Discorso nel conferimento della cura pastorale delle parrocchie di Maiolo e Santa Maria d’Antico a don Luca Bernardi

Maiolo (RN), 8 agosto 2021

1.

Il cambio di un parroco suscita nei cuori delle persone che formano la comunità i più svariati sentimenti: dispiacere per un legame che si interrompe, sorpresa per la novità. Nel contempo c’è la curiosità circa i motivi dell’avvicendamento, curiosità di conoscere il nuovo parroco. E poi la lieta sorpresa di constatare che non si è abbandonati.

2.

Ai sentimenti comprensibili e più che legittimi, si impone l’opportunità per una riflessione su chi è il sacerdote, sul nostro rapporto con lui, sulle attese nei suoi confronti.
A volte guardiamo al prete come ad un animatore sociale. Si dice del prete che è l’uomo che dà consigli, che sa essere vicino, ed è vero. Ma è quel suo salire i gradini dell’altare che costituisce l’essenziale. Il prete è la persona più povera di questo mondo, è del legno di cui tutti siamo fatti, è della stoffa di tutti noi. Quando parla autorevolmente dice parole non sue, parole di un Altro; compie azioni sublimi, ma non sono azioni sue, sono azioni di un Altro. E anche lui, come l’apostolo Pietro, deve pregare: «Signore, allontanati da me, sono un peccatore»; e gridare: «Signore, salvami!». È la persona più povera di questo mondo, ma nel contempo è la persona più straordinariamente ricca, perché pronuncia parole sovrumane: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue…», «Io ti assolvo…».

3.

Chi è don Luca?
È il sacerdote più giovane nella nostra Diocesi: crescerà con voi (il Seminario non fa dei “prodotti finiti”) e voi crescerete con lui.
La comunità sappia trarre profitto dal suo entusiasmo, dalla sua preparazione, dal suo desiderio di dedicarsi a voi.
Da parte sua don Luca è qui a rappresentare il Vescovo, agirà in comunione con lui e col presbiterio, in modo particolare in unità pastorale con i sacerdoti di Novafeltria, insieme ai quali studierà le scelte pastorali. Sarà tra voi come amministratore parrocchiale e dovrà riservare il tempo che gli è necessario per perfezionare gli studi universitari.
Questa decisione, presa insieme con lui, sarà a beneficio del nostro presbiterio diocesano. Il tempo che dovrà dedicare alla frequenza dei corsi e allo studio non consideratelo una sottrazione di attenzione a voi e alla comunità, al contrario, consideratelo un tempo ed una ricchezza per tutti. Occorre saper guardare avanti e progettare il futuro. Occorre essere lungimiranti.

4.

Ad aiutare don Luca – soprattutto nei momenti nei quali dovrà assentarsi – ci sarà il diacono Gilberto Fanfani. La figura del diacono è da riscoprire nel suo vero significato, e lo faremo. Non è semplice supplente, ma lo dobbiamo pensare come una presenza organica, un dono prezioso, sacramento del servizio di Cristo alla sua Chiesa.

5.

Chiedo a don Luca – come farebbe un papà – di impegnarsi nel percorso universitario, parte integrante del suo ministero. Chiedo di agganciare i giovani, di essere a Maiolo “col cuore” e facendolo capire – se necessario – praticando il distacco dalle tante e belle realtà che ha servito e amato.
Auguri a don Luca: possa dedicarsi ai parrocchiani con tanta generosità e trovi tanta gioia nel mettersi al loro servizio.