Omelia della XVIII domenica del Tempo Ordinario – Scavolino
Omelia di S.E Mons. Andrea Turazzi
Scavolino (loc. La Croce), 6 agosto 2017
Mt 17,1-9
(da registrazione)
L’episodio della Trasfigurazione è raccontato in tutti i Vangeli sinottici e nella Lettera di Pietro, perché fin dall’inizio i discepoli hanno intuito che quell’avvenimento sull’alto monte era fondamentale. Pietro, che, come abbiamo visto molte volte, ha un temperamento diretto, schietto ed irruente, fa una gaffe quando dice a Gesù: «Farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Perché Pietro si sbaglia? Mosè è uomo di luce, uomo del monte; Elia, un grande profeta, paladino sul carro di fuoco… Ma Gesù è unico, non è uno dei tre, uno della fila, è il Signore! Se ci sono Mosè ed Elia è soltanto per “rassegnare le dimissioni” davanti a lui, per affermare che solo Gesù è il profeta, il maestro, il Messia, «Gesù solo». Comprendiamo il fervore di Pietro: «È bello per noi essere qui», come quando vediamo una bella scena, un bel film, uno spettacolo… Ma anche qui Pietro si sbaglia, perché l’essenza della fede cristiana è nell’ascolto. Dio non ha volto, si fa Parola ed è presente in Gesù di Nazaret, che diventa per noi volto ma soprattutto voce. Per questo il Signore ci chiede di ascoltarlo. Noi apprezziamo anche i sentieri delle altri religioni, perché pensiamo che lo Spirito Santo abbia guidato nel tempo tanti saggi, tanti filosofi. Tutti gli uomini hanno l’intuizione di Dio nel loro cuore. Ma Gesù è colui che ce lo rivela in un modo singolare, unico. Mentre affermiamo la nostra fede in Gesù ci risuona questo invito: «Ascoltatelo». Allora non è sufficiente preparare cerimonie, fare belle sculture… Bisogna ascoltare la sua voce, il suo Vangelo. Proponiamoci durante la settimana di ascoltare Gesù e di ripetere talvolta nel nostro cuore: «Lo vuoi tu Signore? Lo voglio anch’io. Cosa faresti Signore al mio posto?». Farsi queste domande significa essere veramente discepoli.