A Perticara l’uomo ha rincorso lo zolfo per almeno 500 anni, spingendosi con enorme fatica lungo i filoni del minerale e scavando nella roccia chilometri e chilometri di gallerie fino a 740 metri di profondità. Gli storici ipotizzano che fossero i Romani ad estrarre per primi lo zolfo in questa zona, ma è nel 1917 che la Società Montecatini acquisisce il permesso di ricerca mineraria e scopre il filone principale dello zolfo nel sotterraneo di Perticara, avviando la più grossa industria della zona. 1600 uomini direttamente dipendenti dalla Montecatini hanno costruito un’immensa città sotterranea: quasi 100 chilometri di galleria su 9 livelli di coltivazione. Il ritmo produttivo dell’estrazione mineraria ha scandito la vita di migliaia di uomini e donne, la fatica e l’incertezza della sopravvivenza lasciavano il posto, in superficie, ad un carattere allegro e festaiolo. Le Bande musicali, la filarmonica, i teatri, il cinematografo, la Società del Carnevale, hanno allietato le ore del riposo di una comunità di 5mila residenti fino alla drammatica chiusura della miniera, avvenuta nel 1964 a causa delle inclementi leggi di mercato. Dopo la fine dell’attività industriale con tenacia ed entusiasmo da subito è emersa la volontà di lasciare il ricordo dell’attività estrattiva con le raccolte custodite nel Museo Storico Minerario di Perticara. Il Museo inaugurato nel gennaio del 1970, nel corso degli anni dopo la comprensibile spinta emotiva, è cresciuto su basi più scientifiche fino a divenire un punto di riferimento sui temi di archeologia industriale a livello nazionale. Il percorso museale si articola attraverso una serie di sezioni che introducono e compendiano quella principale relativa all’estrazione e lavorazione dello zolfo. Il percorso in galleria, le attrezzature minerarie, gli strumenti quotidiani del lavoro e l’assortito patrimonio di documenti, disegni, fotografie e filmati d’epoca, consentono di soddisfare i più diversificati interessi di studio e di approfondimento disciplinare. Si sottolinea inoltre la pregevole collezione di minerali che, assieme a quella dei fossili, esprimono un significativo valore didattico. Attualmente è ultimato il restauro del complesso di edifici del cantiere Sulfureo Certino, destinati a definitiva sede del Museo. Sezioni espositive: archeologica, mineralogica, petrografica, geologica, mineraria, cartografica, cine-fotografica, mediateca, archivio, strumentaria, scientifica, centro studi.
Sede museale:
Cantiere Solfureo Certino
Via Montecchio, 20
Tel e fax 0541 927576
sito: www.sulphur.it
e-mail: info@sulphur.it