Omelia Ascensione del Signore
Carpegna, 1 giugno 2014
At 1,1-11
Sal 46
Ef 1,17-23
Mt 28,16-20
Per tutti è una giornata straordinaria. E’ il giorno dell’Ascensione di Gesù al Cielo.
Gesù, il figlio di Maria e – come si riteneva – del carpentiere di Nazaret è il figlio di Dio fatto uomo. Con l’Ascensione si fa manifesta la sua duplice natura umana – divina. Gesù – come dice la formula di fede che proclamiamo ogni domenica – ora «siede alla destra del Padre». «Mediatore fra Dio e gli uomini – così recita il prefazio – giudice del mondo e Signore dell’universo, non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria». Gesù porta in Cielo la nostra umanità, la nostra umanità viene divinizzata. E tutto ciò che fu del nostro Redentore passa nei segni sacramentali (S. Leone Magno). Così il Signore Gesù ci fa suoi per sempre.
Con i sacramenti dell’iniziazione cristiana questi ragazzi toccano con mano il suo amore. Gesù li chiama a seguirlo da persone consapevoli. Ora si accingono a rispondere «sì»; ma non sarà sempre facile essere fedeli. Al fonte battesimale sono state dette su di loro le stesse parole pronunciate su Gesù dal Padre: «Tu sei il Figlio mio»… «tu sei l’amato»… «tu sei motivo della mia gioia». Che cosa c’è di più consolante che avere un Dio per papà? Che cosa c’è di più emozionante che sapersi da lui amati immensamente? E aggiungo: essere motivo della sua gioia!
Lo Spirito Santo scenderà su di loro come profumo (crisma), farà prendere a loro la forma di Gesù e sarà loro forza e loro luce. Potranno contare su di lui nei momenti difficili e nei momenti delle scelte: li assisterà.
Ho parlato del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; è il mistero di Dio Trinità d’Amore. Concetti difficili? Non sono concetti, ma il volto stesso di Dio come ce lo ha presentato Gesù. Dio è amore, relazione di persone; persone che non vivono per sé, ma l’una per l’altra. Quando facciamo il segno della croce e la mano sfiora prima il capo e poi il cuore e le spalle: non facciamo altro che riconoscere che siamo partecipi della vita dei «Tre»; i «Tre» si amano tanto da essere «Uno», e noi «uno» con loro per grazia, perché avvolti dal loro Amore. La vita cristiana non è altro che stare in Gesù, rivolti verso il Padre con quell’infinita fiducia e quell’infinito abbandono che lo Spirito Santo mette in noi. Sono solito dire che il Padre è l’Amante, il Figlio è l’Amato, lo Spirito Santo il Bacio! Sarebbe bello ricordarsi, ogni mattina, che ci siamo svegliati con il Bacio di Dio!
Cose troppo grandi? Eppure Gesù le ha insegnate proprio per noi. Sono la verità della nostra vita e segnano la qualità e lo stile dei nostri rapporti. Alla fine ci verrà chiesto se avremo vissuto sulla terra come si vive in Cielo. La famiglia, lo studio, il lavoro, i vicini di casa… non sono altro che terra da trasformare in Cielo.
Bisogna cominciare subito con la forza dello Spirito Santo.
Intanto viviamo il momento presente con amore e dedizione. Facciamo comunione eucaristica; facciamo comunione con la Parola del Vangelo. Teniamo i contatti con la parrocchia, Chiesa viva e vicina. Se ti sembra di non trovarvi sempre amore, dico: «mettilo tu»!