Comunicato stampa pellegrinaggio all’Eremo della Madonna del Faggio
Una straordinaria giornata quella vissuta all’Eremo della Madonna del Faggio, domenica 17 Agosto, da oltre 500 fedeli giunti alla sommità del monte provenienti da ogni angolo della Diocesi per partecipare alla Camminata del risveglio sulle orme dei nostri padri. I diversi gruppi, alcuni dei quali erano partiti anche all’una dopo mezzanotte di domenica mattina, hanno camminato pregando e cantando per raggiungere l’Eremo del Monte Carpegna. Anche il Vescovo Turazzi ha percorso un tratto di strada partendo da Montecopiolo per incontrarsi con tutti i pellegrini a Pianacquadio dove si è formata una lunga teoria di fedeli che si è rimessa in Marcia per raggiungere la Croce posta sul prato nei pressi dell’Eremo. “La preghiera è materna! Come materno è il cuore di Dio” ha detto Mons. Turazzi al termine dell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica alla quale hanno partecipato un gran numero di giovani e giovanissimi, che hanno risposto in modo entusiasta alla chiamata del Vescovo di San Marino-Montefeltro. L’omelia che parla della donna cananea, quindi pagana, che non esita ad incontrare Gesù e ad implorarlo per ottenere la guarigione della figlia è un affresco stupendo della maternità via via sviluppato davanti all’immagine della Madonna del Faggio. “Una madre implora la guarigione per la sua bambina-dice Mons. Turazzi- Che importa se è straniera e pagana? MaGesù la raggela con la sua reazione, lui dolce e umile di cuore, sempre delicato e sensibile di fronte alla sofferenza dei piccoli. Dà l’impressione di allontanare quella mamma che, tuttavia, non s’ arrende al suo silenzio. In realtà — lo scopriamo quasi subito — Gesù fa crescere in lei un’altra dimensione. La donna straniera- continua il Vescovo Turazzi- aveva chiamato Gesù come avrebbe fatto il più osservante degli ebrei: Signore, Figlio di Davide. Con queste parole designa Gesù come il Messia che deve venire. Gesù vuole che non si fermi alla formula, per quanto esatta. Le parla con espressioni simili a quelle che aveva usato con la donna più cara della sua vita, Maria, sua madre, quando, alle nozze di Cana in Galilea, le replicò: Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora. Come Maria di Nazaret anche la donna cananea sposta le lancette dell’ora di Gesù. Come? Con la fede e l’umiltà. E con l’unico tesoro che possiede: la sua bambina. Per quanto sprovveduta, ella sa che il Dio di Israele è un Dio di bontà. Si accontenta delle briciole — quasi le esige — che cadono dalla tavola preparata per il popolo eletto. Gesù cede! Donna, grande è la tua fede!”. Ecco, la fede che la donna Cananea manifesta a Gesù, chiede Mons. Turazzi, è la nostra fede? Oppure crediamo di credere e ci stanchiamo perché preghiamo e non otteniamo? Conclude il Vescovo “Dio ascolta anche se conserva il segreto dell’esaudimento. La preghiera più vera è quella che sgorga dal profondo. Bastano parole semplici. Le labbra non sono ancora il fondo di noi stessi. I ragionamenti non pescano del tuttonella parte vitale. La preghiera è il grido che sale dalle viscere.
La preghiera è materna! Come materno è il cuore di Dio”.
Pennabilli, 18 Agosto 2014