Quaresima missionaria

È consuetudine in Diocesi concretizzare le proposte della Quaresima – preghiera, digiuno ed elemosina – indicando un obiettivo concreto, possibile, coinvolgente singoli e comunità. Ufficio missionario e Caritas hanno scelto di concorrere alla costruzione di una scuola nella Repubblica Democratica del Congo, precisamente nella Diocesi di Isiro-Niangara, di cui è originario il nostro don Jean-Florent Angolafale (amministratore parrocchiale di Talamello, unità pastorale di Novafeltria).
Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore le immagini della recente visita pastorale di papa Francesco in terra d’Africa. Le necessità sono tante, ma l’opera più urgente è la formazione: preparare “uomini nuovi” per un’Africa sempre più protagonista.

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“Appuntamento a Pasqua”: pomeriggio di spiritualità unitario

Chi l’ha detto che la Quaresima debba essere un tempo lugubre e amaro? Il canto che ritorna di frequente in questi quaranta giorni – il Salmo 50 – suggerisce il contrario: «Signore, rendimi la gioia di essere salvato». Dunque, un’attesa di gioia! La gioia è una dimensione della Quaresima; nel suo svolgimento il credente sperimenterà la gioia di sentirsi amato da Dio e la gioia di essere salvato da Cristo: è il mistero della Pasqua.

Si parte dal mercoledì delle Ceneri (22 febbraio) per puntare decisamente alla Veglia pasquale (la notte fra l’8 e il 9 aprile). “Quaresima e gioia” è una combinata che sembra rimbalzare sullo sfondo della primavera che trionfa sull’inverno. C’è un versetto del Cantico dei Cantici che risuona nella liturgia con l’armonia di un flauto dolce, è l’invito alla gioia di un innamorato: «L’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato…» (Cant 2,11).

Da qualche anno, gruppi, associazioni, movimenti hanno deciso di entrare insieme in Quaresima (come già per l’Avvento): una mezza giornata di intensa spiritualità, aperta a tutti. I vantaggi sono evidenti: superamento di una certa frammentarietà, maggiore ricchezza di stimoli, più ampia disponibilità di risorse.
L’iniziativa vuole essere un segno di come l’Anno Liturgico debba essere affrontato e percorso non individualisticamente dal singolo cristiano, quanto dalla comunità intera che vi si impegna e vi si esprime. In effetti, la proposta fatta dagli Uffici Pastorali diocesani rende più tangibile questo principio. La Quaresima non è un tempo privato, ma pubblico, senza nulla togliere al coinvolgimento e all’impegno personale. Come tale, comporta un programma, una successione di domeniche, organizzate secondo una coerenza complessiva.

Domenica 26 febbraio è la prima tappa dell’itinerario orientato alla Pasqua, centro dell’Anno Liturgico. Il pomeriggio verrà aperto e concluso dal Vescovo Andrea. A suggerire i temi di riflessione sarà mons. Francesco Lambiasi, vescovo emerito di Rimini, particolarmente apprezzato e amato, che aiuterà i partecipanti a sviluppare le tappe del percorso (ciclo annuale A).

L’itinerario della Quaresima nel ciclo liturgico dell’anno A

È un itinerario fortemente caratterizzato dalla tematica battesimale e costituisce la traccia per il catecumenato.
I quaranta giorni della Quaresima sono un tempo di particolare grazia e di forte esperienza ecclesiale: non si va da soli, ma si avanza “in cordata”.
La preghiera, il digiuno, la condivisione, l’intercessione dei santi e della Madonna, uniti alla grazia di Cristo, sono un tesoro a cui tutti possono attingere, un camminare “a corpo”.
Quest’anno la Quaresima missionaria propone di convogliare l’elemosina nel progetto “Scuola Murupi”: si partecipa alla costruzione di una scuola elementare nella Repubblica Democratica del Congo (diocesi di Isiro-Niangara).

La prima tappa pone il catecumeno di fronte all’esperienza drammatica delle tentazioni di Gesù nel deserto. Egli condivide con gli uomini l’asperità del cammino verso la libertà. Insegnamento necessario per chi muove i primi passi.
La seconda tappa si apre con uno squarcio di futuro e di speranza: la Trasfigurazione. I discepoli possono guardare con audacia la meta della loro trasfigurazione per mezzo del Battesimo. Intanto possono trasformare la realtà in cui sono immersi con l’amore che dà senso a tutte le cose.
La terza tappa presenta Gesù che chiede e offre acqua da bere alla donna samaritana: è un’acqua viva capace di colmare i desideri più profondi del cuore.
La quarta tappa vede in Gesù colui che dona la vista ad un cieco dalla nascita. Come nelle tappe precedenti, è anticipata la realtà del Battesimo, considerato come esperienza di purificazione e di luce.
L’ultima tappa prima della Settimana Santa ripropone il segno della risurrezione dell’amico Lazzaro, promessa di una pienezza di vita: la vita nuova in Cristo.

