Omelia nella domenica delle Palme
Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Cattedrale di Pennabilli, 9 aprile 2017
Is 50,4-7
Sal 21
Fil 2,6-11
Mt 26,14- 27,66
Vorrei sapere se durante la lettura della Passione il vostro cuore ha avuto qualche increspatura, se si è mosso qualche cosa dentro.
Il racconto della Passione è decisivo per noi cristiani, perché ci invita a guardare il nostro cammino di fede; ad esempio ad individuare in quale personaggio ci identifichiamo. Gesù ha sofferto per il tradimento di Giuda; trenta monete, è stato il suo prezzo. Ha sofferto per il rinnegamento di Pietro, quando spergiurando ha detto «non conosco quell’uomo!» (Mt 26,72). Ha fatto soffrire Gesù la viltà di Pilato, il quale con un processo sbagliato, se ne è lavato le mani, cioè non si è assunto la responsabilità della decisione.
Anche oggi c’è tanta indifferenza davanti al Signore Gesù. Penso alla mia mediocrità, penso alle nostre esitazioni che fanno da ostacolo all’annuncio del Vangelo. Ce la sentiamo di assomigliare ad altri personaggi, i personaggi positivi di questo racconto? Gesù non ha forse bisogno di noi perché gli teniamo compagnia nella veglia nel Getsemani? Gesù non ha bisogno forse di un nuovo Simone di Cirene per aiutarlo a portare le croci dell’umanità che soffre? Gesù non ha forse bisogno di un centurione che lo riconosca come Signore dal più profondo del cuore? Allora, durante questa settimana di passione proponiamoci di avere nel cuore gli stessi sentimenti che furono di Gesù (cfr. Fil 2,5). Invito tutti a trascorrere con questo spirito le giornate della settimana santa. Giovedì Santo: la memoria dell’ultima cena, nella quale il Signore ci ha dato il comandamento nuovo e ha istituito il sacramento dell’Eucaristia.
Venerdì Santo: la memoria della Passione e morte del Signore. A Pennabilli abbiamo la tradizione popolare della processione detta “dei giudei”, ma, prima di quella manifestazione, in Cattedrale rileggeremo la Passione secondo Giovanni, scopriremo la croce, che era stata velata nei giorni precedenti, e la copriremo di baci. E poi la Veglia Pasquale: la notte nella quale, dopo l’ascolto di tante pagine della Scrittura, verrà benedetta l’acqua nel fonte battesimale e verranno sciolte le campane, perché si celebrerà, dopo giorni di astinenza, l’Eucaristia. Gesù è risorto, è vivo! Dunque, avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Gesù. E diciamo, con nuovo slancio: «Sì, Signore, vogliamo essere cristiani – oggi non è più scontato -, vogliamo vivere nella tua grazia, senza il peccato. Per ogni volta che, per la nostra fragilità abbiamo sbagliato, ti chiediamo perdono».
Abbiamo iniziato questa liturgia facendo memoria del Signore che entra in Gerusalemme acclamato dalle folle. Allora, un umile asinello fu la cavalcatura del Messia. Che ognuno di noi si renda disponibile a portare il Signore: noi tutti umili asinelli, ma fieri di portare Gesù!