Omelia XII domenica del Tempo Ordinario
Montefiorentino, 24 giugno 2017
Incontro conclusivo gruppo “giovani sposi” Carpegna
Mt 10,26-33
(da registrazione)
1. Una premessa: questa domenica e la prossima ci troviamo nella parte finale del capitolo 10 del Vangelo di Matteo. Esso contiene tutti i detti che Gesù ha indirizzato agli apostoli in quanto suoi messaggeri. È il discorso missionario di Gesù che, in primis, riguarda i sacerdoti.
2. «Non temete». Nella sintassi greca si tratta di un imperativo aoristo, tempo che non esiste nella lingua italiana. Gesù lo usa ben tre volte. «Non temete» si dovrebbe tradurre: «Mi raccomando, che non incominciaste ad avere paura!».
L’imperativo aoristo è rafforzativo – si può tradurre con «mi raccomando» – ma implica anche un continuarsi nel tempo. Questa raccomandazione che Gesù fa ai suoi messaggeri che manda nel mondo è in previsione delle difficoltà che incontreranno. Egli sa che li attenderà la persecuzione.
Poi, Gesù dice: «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati». Dio si prende cura dei suoi messaggeri e di ciascuno di noi in virtù, per esempio, del sacramento del Matrimonio. Quando ci si sposa si riceve una missione: si viene invitati ad essere fondatori di una piccola Chiesa. Dovremmo studiare più profondamente i documenti della Chiesa sul Matrimonio. L’Esortazione Apostolica post-sinodale di Papa Francesco, Amoris Laetitia, e il dibattito nato intorno ad essa, sono un grande dono, perché ci hanno permesso di scoprire la bellezza del Matrimonio ed aspetti del sacramento che prima non venivano considerati.
Dunque, Gesù invita anche gli sposi a non avere paura, a non temere le difficoltà che verranno.
3. «Due passeri non si vendono forse per un soldo?». «Per un soldo» letteralmente sarebbe «per un asse», la moneta più piccola che c’era al tempo di Gesù. «Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro». La traduzione qui non è perfetta. Infatti, potremmo dire “come mai, se i capelli del nostro capo sono tutti contati, se un passerotto che nidifica sotto il tetto davanti a Dio è prezioso, se la nostra vita e la nostra persona sono preziose davanti a Dio, cadono bambini che hanno appena iniziato a spiccare il volo, accade ancora la guerra, etc.?
Siamo un po’ condizionati dal proverbio che dice: «Non cade foglia che Dio non voglia». Invece, la traduzione corretta delle parole di Gesù è: «Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il Padre». Il Padre c’è sempre. Questo Vangelo è scritto proprio per me che ho paura, per me che ho tante zone della vita che sono sotto la paura, perché io mi renda conto che tutta la mia vita è protetta. Non ci sono fasi della vita che non siano protette, perché il Signore decide di farmi da nido con la sua mano e tutto quello che mi capita non è senza di lui. C’è lui! Perché non interviene? La storia, la natura, hanno il loro corso, la nostra vita comincia e si spegne, ma c’è lui. Siamo qui stasera perché Gesù vuol dirci questa cosa: «Non avere paura! Guai a te se hai paura! Allora non credi che Dio è nostro padre? Ricorda, lui ti fa da nido. Se tu patisci lui patisce con te, se tu soffri lui soffre con te». Gesù lo dice tre volte e lo dice con l’imperativo aoristo. Grazie Signore!
Infine Gesù aggiunge: «Se proprio vuoi avere paura, abbi paura solo di chi ti manda in rovina il cuore».