Omelia III Domenica del Tempo Ordinario

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

25 gennaio 2015, Monastero Agostiniane di Pennabilli

 

Gesù si recò nella Galilea predicando il “buona notizia” di Dio.

Gesù è presentato come araldo di una notizia straordinaria, di importanza decisiva e portatrice di una gioia smisurata (notizia su Dio o da parte di Dio?). Sta per accadere qualcosa di paragonabile alla creazione: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Dio sta portando a maturazione la storia (iniziata con la creazione) conducendola al suo momento decisivo. Quando accadrà?, si domandavano gli antichi. Se lo chiedevano i contemporanei di Gesù (cfr Lc 21,28) e ce lo chiediamo anche noi: Fra quanto tempo, fra quanti anni? L’evangelista sembra rispondere: Uno, nessuno, centomila! La manifestazione della Signoria di Dio (il Regno) non è una realtà remota né sganciata dal presente. Chi incontra Gesù si pone già da ora sotto il segno di quella sovranità. Ogni momento è buono per la decisione. La lancetta della bussola che ti guida nel cammino della vita è arrivata al suo zenit. Sei di fronte a Gesù, decidi! Da questo annuncio nasce l’imperativo: Convertitevi e credete al Vangelo. L’appello alla conversione qui non è da intendersi in senso morale (non è un invito a troncare una condotta malvagia). Si tratta di un cambiamento di rotta: concentrarsi su Gesù. Convertitevi, cioè, credete a questa buona notizia. E’ in questo clima di gioioso incontro con Gesù che va collocata la storia di vocazione dei primi apostoli. Quella mattina sul lago, dentro il loro quotidiano che aveva l’odore del pesce, fa irruzione Gesù. Gesù guarda Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni e dice a ciascuno: Seguimi! E loro vanno. D’un colpo tutto diventa relativo e secondario. Il testo evangelico non dice perché seguono Gesù. La ragione è nel pronome personale: segui me. Non hanno fatto ragionamenti. Semplicemente hanno trovato Gesù affidabile, ed hanno fatto l’affare! Adesso tocca a te.