“Non si vede bene che col cuore”
A colazione ho la fortuna di sedere accanto al dottor Marcello Bedeschi, già amministratore dell’Azione Cattolica nazionale negli anni ruggenti e tra gli iniziatori delle Giornate Mondiali della Gioventù, giusto quarant’anni fa. Mi parla della volontà ferma di Giovanni Paolo II di realizzarle, inarrestabile davanti all’evidente difficoltà dell’impresa. Le GMG sono uno degli avvenimenti internazionali più importanti, che danno alla Chiesa una visibilità mondiale e mediatica unica. «Giovanni Paolo II – mi conferma il dottor Marcello – ha avuto sempre un rapporto particolare con i giovani, col loro entusiasmo e il loro desiderio di incontrarsi. Divenuto Papa, ha cercato disperatamente un’occasione per realizzare questo incontro. Al termine dell’Anno Santo della Redenzione (1983/4) è nata l’idea di un invito di preghiera e riflessione ai giovani, a Roma, per farli incontrare col Signore. Il primo incontro – continua il dottor Bedeschi – ha attirato giovani di 80 paesi. Fu una grande sorpresa. Giovanni Paolo II lanciò poi l’idea di ripetere l’esperienza ogni due anni a livello mondiale e ogni anno a livello diocesano». Il dottor Marcello continua: «Giovanni Paolo II ha voluto che queste giornate fossero d’aiuto ai cattolici per riflettere sulle questioni più importanti legate alla vita cristiana. Ed ha voluto espressamente sfidare gli ambienti più difficili, da quelli al di là della cortina di ferro (Polonia) a quelli delle grandi città secolarizzate (Denver, Parigi, ecc.). Indubbia, dunque, la volontà di realizzare questo movimento giovanile, iniziativa ripresa fortemente da Benedetto XVI e ora da papa Francesco». Il dottor Bedeschi conclude: «Quel che più emoziona è vedere quante vocazioni nascano nelle GMG: sacerdoti, religiose, famiglie… Per molti giovani – anche nei momenti di crisi – le GMG hanno dato uno slancio decisivo per le scelte vocazionali: un aspetto di cui i sacerdoti e i responsabili dei movimenti cattolici dovrebbero avere coscienza».
Nei momenti di agape fraterna ho l’opportunità di incontrare, nella forma più semplice e fraterna, molte personalità del mondo ecclesiale: il più avvicinabile per la sua disponibilità il cardinale Zuppi, ma anche il teologo Bruno Forte, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini (mi complimento per la sua omelia al funerale di Silvio Berlusconi: sorride!). Ho avuto l’opportunità anche di salutare la presidente del Movimento internazionale dei Focolari, Margaret Karram e altri. I giovani ci aiutano a saltare schemi, etichette e protocolli.
La prima giornata è caratterizzata dagli incontri decentrati di catechesi. Sono a disposizione. Mi mandano ad incontrare giovani di due Diocesi, in tutto oltre 250. È decisamente superato lo stile frontale della lezione: è arrivato anche qui il metodo della “conversazione spirituale”. Si procede così: apertura con un intenso momento di preghiera e divisione in piccoli gruppi, se possibile all’aperto; un animatore, seguendo schede appositamente preparate, ha il compito di facilitare lo scambio dei pensieri e un altro giovane ha il compito della sintesi e, con la collaborazione di tutti, della stesura di una domanda da rivolgere al vescovo catechista. È un incontro diretto. Ho la fortuna di avere come collega il vescovo di Concordia-Pordenone (mons. Giuseppe Pellegrini): nasce una bella amicizia. Ha partecipato a tante GMG, anche da organizzatore: si lavora insieme.
Nel pomeriggio ci incamminiamo alla festa degli italiani presenti alla GMG: 65.000. I vescovi sono ai primi posti, una sorta di enclave in mezzo ad una folla di giovani multicolore, trascinati nella festa ultrasonica animata da rapper, che avviano motivi che i giovani ben conoscono. La festa viene trasmessa in diretta su TV2000, ore 21. Cerco di immedesimarmi, ma, francamente, mi è assai difficile lasciarmi andare…
Sono preoccupato: non si vedono bandiere di San Marino. Dove sono i nostri? Don Mirco mi manda un messaggio: sono bloccati ad una stazione. Finalmente il gruppo arriva, ma chi lo vede? Ormai è buio. Una festa: e tale dev’essere. Ma non mancano messaggi importanti: l’accorato appello di don Luigi Ciotti sulla responsabilità, la testimonianza sulla fede di Giusy Buscemi, ex miss Italia e attrice, il messaggio di don Michele Falabretti, responsabile nazionale della pastorale giovanile, ad ottant’anni dalla pubblicazione del “Piccolo Principe”: «Non si vede bene che col cuore». E si accendono tante stelle nel cielo. Buona notte!
+ Andrea Turazzi