Omelia Natale del Signore: Messa del Giorno

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Cattedrale di San Leo, 25 dicembre 2014

È Natale. Sul mio tavolo di studio, dove solitamente la signora mette i giornali, ho trovato il più bel regalo di Natale… un regalo piccolo, dentro una carta dorata. Lo apro e vedo che dentro c’è un rotolo di pergamena. Lo svolgo delicatamente. Leggo e rileggo la scritta: «Il Verbo si è fatto Carne». Mi metto in meditazione…
Il Verbo eterno, “colui per il quale tutto è stato fatto e nel quale tutto sussiste” si è fatto davvero uno di noi. È introdotto e portato al mondo nella carne, attraverso la carne di Maria, la nostra: questa carne che ci appare talvolta così fragile, così dolorosa quando è ferita, così straziata quando soffre, così ribelle quando è provata. Una carne che, a volte, condiziona e porta al peccato. Non è forse – si dice – destinata alla perdizione, alla morte? Come può essere il luogo nel quale abita il Verbo?
Che mistero! Eppure: «Il Verbo si è fatto carne». Custodisco questa parola nello stupore e nella gratitudine.
Anche il nostro corpo è chiamato a mostrare tutta la bellezza dell’anima redenta, per il dono di nuova creazione. Nella risurrezione verrà glorificato quel corpo, troppo presto screditato come sorgente di peccato e tristemente opaco. E pensare che – ribadiamo – il Figlio di Dio l’ha voluto per amare da uomo in carne e ossa e per fare del corpo lo strumento della redenzione, la via della comunicazione d’amore. Certo, il corpo può essere asservito al peccato… e allora sono guai! L’anima è santa, ma il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche la corporeità è santa e avrà, trasfigurata, lo stesso destino dell’anima. Perché l’uomo è uno. Molti cristiani – lo diciamo per inciso – si fermano alla considerazione dell’immortalità dell’anima (convinzione comune alle grandi religioni e data per certa anche dalla filosofia classica occidentale) e non osano spingersi nella prospettiva dischiusa dalla Parola di Dio; anche se, ogni domenica nella professione di fede, proclamano di credere nella risurrezione della carne.
L’incarnazione del Verbo è festa dell’amore di Dio per noi ed è festa per la nostra carne assunta dal Verbo. Nell’unità dell’unica persona del Cristo si dà uno scambio: O admirabile commercium! canta un’antifona del Natale. Il Verbo partecipa all’uomo la natura divina; l’uomo dà al Verbo la natura umana. L’esistenza di Gesù sarà per sempre un’esistenza corporea, non angelica!
 
Col Natale celebriamo l’anniversario della nascita di Gesù Cristo, ma celebriamo anche l’anniversario della nostra nascita soprannaturale. “Quando il Verbo viene al mondo, comincia il popolo cristiano; l’anniversario del capo è anniversario di tutto il popolo” (cfr. Leone Magno, Sermone per il Natale VI).
Questo corpo mistico è la Chiesa, in esso noi rinasciamo in virtù del Battesimo e continuiamo a rimanervi «non per volontà di carne, né per volontà di uomo», ma per una volontà divina. Mistico non vuol dire irreale. Dato che oggi è il nostro anniversario come membro del Corpo di Cristo, offriamoci  il dono dell’amore scambievole.
Non è il Natale la festa dei doni?