Omelia nella Veglia di preghiera “I venerdì in Santa Casa”
Loreto (AN), Santuario della Santa Casa, 30 luglio 2021
Pellegrinaggio diocesano USTAL-UNITALSI
Mc 16,1-20
Perché questa pagina di Vangelo oggi che non è il giorno di Pasqua nè dell’Ascensione?
Questo Vangelo è di grande aiuto per il cristiano evangelizzatore, il cristiano missionario. Di per sé il Vangelo di Marco termina in modo piuttosto brusco al versetto 8: «Le donne, dopo aver visto il sepolcro vuoto, uscite fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di timore e di spavento e non dissero niente a nessuno perché avevano paura». Un finale sorprendente. In realtà, chi legge questo Vangelo conferma che poi le donne hanno parlato e la storia è andata avanti. Questa finale, però, crea un effetto sconcertante. Non ci aspetteremmo che il Vangelo finisse così. Obbliga il lettore a ricominciare a leggere il Vangelo secondo l’invito dell’angelo che esorta a tornare in Galilea, come a dire: «Ricominciate il cammino: incontrerete Gesù e – scoprirete – che tutti gli incontri hanno le stesse caratteristiche degli incontri con il Risorto».
Tuttavia, probabilmente agli inizi del II secolo, si è sentito il bisogno di aggiungere un’altra conclusione al Vangelo di Marco, una conclusione che mette un po’ meno in crisi. Infatti, il testo riassume, per così dire, gli episodi pasquali: l’apparizione a Maria di Magdala, ai due di Emmaus, agli Undici… Però il riferimento si conclude sempre con una parola piuttosto dura: «Non credettero». Anche in quest’ultima apparizione, quella in mezzo ai discepoli mentre stavano a mensa, Gesù li deve rimproverare per la loro incredulità e durezza di cuore. Poi, insieme al rimprovero, Gesù dice letteralmente: «Andando in tutto il mondo predicate il Vangelo ad ogni creatura». Come è possibile se non credono? Noi avremmo detto: «Se sei in difficoltà, fermati, rifletti, prega, fai un ritiro, confrontati col tuo padre spirituale…». Invece, Gesù sta dicendo che persino il dubbio può essere motore per il tuo annuncio missionario. Se una parte di te è in difficoltà con la fede e stai lottando, può essere che il tuo annuncio sia più vero. Se tu fossi già a posto e non avessi alcun combattimento dentro di te probabilmente faresti più fatica a metterti nei panni di chi ti ascolta. Non riusciresti ad essere vicino a chi cerca il senso della vita. Dubiti? Allora vai ad annunciare, perché annunciando incontrerai il Signore, che si farà presente nel tuo annuncio. Gli studiosi di Marco dicono che questa ultima parte del suo Vangelo è, per così dire, una sorta di piccolo manuale per il missionario, perché è una sintesi con alcune apparizioni, con la registrazione dei dubbi con relativa risposta, ecc. È bello conoscere la storia di questi versetti, che probabilmente i primi cristiani portavano con sé per essere incoraggiati ad annunciare il Vangelo, quando dovevano riferire quanto era successo a Pietro, agli apostoli, alle donne.
Permettete un’ultima brevissima considerazione. Ho sottolineato che, alla lettera, Gesù dice: «Andando in tutto il mondo annunciate tutte queste cose…». Gesù non dice soltanto di raggiungere tutti, di andare in tutti gli angoli della terra. La prima parola è un verbo nella forma di gerundio: «Andando», cioè «mentre andate», ad indicare movimento, partecipazione, relazione. Andando, cioè vivendo, dite il Vangelo con la vostra vita. Anzi, che la vostra vita sia un annuncio. Evangelo è parola che significa “buona notizia”, “gioia”, come ci ricorda papa Francesco (Evangelii gaudium).
La pagina di Marco si conclude con la proclamazione di una svolta, di un cambiamento, di una novità, che riguarda persino le relazioni con il creato e con gli altri: scacciare i demoni, parlare lingue nuove, prendere in mano serpenti… Nessuna magia, si tratta semplicemente di scacciare il pensiero che non sei amato: questo è il dubbio che il diavolo può insinuare. Azzeccherai le parole giuste. Inoltre, sarai creativo, non avrai paura di nulla, persuaso che il Signore opera con te. Il Vangelo si chiude proprio così: «Allora essi partirono…». Quando parliamo di missione ci si riferisce non tanto all’attività della Chiesa nei paesi lontani, ma a quel compito di annuncio e di testimonianza che Gesù consegna ad ogni cristiano nel giorno del Battesimo e che affida alle nostre comunità. Ogni cristiano, ogni battezzato, parte ogni giorno, incaricato della missione di far conoscere Gesù. Ripeto: prima con la vita, soltanto dopo con le parole; con la vita «predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro». L’evangelizzatore sa che accanto a lui ha il Signore, anzi sa che il Signore lo precede. In questi giorni abbiamo constatato le meraviglie che il Signore fa in mezzo a noi.