1° maggio: affidamento a Maria del paese e dei lavoratori

Il 1° maggio, festa San Giuseppe lavoratore protettore dei lavoratori, cade in un momento molto difficile per il paese, caratterizzato dall’emergenza sanitaria Covid-19 e dalla preoccupazione per i rischi occupazionali legati alla conseguente emergenza economica.
L’annuale messaggio dei Vescovi per l’occasione, intitolato “Il lavoro in un’economia sostenibile”, accoglie questa comune preoccupazione evidenziando che l’epidemia ha reso consapevoli della fragilità e dell’interdipendenza degli uomini e della importanza della solidarietà e della capacità di fare squadra per affrontare le avversità. Nulla sarà come prima per le tante situazioni di difficoltà che il mondo del lavoro è e sarà chiamato ad affrontare per l’emergenza sanitaria, che si sovrappongo alle problematiche preesistenti dovute alla insostenibilità ambientale dell’attuale modello di sviluppo. Per questo i Vescovi sollecitano ad affrontare con consapevolezza ed urgenza la transizione verso un nuovo modello di sviluppo, che coniughi creazione di valore economico, dignità del lavoro e soluzione dei problemi ambientali. Si tratta di un cambiamento radicale che non può dipendere solo dall’impegno delle istituzioni ma che necessita di una partecipazione diffusa e dell’impegno di tutti a partire da nuovi stili di vita.
In questo momento di difficoltà il 1° maggio la Chiesa italiana affiderà il paese alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza e, nella festa di San Giuseppe lavoratore, sposo di Maria Vergine, affiderà in particolare i lavoratori consapevole delle loro preoccupazioni per il futuro.

Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro
Diocesi San Marino-Montefeltro

Necrologio mons. Mariano De Nicolò

Il Vescovo di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi, e il Vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Andrea Turazzi, unitamente al Presbiterio e alle Diocesi, affidano alla misericordia del Signore Risorto

Mons. MARIANO DE NICOLO’
Vescovo emerito di Rimini e di San Marino-Montefeltro

deceduto oggi, Sabato Santo, dopo lunga malattia, presso la “Piccola Famiglia dell’Assunta” di Montetauro.
Lo ricordano con affetto grato e riconoscente al Signore per il bene da lui profuso negli anni del suo episcopato.
Il rito di commiato si svolgerà in forma strettamente riservata presso la Cattedrale di Rimini, dove la salma verrà tumulata martedì 13 aprile p.v. alle ore 10.

Messaggio per la Pasqua 2020

“Gente di Pasqua”

Auguri vivissimi a tutti. È una Pasqua diversa: senza lo scambio di abbracci e strette di mano, senza grigliate sulla spiaggia e senza gite fuori porta. Si celebra nella propria casa, trincerati a dispetto di una primavera che non si è mai vista così scintillante. Una Pasqua senza Messa. C’è chi ne patisce per davvero perché non la sente come una semplice tradizione: gli manca quel “Pane” che dà forza e coraggio per il cammino. Tutti abbiamo bisogno dei riti. I riti uniscono, rinsaldano l’identità, educano il desiderio e l’attesa. Ve lo dico con le parole che Antoine Saint Exupery mette in bocca al piccolo principe: «“Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe. “Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore”». C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”».
Le campane di San Marino e del Montefeltro suoneranno a festa e canteranno “Alleluia” a dispetto del virus che ci ha messo in croce.
Non ci stanchiamo di ripetere la gratitudine per chi è in prima linea: medici e infermieri, gente dell’informazione e gente della speranza (i miei preti e le mie suore), autorità e forze dell’ordine, impiegati e semplici cittadini. Questi ultimi tra i più importanti protagonisti con l’arma decisiva a disposizione: stare a casa!
Ho un sogno grande: so che nella preghiera può realizzarsi. Vorrei salissimo insieme al sepolcro, dove era deposto Gesù, per rivivere lo stupore e la gioia delle donne e dei primi discepoli nell’apprendere che è risorto. «Non è qui. È vivo!».
Vorrei stringere forte la mano di chi è in cammino ma esita, perché si trova in un momento di buio, di chi non ha speranza ed in cuor suo ha già detto «basta!». Ci sono momenti della vita nei quali non si vedono alternative. C’è chi sulla soglia del sepolcro ha già dovuto affacciarsi e vi ritorna piangendo. Ma, proprio lì, il dono inatteso. Dall’oscurità alla luce: «Io sono con voi – dice il Risorto – tutti i giorni» (Mt 28,20).
Nei racconti pasquali, secondo quanto riferiscono i Vangeli, ritorna più volte il verbo “correre”: corre Maria di Magdala, corre Giovanni, corrono insieme Giovanni e Pietro. C’è tanto movimento attorno a quel sepolcro vuoto. Ma c’è anche chi è perplesso, dubita, si interroga. È davvero grande e incredibile quello che è successo la mattina di Pasqua!
È indispensabile per i cristiani del terzo millennio tornare alle radici della fede e dare solidità ad essa: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?».
La risurrezione di Gesù è il Big Bang della fede cristiana: nei primi istanti ha messo in moto poche persone, ma una quantità smisurata di energia. I primi cristiani capivano che era successo qualcosa di indicibile. Poi, di anno in anno, di secolo in secolo, fino ad oggi, tante persone sono state coinvolte in questo annuncio di fede che continua, inarrestabile, ad espandersi sulla terra. La risurrezione di Gesù è un messaggio in espansione, una notizia che vuole raggiungere tutti e dare speranza particolarmente noi, in questi giorni di “Coronavirus”. Noi: gente di Pasqua!

