Omelia nella XXII domenica del Tempo Ordinario

Sanzeno (VR), Casa delle Suore Orsoline, 28 agosto 2022

Sir 3,17-20.28-29
Sal 67
Eb 12,18-19.22-24
Lc 14,1.7-14

1.
Sono venuto per il compleanno di suor Zaira e per l’invito della Madre Superiora, ma nel profondo del cuore desideravo da tempo questo incontro (era stato organizzato prima del Covid), perché sono un vostro “figlio” (le Suore orsoline vengono solitamente chiamate “madre”, mentre nelle altre famiglie religiose, la Madre è soltanto la Superiora). Mi sento “figlio”, perché ho fatto presso la Casa delle Suore orsoline la scuola d’infanzia e il cammino con l’Azione Cattolica. Il luogo e la vita della pastorale erano per me la Casa delle Suore orsoline. Poi sono entrato in Seminario. Divenuto sacerdote, mi è stato chiesto di curare la pastorale dei ragazzi e la pastorale vocazionale. Abbiamo creato un vasto movimento proprio al Sant’Orsola (Casa delle Suore orsoline a Ferrara). L’arcidiocesi di Ferrara a quel tempo era costellata di residenze delle suore (ben 24!). Negli incarichi di quegli anni – Azione Cattolica, pastorale vocazionale e Ufficio Catechistico – non avrei potuto fare nulla senza la loro collaborazione. Pertanto, questa visita non è altro che una “restituzione”. Sono qui per dare lode al Signore per la vostra presenza nella Chiesa e nella mia vita.
A qualcuna di voi, a volte, viene da chiedersi: che frutti ho portato? Tanti sacerdoti, tante vocazioni, tanta gioventù. Grazie!
Ringrazio anche per il bene che le suore hanno voluto alla mia famiglia (mia sorella ha frequentato le Scuole Medie e l’Istituto Magistrale presso le Suore orsoline a Verona).

2.
Ieri ho celebrato la Messa alla Casa Madre delle Suore Maestre Pie dell’Addolorata di Rimini. Provenivo da un funerale tragico. In un incidente stradale hanno perso la vita un ragazzo di diciotto anni e una ragazza di sedici. Anch’io ero turbato. Poi era una giornata in cui non mi sentivo “in forma”… Pensavo: il Signore sarà contento di me? Era un problema che si poneva anche santa Teresa di Lisieux, che ebbe anche un sogno su questo argomento. È trascorsa metà della celebrazione con questi pensieri tristi. Poi, mi ha colpito la frase del Vangelo in cui Gesù dice: «Amico, vieni avanti!» (cfr. Lc 14,10). Mi è sembrato che Gesù lo dicesse a me, inquieto per quella disgrazia e turbato dal mio poco amore. Che cos’è, in fondo, la Messa, se non questo invito a venire alla tavola di Gesù: «Amico, vieni avanti!»?
Se ci fosse qualche suora che si chiede: «Signore, tu sei contento di me?», o che ha un momento di dubbio (le suore hanno una vita spirituale molto intensa e vivono anche momenti di “notte oscura”), le parole del Vangelo: «Amica, anzi mia sposa, vieni avanti… al primo posto!» sono un incoraggiamento di Gesù: Gesù vi vuole al primo posto!

Rivolgo ancora una parola di ringraziamento anche alla vostra Madre Superiora e alle Suore che si prendono cura di voi. Potrebbero pensare di essere più utili in qualche missione nel mondo, sentendosi all’ultimo posto qui a Sanzeno. In realtà, qui incontrano Gesù, perché Gesù è con i piccoli, con quelli che hanno problemi di salute, con chi ha dispiaceri. Qui, come dice papa Francesco, si tocca la carne di Gesù.
Vi metto nella preghiera quotidiana del Santo Rosario. Sia lodato Gesù Cristo.