Omelia per la solennità di San Leo
Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Cattedrale di San Leo, 1 agosto 2015
Prima caratteristica di San Leo, messa in luce dalla liturgia, è la provenienza lontana: Leo è un esule, un migrante a causa del Vangelo. Il Signore l’ha fatto uscire dalla sua patria (Arbe in Dalmazia, l’attuale Croazia) e dalla casa di suo padre. Il Vescovo di Rimini, Gaudenzio, lo invia sui monti dell’entroterra per portarvi l’annuncio di Gesù Risorto. Non facciamo fatica a vedere nella sua vicenda l’avventura spirituale di Abramo: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria, e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, diventerai una benedizione». Allora Abramo partì come gli aveva ordinato il Signore (Gn 12,1-4).
Noi, raggiunti dalla sua predicazione, siamo innestati nel popolo della benedizione che ha ricevuto da messaggeri del Vangelo la raccomandazione dell’affabilità verso tutti, della letizia che proviene dalla confidenza nel Signore, della preghiera di supplica e di ringraziamento, della ricerca di ciò che è vero, nobile, puro, amabile, onorato (cfr. Fil 4,4-9).
Chiediamo a San Leo di ottenerci tanti ministri, annunciatori miti e forti del Vangelo. Annuncio solennemente da questa Cattedrale l’ordinazione presbiterale di un nostro seminarista, il diacono don Pier Luigi Bondioni. Sarà ordinato sabato 3 ottobre alle ore 16 a Pennabilli.
A voi chiedo di pregare per lui e di fargli già posto nel vostro cuore (cfr. 2Cor 7,2). A lui ribadisco: qui non si ricercano posti in vista, carriera e, men che meno, sistemazione e ricchezza. Sarà un apostolato spesso itinerante, data la situazione. Caro don Pier Luigi, proponiti una vita apostolica, semplice, tra la gente, con preferenza per gli ammalati, per i ragazzi e per i giovani. Contribuisci a fare del presbiterio una sola famiglia col vescovo e a sentire gli altri preti non come colleghi ma come fratelli.
Il Vangelo di oggi tratteggia la figura del saggio architetto che costruisce la casa sulla roccia. Chi ha scelto questa pagina evangelica ha pensato certamente alla collocazione ardita di questa Cattedrale sulla pietra e all’opera di San Leo che fonda la comunità sulla solida roccia dell’amore di Dio.
Attualizzando, vorrei sottolineare l’urgenza di costruire la famiglia sulle solide basi degli insegnamenti del Signore, così corrispondenti, del resto, al sentire di una serena ragionevolezza. Vento e tempesta non sono risparmiate a nessuna casa, a nessuna famiglia. Fa la differenza su che cosa è fondata. È l’esperienza stessa di famiglia che va rilanciata. È il grande dono sacramentale del “principio” che va annunciato in tutta la sua bellezza: «Da principio il creatore li fece maschio e femmina e disse: per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne» (Mt 19, 4-5). Questo è il compito del prossimo Sinodo dei vescovi. Anche dalla nostra diocesi è stata significata la volontà di partecipazione. Sul mensile diocesano Montefeltro abbiamo lanciato lo slogan: “entriamo anche noi in sinodo”. Con il nostro interessamento, con il nostro contributo scritto, con la preghiera, siamo effettivamente presenti. Annuncio un’iniziativa: un segnale forte. Nel mese di ottobre chiedo ad ogni famiglia di pregare ogni giorno il Rosario o parte di esso. Il parroco individuerà un drappello di messaggeri che consegneranno ad ogni famiglia, con un breve saluto, il dono della corona del Rosario. Tutti in preghiera per la famiglia.
E tu, San Leo, prega per noi.