+ Andrea Turazzi

Settimana Santa

Settimana dal 29 marzo al 5 aprile

Settimana dal 23 al 29 marzo

Preghiera in tempo di Coronavirus

Gesù è con  noi
Cammina con noi

Chi racconta queste storie?
Che Gesù Cristo rimane chiuso?
Lui è vestito di bianco,
è con la mascherina negli ospedali
e sulle ambulanze e nelle persone in servizio.

Chi dice che il Nazareno
non fa la penitenza,
se sta nel pronto soccorso,
ai malati prestando assistenza.

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Fattiva collaborazione per il bene comune

È Quaresima inoltrata. Per i cristiani è il tempo del loro esodo: un cammino reale che li sottopone, come tutti, ad una prova che purifica la loro fede e la loro azione. C’è chi immagina un Dio che dovrebbe fare esattamente quello che ci si aspetterebbe da lui, ossia sconfiggere il male in un baleno, ma è una figura costruita sui propri bisogni.
La realtà ci sta mettendo davanti al Dio vero, quello della Rivelazione biblica: un Dio che ascolta il grido di Israele e fa udire la sua voce a Mosè; spinge il popolo a mettersi in cammino, mentre lui cammina con loro, e apre il mare al suo passaggio. Ma in fondo questo Dio non piace, perché costringe chi vuole conoscerlo davvero ad andare nel deserto dove non c’è il cibo dell’Egitto, l’acqua scarseggia e i serpenti sono una minaccia reale. Affrontando la prova il popolo diventerà adulto. Dunque, non una fede in un Dio “tappabuchi”, né una fede miracolistica, ma una fede come abbandono fiducioso e coraggio intraprendente fino al dono di sé. Riprenderemo, poi, le attività e il servizio pastorale come discepoli più maturi.
Da oggi si aggiungono restrizioni ulteriori sui luoghi di culto. Decisione presa dalla Repubblica di San Marino con Decreto-legge n.52 del 20/3/2020, art.1 n.1.r.
Motivazione: ragioni di prevenzione e di contenimento del contagio.
Una decisione così radicale sta suscitando reazioni comprensibili: la rivendicazione del libero esercizio del culto e la possibilità della “chiesa aperta” come segno di speranza (anche se, di fatto, non si dovrebbe andare in chiesa per le limitazioni di movimento già stabilite). Reazioni degne di rispetto. Occorre, però, riflettere senza spinte emotive e riconoscere che la situazione che le autorità son chiamate a governare è di una complessità mai vista, della quale possiamo cogliere solo alcune evidenze. Non spetta alla Chiesa, ma allo Stato legiferare in ordine alla salute pubblica.
È questo e soltanto questo il piano sul quale si devono assumere decisioni circa l’accesso ai luoghi di culto, senza richiamare principi che sanno tanto di ideologico. Prudenza e cautela sono per i cattolici, anzitutto, ossequio alla loro coscienza. In tempo di emergenza come quello presente la comunità cristiana sa trovare vie nuove per adorare Dio «in spirito e verità» e per esprimere fraternità solidale, come già sta cercando di fare.

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Appuntamenti ” a distanza” che ci riguardano da vicino

Giovedì 19 marzo – Solennità di San Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo
il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa (Leone XIII)

Ore 18:30 – S. Messa celebrata dal Vescovo Andrea dalla Cappella del Vescovado in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi:

https://www.facebook.com/ecclesiasammarinensisferetrana/

Ore 21 – In preghiera per il Paese

In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia (cfr. Sussidio per il Santo Rosario). Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta (canale 28).

Venerdì 20 marzo – “Venerdì Bello”

Ore 18:30 – S. Messa celebrata dal Vescovo Andrea dalla Cappella del Vescovado in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi e Atto di consacrazione alla Madonna:
https://www.facebook.com/ecclesiasammarinensisferetrana/

Invito ad una grande preghiera, corale e contemporanea

Pennabilli, 10 marzo 2020

A tutti i fedeli
della Diocesi di San Marino-Montefeltro

Carissimi,
invito ad una grande preghiera, corale e contemporanea, per questi giorni di particolare difficoltà a causa del “Coronavirus”.
Preghiamo con fede. Preghiamo tutti. Preghiamo tutti insieme, con mani alzate come Mosè sul monte. Questa iniziativa diocesana a cui chiedo di aderire senza eccezioni non sminuisce quello che abbiamo scritto più volte sulla necessità dell’intervento della scienza e della medicina, delle precauzioni, della protezione civile (ancora una volta grazie!).
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