quando l’amore è trattenuto, è sterile. La dichiarazione d’amore porta con sé qualcosa di affascinante, che fa trasalire chi la riceve: “Tu sei speciale per me”. La dichiarazione suscita reciprocità». Solo chi è amato sboccia. «Il cuore di colui che ha incontrato Gesù fa l’esperienza della vicinanza di Dio e in lui esplode la gioia».
Il libro è adatto per la meditazione personale, magari “alle prime luci dell’alba”, ma anche come traccia per una riflessione comune. Ogni capitolo inizia con il racconto di una esperienza che coinvolge, interpella, incoraggia, e termina con schede per l’approfondimento e domande per la condivisione, in famiglia o in parrocchia, diventando quasi un quaderno da portare con sé, su cui appuntare le proprie riflessioni e ispirazioni. Si può centellinare, una pagina al giorno, oppure leggere tutto d’un fiato. Non trasmette mai il senso della fatica, perché i periodi sono semplici e con poche subordinate, a volte quasi paratattici per trasmettere maggiore enfasi; le metafore, sempre azzeccate, aiutano a visualizzare quello che lo scrittore ha in cuore.
«Il destino più fortunato che può avere un libro – scrive mons. Turazzi nell’introduzione – è quello di diventare amico del suo lettore». Questo libro ha l’ambizione di diventarlo presto. Buona lettura!