Discorso del Vescovo in margine alla Conferenza sul tema: “Ogni uomo è mio fratello”
Sala Montelupo di Domagnano, Venerdì 12 febbraio 2016
Desidero ringraziare chi ha organizzato questa serata e gli altri appuntamenti che hanno caratterizzato questa “38a Giornata per la vita”. Senza dimenticare l’incontro di preghiera per la vita nascente, tenutasi quest’anno contemporaneamente in vari centri della diocesi di San Marino-Montefeltro. Esprimo il mio compiacimento per il lavoro che svolgono le nostre associazioni che si mobilitano, non solo in queste circostanze ma durante tutto l’anno, su questa frontiera. E, se necessario, offro tutto l’incoraggiamento.
Questa sera il tema dell’incontro, “ogni uomo è mio fratello”, viene storicizzato nella tragedia che sta vivendo il vicino Oriente, la Siria in particolare. Siamo impazienti di sentire testimonianze di prima mano. Ma consentitemi un “fuori pista” che ci interpella nell’attualità sammarinese e italiana.
Quest’anno la Giornata per la vita si celebra mentre è in corso nel Parlamento italiano il dibattito sulle unioni civili per le persone omosessuali (su questa circostanza mi sono espresso firmando una dichiarazione congiunta degli Uffici pastorali) e si è avviata una pressante campagna per la “dolce morte”. Più in generale, nello scenario culturale nel quale ci muoviamo, l’idea stessa di famiglia si è fatta indistinta e sembra inarrestabile la spinta per una procreazione sganciata dalla famiglia e medicalizzata fino a farne una variabile indipendente dalla stessa sessualità. Tutto questo mentre il nostro modello di famiglia e di procreazione deve misurarsi con le culture immigrate e mentre la colonizzazione ideologica del gender (papa Francesco) tenta di cancellare la più forte e radicata tra le appartenenze identitarie, quella sessuale.
Oggi più che mai questione antropologica è sinonimo di questione sociale.
Conosco tante famiglie impegnate ad offrire il loro contributo per una cultura di speranza e di resistenza alla cultura dello scarto.
Oggi non abbiamo bisogno di battaglie ideologiche quanto – ferma restando la chiarezza dei principi e dei valori – di gettare ponti e trovare sinergie, anzitutto tra noi: movimenti, associazioni, gruppi di ispirazione cristiana, e poi in mondi “lontani” (ecologisti, femministe, etc.), ma come noi preoccupati dalle derive di una cultura individualista e da una economia che riduce l’uomo stesso a oggetto di consumo.
Penso, soprattutto, a quanti fanno politica in nome della solidarietà, ai quali riesce sempre più difficile tollerare l’ingiustizia e le difficoltà di vita delle famiglie più povere, espropriate anche della loro fecondità. Vorremmo, al di là delle appartenenze, far giungere a tutti il nostro patrimonio di idee (Dottrina Sociale della Chiesa), ma anche il sostegno e l’attenzione che meritano.
+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro