“Non si vede bene che col cuore”

A colazione ho la fortuna di sedere accanto al dottor Marcello Bedeschi, già amministratore dell’Azione Cattolica nazionale negli anni ruggenti e tra gli iniziatori delle Giornate Mondiali della Gioventù, giusto quarant’anni fa. Mi parla della volontà ferma di Giovanni Paolo II di realizzarle, inarrestabile davanti all’evidente difficoltà dell’impresa. Le GMG sono uno degli avvenimenti internazionali più importanti, che danno alla Chiesa una visibilità mondiale e mediatica unica. «Giovanni Paolo II – mi conferma il dottor Marcello – ha avuto sempre un rapporto particolare con i giovani, col loro entusiasmo e il loro desiderio di incontrarsi. Divenuto Papa, ha cercato disperatamente un’occasione per realizzare questo incontro. Al termine dell’Anno Santo della Redenzione (1983/4) è nata l’idea di un invito di preghiera e riflessione ai giovani, a Roma, per farli incontrare col Signore. Il primo incontro – continua il dottor Bedeschi – ha attirato giovani di 80 paesi. Fu una grande sorpresa. Giovanni Paolo II lanciò poi l’idea di ripetere l’esperienza ogni due anni a livello mondiale e ogni anno a livello diocesano». Il dottor Marcello continua: «Giovanni Paolo II ha voluto che queste giornate fossero d’aiuto ai cattolici per riflettere sulle questioni più importanti legate alla vita cristiana. Ed ha voluto espressamente sfidare gli ambienti più difficili, da quelli al di là della cortina di ferro (Polonia) a quelli delle grandi città secolarizzate (Denver, Parigi, ecc.). Indubbia, dunque, la volontà di realizzare questo movimento giovanile, iniziativa ripresa fortemente da Benedetto XVI e ora da papa Francesco». Il dottor Bedeschi conclude: «Quel che più emoziona è vedere quante vocazioni nascano nelle GMG: sacerdoti, religiose, famiglie… Per molti giovani – anche nei momenti di crisi – le GMG hanno dato uno slancio decisivo per le scelte vocazionali: un aspetto di cui i sacerdoti e i responsabili dei movimenti cattolici dovrebbero avere coscienza».
Nei momenti di agape fraterna ho l’opportunità di incontrare, nella forma più semplice e fraterna, molte personalità del mondo ecclesiale: il più avvicinabile per la sua disponibilità il cardinale Zuppi, ma anche il teologo Bruno Forte, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini (mi complimento per la sua omelia al funerale di Silvio Berlusconi: sorride!). Ho avuto l’opportunità anche di salutare la presidente del Movimento internazionale dei Focolari, Margaret Karram e altri. I giovani ci aiutano a saltare schemi, etichette e protocolli.
La prima giornata è caratterizzata dagli incontri decentrati di catechesi. Sono a disposizione. Mi mandano ad incontrare giovani di due Diocesi, in tutto oltre 250. È decisamente superato lo stile frontale della lezione: è arrivato anche qui il metodo della “conversazione spirituale”. Si procede così: apertura con un intenso momento di preghiera e divisione in piccoli gruppi, se possibile all’aperto; un animatore, seguendo schede appositamente preparate, ha il compito di facilitare lo scambio dei pensieri e un altro giovane ha il compito della sintesi e, con la collaborazione di tutti, della stesura di una domanda da rivolgere al vescovo catechista. È un incontro diretto. Ho la fortuna di avere come collega il vescovo di Concordia-Pordenone (mons. Giuseppe Pellegrini): nasce una bella amicizia. Ha partecipato a tante GMG, anche da organizzatore: si lavora insieme.
Nel pomeriggio ci incamminiamo alla festa degli italiani presenti alla GMG: 65.000. I vescovi sono ai primi posti, una sorta di enclave in mezzo ad una folla di giovani multicolore, trascinati nella festa ultrasonica animata da rapper, che avviano motivi che i giovani ben conoscono. La festa viene trasmessa in diretta su TV2000, ore 21. Cerco di immedesimarmi, ma, francamente, mi è assai difficile lasciarmi andare…
Sono preoccupato: non si vedono bandiere di San Marino. Dove sono i nostri? Don Mirco mi manda un messaggio: sono bloccati ad una stazione. Finalmente il gruppo arriva, ma chi lo vede? Ormai è buio. Una festa: e tale dev’essere. Ma non mancano messaggi importanti: l’accorato appello di don Luigi Ciotti sulla responsabilità, la testimonianza sulla fede di Giusy Buscemi, ex miss Italia e attrice, il messaggio di don Michele Falabretti, responsabile nazionale della pastorale giovanile, ad ottant’anni dalla pubblicazione del “Piccolo Principe”: «Non si vede bene che col cuore». E si accendono tante stelle nel cielo. Buona notte!

+ Andrea Turazzi

Lisbona: capitale dei giovani

1° agosto 2023

A detta di qualche osservatore, la liturgia d’inizio della GMG non ha avuto mai così tanta partecipazione come questa volta. Non mi è possibile raggiungere i ragazzi: troppa folla. Ci si perde. Il punto di accesso al luogo della celebrazione eucaristica d’inizio GMG si trova all’ingresso di un grande giardino botanico. Un addetto mi assicura che vi sono tutte le piante importate dai territori delle colonie portoghesi. Attraversiamo gran parte del giardino: è favoloso!
Lisbona sta diventando, in questi giorni, una capitale mondiale; lo è stata nel passato come impero coloniale, oggi lo è nell’accoglienza di tanti giovani e nel far credito ai loro sogni. Il cardinale Manuel Clemente (patriarca di Lisbona) ha rivolto un caloroso saluto e, facendo riferimento a quell’avverbio che andiamo ripetendo, ha raccomandato ai giovani l’urgenza dell’annuncio del Vangelo. Dai porti della Lusitania (Portogallo) sono salpate schiere di missionari e missionarie per mezzo mondo; oggi sono questi giovani che possono portare il messaggio di Gesù: portarlo con le forme nuove della comunicazione e con il loro stile.
Da oggi sono in albergo a disposizione della Segreteria della pastorale giovanile CEI per gli incontri di approfondimento con i giovani. GMG non è soltanto marce forzate lungo le vie di Lisbona, non è soltanto festa e abbracci internazionali, non è soltanto Bans e canzoni. Nella GMG si vivono momenti prolungati di silenzio, di ascolto e di condivisione. Come Maria si alzò “in fretta” per andare verso Elisabetta, così i giovani sono invitati a mettersi in gioco attorno alle grandi sfide di oggi, come la fraternità, la cura del creato e la pace. I giovani hanno anche molto da dire su questi temi. Ci mettiamo in ascolto dei loro pensieri. La fede è una grande risorsa e i ragazzi ce lo stanno dimostrando: sento che dobbiamo osare di più nelle proposte e non arrestarci alle apparenze contrarie.
In un momento di sosta, dalla mia stanza d’albergo – 7° piano – sento cantare “Romagna mia”. Balzo in piedi, mi affaccio alla grande finestra, ma non sono “i nostri”. D’altra parte, la Romagna è grande e siamo tutti amici, anzi fratelli.

+ Andrea Turazzi

“La voglio rivedere in te”

31 luglio 2023

Giallo nella stanza al terzo piano: un grosso insetto fa la sua comparsa, ospite indesiderato. Inseguito e non raggiunto, colpito ma non neutralizzato, scomparso e poi ricomparso, attirato con zucchero (stratagemma rudimentale). Coinvolti tre e poi cinque ragazzi e poi altri ancora… Schiamazzo notturno che mette in allerta tutto il gruppo. A neutralizzare il grosso insetto saranno tre ragazze… Piccole avventure che contribuiscono a fare sempre più gruppo, soprattutto quando vengono raccontate da Paolo, già telecronista sportivo e ora teologo.
Lunedì è per noi giornata mariana; a dire il vero, tutta la GMG ha questa tonalità. Siamo incamminati verso Fatima. È parso bene richiamare ai ragazzi l’evento, il contesto e il messaggio: la Vergine accanto all’umanità, tre pastorelli ancora bambini, la Prima guerra mondiale (1917), preghiera e penitenza. Pregare la Madonna, andare a Dio attraverso di lei, visitare i luoghi a lei dedicati, recitare il Rosario, sono pratiche che i ragazzi conoscono (per fortuna che ci sono i nonni!). Ma si vorrebbe fare un passo in più in quella che, con termine un po’ tradizionale, viene chiamata devozione mariana. A chi aveva chiesto: «Gesù, tu ci hai lasciato l’Eucaristia come tua presenza. E di Maria?». La risposta di Gesù è stata: «La voglio rivedere in te!» (Chiara Lubich). “Essere Maria”, un programma per tutti, uomini e donne, giovani e adulti: imitarla in quel che è più suo, che va al di là delle rappresentazioni devozionali, culturali, simboliche, artistiche… Maria è “sì” a Dio, è “dono totale di sé”, è “andare verso” e… “in fretta”!
Il viaggio verso Fatima – circa tre ore di pullman – scorre sereno e allegro come sempre. Il conto alla rovescia scandisce l’attimo del passaggio di frontiera Spagna-Portogallo. Don Jean-Florent, nostro amico sacerdote congolese, colleziona sul cellulare le emozioni delle frontiere: sono già quattro! È occasione per fare un pensiero sull’Europa. L’Europa come l’hanno sognata i fondatori, l’Europa a diverse velocità, l’Europa con le sue fatiche identitarie, l’Europa come tappa verso l’unità… In questo viaggio tocchiamo con mano che non è solo un’idea o una bandiera.
Ad un certo punto troviamo l’autostrada chiusa. Bisogna ripiegare su strade normali, impegnative per i nostri autisti, ma che danno l’opportunità di una conoscenza ravvicinata del territorio; sembra di essere in Sardegna: ambiente collinare, arbusti e alberi di sughero, greggi libere al pascolo, abitazioni bianchissime… E tanto sole, ma la temperatura è mite e ventilata (l’Atlantico è vicinissimo). Nessuno dei ragazzi è stato mai a Fatima. La grande spianata, leggermente in discesa, che si apre davanti a noi è già piena di giovani. Siamo coinvolti dalla gioia che contagia i tantissimi gruppi provenienti da ogni parte del mondo. Foto a non finire e sempre con bandiera sammarinese dispiegata. Man mano che si scende verso la chiesetta delle apparizioni si fanno più frequenti le testimonianze di fede. Un gruppo di giovani prega il Rosario con raccoglimento, incurante dei passanti. Alcuni ragazzi a metà della spianata pregano in ginocchio a mani giunte. Quel che stupisce di più sono i giovani che scendono in ginocchio. I nostri ragazzi si chiedono il perché… Arriviamo anche noi alla “chiesetta” (non possiamo salire alla grande Basilica: si sta preparando una celebrazione eucaristica con migliaia di persone già posizionate). Più ci avviciniamo e più siamo mescolati in mezzo alla folla. Superato il primo impatto, la prima curiosità, la prima meraviglia riusciamo a creare una bolla di intenso raccoglimento: miracolo che i ragazzi sanno fare. Preghiamo per tutti, soprattutto per le nostre famiglie. Don Mirco ci porta al luogo dove è conservato un pezzo imponente del muro di Berlino. Per i più giovani è necessario contestualizzare. Scegliamo questo luogo per la preghiera del Rosario. Ci sediamo per terra, in cerchio. Adesso siamo noi ad essere oggetto di stupore, uno stupore che fa bene a chi passa ed edifica. Intenzione principale di preghiera: la pace in Europa e nel mondo. Più precisamente, umile richiesta alla Madonna di farci “artigiani della pace”.
Lasciamo Fatima per raggiungere il luogo della nostra permanenza in Portogallo: la cittadina di Óbidos (70 km da Lisbona). Anche i bambini scendono in strada per accoglierci. Siamo alloggiati in un impianto sportivo. Unico motivo di tristezza per chi scrive: in serata vengo trasferito a Lisbona nell’albergo che ospita i vescovi italiani (siamo più di cento). La malinconia viene temperata dall’abbraccio di tanti colleghi. I giovani ci costringono a fare un’esperienza di collegialità più forte e più libera dagli schemi episcopali. Domani solenne inizio della GMG (oggi per chi legge, ndr).

+ Andrea Turazzi

 

Mostra in collegamento con la GMG

I ragazzi della parrocchia di Ponte Cappuccini stanno preparando una mostra su Andrea Mandelli, un ragazzo in cammino per la santità, che è stato scelto come testimone della GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù.

Si tratta di un modo per vivere la GMG in comunione con i ragazzi di tutto il mondo che incontrano il Papa a Lisbona. La mostra sarà allestita nel portico della chiesa di Ponte Cappuccini e sarà visitabile per tutta la durata della GMG, dall’1 al 6 agosto.

Giovedì 3 agosto alle 17 ci sarà la presentazione preparata da alcuni ragazzi. E’ prevista anche qualche sorpresa canora e artistica… Dopo la presentazione ci sarà un breve momento di preghiera e un buffet preparato con il contributo delle monache e delle mamme.

Siamo tutti invitati a partecipare giovedì alle ore 17 presso la Chiesa di Ponte Cappuccini

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio

30 luglio 2023

Dopo due giorni, si dorme su un letto pulito… continua la lunga marcia verso Lisbona. La colazione è strepitosa: siamo ospiti delle monache benedettine di Valladolid. Facciamo tesoro dei piccoli gesti che esprimono la loro premura e la loro partecipazione all’evento: anziane, ma dal cuore di bimbe. Molto prima della levata avevamo sentito il loro canto dolcissimo. Ci danno appuntamento al ritorno e ci chiedono preghiere; faremo tappa ancora nella loro casa, ma – ne siamo convinti – ripasseremo sicuramente diversi. Molti ragazzi vivono questo come “il viaggio della loro vita”. Sono le monache, dialogando con i ragazzi, a lanciare la proposta vocazionale, discorso che verrà poi ripreso in altri momenti della giornata.
Oggi la strada da percorrere in pullman è più breve. Meno di due ore e siamo ad Avila. Mi suggeriscono di dire una parola sulla figura di questa donna straordinaria, maestra, mistica e santa. Mi rammarico di non riuscire a riassumere quello che si muove dentro di me. Per fortuna è stata preparata un’agile registrazione… Quasi improvvisamente appare la cerchia merlata delle mura della città patrimonio dell’Unesco: una meraviglia! Ripercorriamo a piedi il cammino di Teresa dal monastero dell’Incarnazione, dove ha vestito l’abito carmelitano, al Carmelo San Giuseppe della riforma. Sostiamo presso la Cattedrale e, nel pomeriggio, nella chiesa accanto alla casa natale di Teresa. Ci dividiamo in gruppi alla ricerca di un “localino” per il pranzo e si fa esperienza di un classico della GMG: cominciamo ad incontrare gruppi provenienti da ogni parte, gruppi “variopinti”. È una confluenza di rigagnoli che poi diventano fiume, una rappresentazione visiva del Salmo: “Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio”. Avila è stata scelta da molti pellegrini come tappa verso Lisbona. Ci si saluta, ci si scambiano informazioni, si scattano foto, si occupano pacificamente angoli nelle piazze e comincia a diventare famigliare l’inno della GMG 2023: “Da tutto il mondo, verso questa città, per terra, per cielo, noi siamo ora qui. Con Maria ripetiamo il suo «sì». Vogliamo servire, seguendo il disegno, che ha Dio per noi”. Ma non riusciamo a vedere le tante chiese e i tanti palazzi di Avila: gli autisti, a sorpresa, ci regalano un video; ce lo gustiamo sull’impianto tv del pullman.
Ho vissuto altre GMG. Il copione è il medesimo, ma la novità è la testimonianza di come i giovani siano accompagnati dall’attenzione e dall’interesse del mondo ecclesiale: riceviamo messaggi, promesse di preghiere. C’è tanta attesa.
Non ci si può dimenticare che l’Europa vive una pesante situazione di guerra. Il milione di giovani che saranno domenica a Lisbona farà da cassa di risonanza al messaggio che papa Francesco vorrà lanciare all’umanità. Un’impressione: i giovani sono profondamente cambiati, scontata la disinvoltura nell’uso dei social, ma c’è desiderio di interiorità. Don Mirco ha consegnato ad ognuno un piccolo quaderno: è per interiorizzare immagini, pensieri, ispirazioni, un invito a coltivare il proprio giardino interiore.
Ci si rimette in cammino verso Caceres nella regione di Leon: altri paesaggi, altre atmosfere, ancora pale eoliche ed enormi sagome di tori su luoghi elevati. Attraversiamo un fiume che scorre profondo in un abbozzo di canyon roccioso. Ci dicono che qui vi sono nidi di cicogne e il cielo è attraversato, di tanto in tanto, da aquile con ali spalancate: “Guardate, guardate…”. E tutti, col naso appiccicato al vetro, per vedere. La casa che ci accoglie in serata è in cima alla montagna che sovrasta la città. È il momento del tramonto: sono quasi le 22, ma c’è ancora tanta luce. Un cielo infuocato che stupisce ed ammutolisce questi giovani. Silenzio desideratissimo.

+ Andrea Turazzi

Costretti a rimotivare il nostro cammino

29 luglio 2023

Sonni profondi, improvvisi squilli di ilarità, brusio intermittente del condizionatore, conversazioni discrete, immancabili appelli dopo le soste (rare, rapide e ristoratrici). Siamo cittadini del pullman “63 posti, 14 metri, ditta Boldrini”. Percorriamo mezza Spagna infuocata. A proposito delle “3 erre” ci viene proposta una più importante declinazione. “R” come ritmo, “R” come regola, “R” come rito. È la declinazione di un’altra parola-guida per il nostro avvicinamento a Lisbona: “In fretta”, l’atteggiamento della fanciulla di Nazaret, Maria, che si alzò e si incamminò verso Elisabetta. “In fretta” non significa frettolosamente, distrattamente, superficialmente; significa slancio, prontezza, dedizione. E le occasioni non mancano: dalla pratica della puntualità alla libertà del farsi disponibili: Enea viene davanti, tra noi più vecchietti, per tirarci su con la sua simpatia, Lorenzo inventa lì per lì un sistema per raccogliere i dati sui cellulari, Giuliana, l’inossidabile, mette in riga ragazzi e ragazze, Ilaria, la mia vicina di posto, non chiude mai occhio, sempre vigile e velocissima nel comporre il cubo di Rubik, Mercedes alle prese con suor Armanda della pastorale giovanile nazionale per gli ultimi dettagli… poi, due straordinari autisti, amici e partecipi della nostra avventura.
Attesa e salutata da tutti con una ovazione la sosta delle ore 13: siamo già in terra spagnola e al ristorante c’è chi ne approfitta per mangiarsi un’appetitosa paella.
Da Barcellona, in terra di Catalogna, a Saragozza terra di Aragona, poi ci addentriamo sempre di più, nella Castiglia, cuore della Spagna. Orizzonti e panorami diversi. Abbiamo sfiorato il Principato di Andorra, amico della Repubblica di San Marino. Sulla sinistra, intanto, appare il parco naturale della cordigliera del Monserrat con le sue guglie. Sullo sfondo una foresta di pale eoliche che fa pensare al romanzo epico di Cervantes, “Don Chisciotte della Mancia”. Sì, maciniamo molta strada, a differenza degli antichi pellegrini siamo seduti, ma non per questo meno affaticati. Oggi la preghiera del Rosario è stata per i mondi che i giovani devono affrontare: crescita, affettività, vocazione, lavoro/studio, sofferenza. Improvvisamente incrociamo un pullman avvolto dal fumo: sono pellegrini italiani, come noi, verso Lisbona. Per fortuna tutti salvi. Ci salutano…
Il viaggio così lungo – oggi le ore di pullman sono state circa quindici – ci costringe a rimotivare il pellegrinaggio. E così tanto tempo gomito a gomito ci costringe a curare di più i rapporti.
Il lettore potrebbe concludere che, in una giornata chiusa in un pullman, non succedano poi tante cose e invece tante succedono nei cuori. Tramonto luminosissimo. E poi l’accoglienza delle monache benedettine. A domani.

+ Andrea Turazzi

@pgsanmarino-montefeltro
#smgmg23

Prima tappa di avvicinamento a Lisbona

28 luglio 2023

Da un mare all’altro. Dall’Adriatico luccicante di primo mattino, visto dalle terrazze di Borgo Maggiore (RSM), al Mediterraneo che si increspa dolcemente sulla Costa Azzurra nel pomeriggio. È il percorso dei 60 giovani verso Lisbona per la GMG (sul pullman 63 posti). Buona parte dei ragazzi si conoscono già, più difficile per me agganciare, fare conoscenze, imparare nomi. Mi rendo conto dell’abisso fra i miei 75 anni e i loro vent’anni (verrà colmato in qualche modo?). Colgo tanta disponibilità: mi sembra sincera e, in questo, vedo già una prima concretizzazione della parola che costituisce il motivo-guida di questa esperienza: “Maria si alzò e andò in fretta”. Contesto: la fanciulla di Nazaret, dopo l’annuncio del Verbo che si fa uomo nel suo grembo verginale, si mette prontamente in cammino verso la casa di Elisabetta, incinta alla sua età avanzata. Una giovane donna verso una donna matura…
Ai ragazzi è stato raccomandato di far caso a quel complemento di moto a luogo. “Andare verso”: possibilità con infinite sfumature, applicazioni, aperture. Si comincia a vivere con questo stile. L’ho visto nelle cortesie, nell’intreccio delle voci nel canto, nel carico/scarico di zaini enormi…
Stiamo in pullman per una decina di ore (con necessaria apertura di qualche “corridoio umanitario”). La vita nello spazio disponibile è come un piccolo mondo: ci sono cose da raccontare, canzoni da riascoltare, panorami e città da guardare…  La curiosità aumenta varcato il confine Italia-Francia.
C’è il tempo per una preghiera, un Rosario aperto sulla mondialità: “Un Rosario verso”. Ogni decina di Avemarie viene dedicata ad un continente: all’Europa in assetto di guerra, all’Africa così ricca e così depredata, all’Asia misteriosa e alla ribalta, all’America con le sue contraddizioni, all’Oceania, il continente nuovissimo.
Una delle caratteristiche principali della GMG è l’internazionalità. Domenica 6 agosto sono attesi un milione di giovani da tutti i paesi del mondo.

Arriviamo alle 19 a St. Maximin (Saint-Maximin-la-Sainte-Baume), tutto sommato in gran forma. Ci sgranchiamo gambe e spalle raggiungendo la parrocchia cattolica di St. Madeleine. Un gruppo di famiglie, insieme al parroco, ci accoglie festosamente e… subito a tavola: un buffet ricco di verdure fresche, couscous e, inattesi, dieci cabaret di ravioli. Capito a tavola con otto splendide ragazze, vivaci e per niente stanche, nonostante le ore di viaggio.

C’è una sorpresa: un dopo cena culturale. Ci viene accordato il privilegio della visita notturna alla Basilica dedicata a Santa Maria Maddalena, un grandioso tempio in gotico-francese mozzafiato. Nella cripta possiamo fare una preghiera davanti alla reliquia della Santa, una discepola amata da Gesù e divenuta, come ci ricorda il monsignore che ci fa da guida, “Apostola degli apostoli”. Ci interessa relativamente il fondamento storico della tradizione che tramanda i trent’anni penitenti di Maria Maddalena qui in Provenza, nel villaggio della Baume.
Interessante il tentativo di distinguere nei Vangeli le “Marie” che via via compaiono sulla strada di Gesù. «È sempre Maria di Magdala?», ci chiede il Monsignore. Un restauro difficile da fare, ma ci basta vedere nelle tre “Marie” l’itinerario di ogni discepolo: Maria che piange i suoi peccati bagnando i piedi di Gesù con le lacrime e asciugandole con i capelli (conversione); Maria che accoglie Gesù nella sua casa e si mette a servirlo con prodigalità; Maria che lo riconosce risorto e che fa per abbracciarlo mentre viene mandata a portarne l’annuncio.
Scende la notte su questa prima tappa di avvicinamento a Lisbona. Siamo ospiti nelle aule della parrocchia: non ci resta che ringraziare e… dormire.

+ Andrea Turazzi

@pgsanmarinomontefeltro

#smgmg23

In partenza per la GMG

Nell’imminenza della Giornata Mondiale della Gioventù il Vescovo scrive un messaggio di saluto ai 57 giovani in partenza, mentre chiede a tutti un ricordo speciale nella preghiera.
Speriamo sia un travaso di entusiasmo per tutta la nostra Diocesi!

Esercizi spirituali ignaziani

Il Vescovo desidera informare che la Diocesi organizza anche quest’anno un corso di Esercizi Spirituali “ignaziani” di cui tutti possono avvalersi, dal 24 al 27 agosto presso il Seminario di Pennabilli (pernottamento presso l’albergo “Il parco”).

Il corso sarà guidato da padre Davide Saporiti, educatore dei novizi della Compagnia di Gesù (Gesuiti).

Le iscrizioni si ricevono presso la Curia vescovile entro il 15 agosto (cell. 335.6540190; e-mail: loris.tonini@diocesi-sanmarino-montefeltro.it).

La quota è di € 60 al giorno comprensiva di vitto e alloggio in camera singola (€ 55 in camera doppia). La partecipazione deve essere continuativa per tutta la durata del corso.

Giornata di preghiera e riflessione per i politici

Giovedì 22 giugno alle ore 21.00 presso la Casa San Giuseppe a Valdragone (RSM) la Diocesi promuove una tavola rotonda dal titolo “Pacem in terris? Attualità dell’enciclica di San Giovanni XIII”, come espressione dell’anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi alla pace.

Il 22 giugno la Chiesa ricorda San Tommaso Moro, avvocato, scrittore e uomo politico inglese noto soprattutto per il suo rifiuto di accettare la rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d’Inghilterra. Una decisione che mise fine alla sua carriera politica e che lo condusse nel 1535 alla pena capitale con l’accusa di tradimento. Nel 1935 fu proclamato santo da papa Pio XI e nel 2000 patrono degli statisti e dei politici da papa Giovanni Paolo II, quale testimone della dignità inalienabile della coscienza.

La comunità diocesana celebra per l’occasione la “Giornata di preghiera e riflessione per i politici”, con lo scopo di far sentire la sua vicinanza a coloro che hanno scelto di servire il bene comune attraverso l’impegno politico e per riaffermare la considerazione che la Chiesa ha della politica quale alta forma di carità.

Quest’anno la Giornata focalizzerà il tema della pace in occasione della ricorrenza del 60° anniversario della lettera enciclica Pacem in Terris, stante la drammatica situazione di guerra nel cuore dell’Europa che si aggiunge ai molteplici conflitti che sul pianeta costituiscono la “terza guerra mondiale a pezzi” denunciata più volte da papa Francesco.

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