Carissime e Carissimi,
domenica 30 settembre, festa di San Girolamo, è la Domenica della Parola. Certamente ogni comunità ha già pensato come celebrarla.
La Domenica della Parola può essere davvero un’occasione unica per raccogliere il popolo di Dio attorno alla Bibbia, rinnovando una delle dimensioni essenziali della vita cristiana: l’ascolto. In questa Giornata vogliamo restituire al Libro di Dio la sua centralità, mettendone in luce il grande valore umano e sociale, oltre che cristiano e spirituale, e invitando credenti e no a leggerlo, ripercorrerlo, rivisitarlo. «Sarebbe opportuno», ha scritto il Santo Padre nella lettera apostolica Misericordia et misera, «che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo».
Attorno alla Bibbia, infatti, si danno appuntamento le vie più diverse della comunicazione umana: l’arte, la musica, il cinema, una molteplicità di testi, di autori, di esperienze; uomini e donne che per essa hanno donato la vita, persone che grazie ad essa l’hanno ritrovata, esistenze che in essa hanno sperimentato una svolta decisiva e incisiva. Possono essere significative le parole del Santo Padre Francesco, tratte da una introduzione ad una Bibbia per i giovani: «Se voi vedeste la mia Bibbia, forse non ne sareste affatto colpiti. Direste: “Cosa? Questa è la Bibbia del Papa? Un libro così vecchio, così sciupato!”. Potreste anche regalarmene una nuova, magari anche una da 1000 €: no, non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia, quella che ha accompagnato metà della mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro. Vivo per lei e per niente al mondo la darei via… Avete tra le mani qualcosa di divino: un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla. Perciò ricordatevi: la Bibbia non è fatta per essere messa su uno scaffale, piuttosto è fatta per essere tenuta in mano, per essere letta spesso, ogni giorno, sia da soli sia in compagnia. Magari all’aperto, immersi nella natura, nel bosco, in riva al mare, la sera al lume di una candela… farete un’esperienza potente e sconvolgente.
Voglio confidarvi come leggo la mia vecchia Bibbia: spesso la prendo, la leggo per un po’, poi la metto in disparte e mi lascio guardare dal Signore. Non sono io a guardare Lui, ma Lui guarda me: Dio è davvero lì, presente. Così mi lascio osservare da Lui e sento – e non è certo sentimentalismo –, percepisco nel più profondo ciò che il Signore mi dice.
volte non parla: e allora non sento niente, solo vuoto, vuoto, vuoto… Ma, paziente, rimango là e lo attendo così, leggendo e pregando. Prego seduto, perché mi fa male stare in ginocchio. Talvolta, pregando, persino mi addormento, ma non fa niente: sono come un figlio vicino a suo padre, e questo è ciò che conta. Volete farmi felice? Leggete la Bibbia».
Raccomando di ricordare nella preghiera il Santo Padre al quale va la nostra più piena comunione.
+ Andrea Turazzi