Discorso di saluto ai Giochi dei Piccoli Stati
San Marino, 29 maggio 2017
Mi unisco alla gioia di tutti per questa XVII edizione dei Giochi dei Piccoli Stati, augurando agli atleti e alla gente dello sport un caloroso benvenuto.
Un saluto particolare e un incoraggiamento sincero agli organizzatori, grato per queste ore di passione e di spettacolo di cui tutti godiamo.
Senza distrarre dai “giochi giocati” invito a riflettere un momento sul senso dello sport nella nostra società, quasi un grande “time out” con tutti coloro che seguono e amano lo sport.
Lo sport non si deve “dire”, ma si deve fare… e fare bene. Importante confrontarsi sui dati che riguardano la pratica sportiva, sulla disponibilità di spazi e strutture, sulla accessibilità per tutti. In Repubblica, a quanto mi è dato sapere, c’è sicuramente attenzione e impegno.
È possibile – mi chiedo – sostenere sempre più uno sport che non escluda nessuno perché meno “dotato”?
Solitamente dello sport si evidenzia soprattutto la componente agonistica (che riempie le pagine di giornali e tv), ma c’è tutto un modo di fare sport basato sul piacere dell’esercizio fisico e della pratica collettiva che non porta a risultati eclatanti, ma che non è meno importante. È possibile tenere insieme impegno e divertimento? Agonismo e rispetto per gli avversari? Come tener viva la tensione a superare i limiti e non montarsi la testa?
Auguro, anzitutto, di saper fare lo sport proprio “per sport”, in maniera gratuita, col gusto di mettersi alla prova tenendo il proprio fisico in ordine, cercando di crescere umanamente e non solo a livello muscolare.
Un saluto ed una parola per quanti lavorano dietro le quinte nello sport.
Non sempre si valorizzano tutte le persone – spesso volontari – che contribuiscono alla vita delle società sportive e dei gruppi: genitori che accompagnano le squadre in auto, altri che aiutano gli allenatori, dirigenti, arbitri, magazzinieri… Persone che aiutano i ragazzi a stare bene insieme e danno l’esempio che nello sport c’è posto anche per chi non riesce a “scendere in campo”. Che ogni dirigente ed ogni allenatore siano veri educatori alla lealtà e all’umiltà, formatori di veri atleti per le sfide della vita. Vinca il migliore!
+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro