Lettera a tutti i fedeli della Diocesi per la Giornata Mondiale per le Vocazioni
«Tu, o Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci chi hai designato per il ministero» (cfr. At 1,24). Con queste parole torniamo a chiedere il dono di pastori per le nostre comunità; e chiediamolo con insistenza e con perseveranza. Questa è una richiesta dettata da Gesù stesso insieme alle domande contenute nel Padre Nostro: «Pregate il padrone della messe che mandi operai per la sua messe» (cfr. Mt 9,38).
Venerdì 6 maggio alle ore 20:30 il Centro Diocesano Vocazioni ci invita a Valdragone (RSM) presso il Santuario del Cuore Immacolato di Maria per una preghiera corale, una veglia per tutte le vocazioni; noi siamo solitamente più sensibili per le vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata, ma il discorso è più ampio. Ogni esistenza cristiana va interpretata come vocazione, risposta ad una chiamata, che fa trovare il proprio posto.
Alla preghiera per le vocazioni è specialmente dedicata la IV domenica di Pasqua, detta “del buon pastore”, quest’anno domenica 8 maggio. Raccomando che si facciano preghiere in ogni parrocchia, chiesa e comunità della Diocesi. Tema della Giornata è: “Fare la storia” (FT 116). «La vocazione – come la storia – si fa; è un’opera artigianale che non può compiersi che alla scuola del Maestro e insieme alla Chiesa».
La scarsità di vocazioni è motivo di preoccupazione per la costruzione di comunità cristiane e per il servizio al Vangelo. In realtà il Signore non smette di chiamare. Non si dimentica della sua Chiesa e lo Spirito Santo suscita nuovi apostoli per il nostro tempo. Il problema è un altro: come stanno le nostre comunità, le famiglie e i giovani quanto a fede? Sappiamo accogliere le vocazioni? Sappiamo coltivarle? Ci accorgiamo delle nuove vocazioni come il diaconato o altre forme vocazionali di frontiera? Le nostre comunità, mai come oggi, sono chiamate a dar prova di coraggiosa fantasia.
Gli Atti degli Apostoli ci raccontano di Paolo e Barnaba che, rifiutati dai connazionali, si sono rivolti ai pagani, aprendo così nuove frontiere di evangelizzazione: una situazione di crisi si trasforma in una nuova chance. Le vocazioni sono un “affare” di tutti. È sbagliato pensare sia un problema degli altri, un impegno dei vescovi o degli operatori pastorali. Non è evangelico pregare così: «Signore, manda operai nella tua messe; manda altri, non me, manda qualcuno della famiglia vicina…». Una comunità senza vocazioni è come una casa senza figli.
Un desiderio: che la nostra Diocesi dia vocazioni alla Chiesa; che sia una comunità che prega (la preghiera è ascolto e accoglienza della volontà di Dio); che sia una comunità che chiama (non solo in paziente attesa, ma capace di proposte coraggiose); che sia una comunità missionaria, dove la domanda non è dove andare, ma come posso servire il Signore dove sono.
+ Andrea Turazzi