Quaranta giorni speciali! Giorni di cammino, di gioia e di speranza, come i quaranta giorni di Mosè sul monte; come i quaranta giorni di cammino del profeta Elia verso l’Oreb, come i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto…
Tutta la Chiesa si mette sulle orme del suo Maestro e avanza. La meta? Per i catecumeni il Battesimo; per i fedeli la rinnovazione delle promesse battesimali; per tutti «l’unica cosa necessaria» (cf. Lc 10,45): in Quaresima si cammina e si sta! Si sta seduti ai piedi di Cristo per ascoltare la sua Parola; si cammina fuori da se stessi e dal proprio peccato.

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Terremoto: sempre più drammatica la situazione in Turchia e Siria

La Caritas Diocesana di San Marino-Montefeltro, in contatto con Caritas Italiana, segue gli sviluppi del catastrofico terremoto che ha colpito il sud-est della Turchia ed il nord della Siria. Le necessità umanitarie sono enormi. “Manca acqua potabile, elettricità, le vie di comunicazione sono interrotte”: queste le parole del Vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia.

In tutta l’area colpita dal sisma le condizioni meteo, con neve e temperature sotto lo zero, rendono i soccorsi più complicati.

In Turchia la Caritas, in coordinamento con le autorità locali, sta accogliendo gli sfollati in luoghi sicuri all’aperto. Ha già distribuito 400 coperte e 100 pasti caldi per le persone sfollate a Iskenderun. Presso l’episcopio sono stati messi a disposizione spazi all’aperto che al momento restano i più sicuri.
In Siria, la Caritas locale era già attiva in gran parte del territorio con programmi di assistenza umanitaria, sanitaria e riabilitazione economica. Si tratta di un’area particolarmente complessa che accoglieva già molti sfollati di una guerra che ha ancora focolai di conflitto.

Caritas Italiana ha espresso vicinanza, solidarietà e cordoglio alle Chiese locali ed è in costante contatto con Caritas Turchia, Caritas Siria e la rete Caritas Internazionale per sostenere l’organizzazione degli aiuti ed il coordinamento. Grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana è stato predisposto un primo stanziamento di fondi per il sostegno degli interventi.

Considerata la difficile situazione socio-politica dei territori colpiti, nonché il delicato equilibrio in cui operano le Chiese, è necessario il massimo coordinamento. Si chiede di non effettuare raccolte di beni materiali e di non inviare beni all’estero. La forma di aiuto più opportuna resta la colletta in denaro, sostenendo Caritas Italiana per gli interventi che si stanno attivando in loco.

Per sostenere Caritas Italiana si può effettuare una donazione alla Caritas Diocesana attraverso i C/C seguenti:

Per l’Italia: DIOCESI SAN MARINO-MONTEFELTRO – IBAN: IT59D0306968481100000000471

Per San Marino: DIOCESI SAN MARINO-MONTEFELTRO – IBAN: SM57L0854009805000050188430

la cui raccolta sarà inviata a Caritas Italiana.

Il Direttore Caritas Diocesana
Luca Foscoli

Il Vescovo Andrea ha indetto per sabato e domenica prossima 11/12 febbraio una speciale giornata di solidarietà spirituale e materiale per le persone colpite da questa grave prova da celebrarsi in ogni parrocchia e in ogni chiesa.

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Giornata della Vita consacrata

Oggi, giovedì 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, si celebra la Giornata della Vita consacrata.

In questo anno pastorale incentrato sull’essere “costruttori di comunità” valorizzando doni e carismi, la preghiera per le vocazioni si fa più fervorosa del solito e ci si sente tutti collaboratori nella dedizione per l’evangelizzazione.

Ad ogni comunità è stato chiesto di sottolineare la gratitudine per il dono della vita consacrata, di pregare per i religiosi e le religiose e di rinnovare il proposito di andare incontro, con le luci accese, al Signore che viene nel suo Tempio, con l’adesione alla sua sequela

Alle ore 17 si terrà una solenne liturgia nella Cattedrale di Pennabilli (processione dal Seminario vescovile alle ore 16.45) con la presenza delle nostre religiose e dei nostri religiosi.
La celebrazione sarà trasmessa in diretta sul Canale YouTube della Diocesi San Marino – Montefeltro

https://www.youtube.com/live/BGdzBQvYmTg?feature=share

Scarica la lettera del Vescovo Andrea alle consacrate e ai consacrati

Preghiera insieme per la Vita

Nei lunedì del mese di febbraio (6-13-20-27), in occasione della 35° Giornata Nazionale per la Vita (5 febbraio), l’Azione Cattolica diocesana organizza un momento di preghiera (Compieta) online per la Vita nascente.

Gli incontri si terranno su piattaforma Zoom utilizzando i seguenti codici per il collegamento:

ID riunione: 912 196 8689
Passcode: 25240908

Nuovi percorsi di formazione socio-politica

“Il cristiano si interessa alla realtà sociale e dà il proprio contributo…Il punto di partenza è perciò uscire da sé stessi per aprirsi agli altri e andare loro incontro” (Papa Francesco).
Accogliendo la sollecitazione del Papa, le diocesi di San Marino-Montefeltro e di Rimini insieme propongono venerdì 9 giugno 2023 ore 21.00 presso la Sala Montelupo del Castello di Domagnano una conferenza pubblica sul tema “Cittadini, cittadinanza, democrazia”.
Porteranno il loro saluto:
– S.E. Mons. Andrea Turazzi (vescovo di San Marino-Montefeltro)
– S.E. Mons. Nicolò Anselmi (vescovo di Rimini)
Relatore sarà il Prof. GIOVANNI MORO, sociologo politico, professore associato al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Sapienza, responsabile scientifico di Fondaca, Fondazione per la cittadinanza attiva, autore di numerose pubblicazioni e saggi sul tema della cittadinanza attiva.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

La preghiera per l’unità dei cristiani è assolutamente necessaria e si unisce a quella di Gesù nel cenacolo: «Ut omnes unum sint»!
In tutte le comunità si terranno momenti di riflessione e di preghiera dal 18 al 25 gennaio.
Agli occhi del mondo e della storia i cristiani offrono ancora lo scandalo della divisione. Ragioni storiche pesano sulle relazioni fra noi cristiani. Si tratta per lo più di situazioni che i cristiani di oggi si ritrovano come eredità non voluta direttamente.
Il lungo cammino di divisione dentro la storia ha portato a divaricazioni sempre più vistose, arrivando talvolta alla incomprensione e persino a pregiudizi e ostilità.
Il Signore ha suscitato un vasto movimento spirituale con una forte tensione all’unità: si chiama “movimento ecumenico” ed è presente pressoché in tutte le Chiese.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha vivamente promosso e incoraggiato l’impegno della Chiesa in questo ambito promuovendo il dialogo, la preghiera e la conoscenza reciproca. Siamo uniti nel comune Battesimo, nelle formule antiche della fede (il simbolo), nella testimonianza della carità reciproca.
C’è un ecumenismo di popolo che travolge le barriere ma va guidato. C’è un ecumenismo teologico che affronta questioni delicate. C’è un ecumenismo dei leader che, da una parte richiama alla fedeltà delle tradizioni e dall’altra compie passi che esprimono questa tensione. È un ambito nel quale ci si muove tra mille difficoltà e nel quale giova la chiarezza. C’è, a volte, la tendenza a confondere il desiderio dell’unità con la confusione delle posizioni.
Ogni confessione cristiana ha percorso un tratto di strada valorizzando aspetti della dottrina e della prassi ecclesiale: un giorno saranno una ricchezza per tutti, dono che ognuno porterà alla comunione. È pur vero che ogni Chiesa ha bisogno di purificazione e di un riesame della propria fedeltà alla comune fede. E che dire poi dei condizionamenti della storia e della società? Nel nostro ambiente, nella nostra Diocesi, non c’è una presenza significativamente grande di altre Chiese, diverse da quella cattolica; questo non significa che dobbiamo ignorare o non appassionarci all’ecumenismo: sarebbe una mancanza grave.
A ben vedere, accanto a noi, in molte delle nostre case, abbiamo collaboratrici famigliari cristiane di altra confessione. I nostri giovani studenti sono fianco a fianco con amici ortodossi o protestanti; allo stesso modo succede nel mondo del lavoro. Va sempre precisata la distinzione fra ecumenismo, che riguarda le diverse confessioni cristiane che hanno in comune il Battesimo, e dialogo interreligioso fra religioni diverse. Tutti siamo mossi dallo splendore della verità e tutti desideriamo farne dono all’umanità!

+ Andrea Turazzi

Riprende il Cammino Sinodale

Al via la seconda fase del Cammino Sinodale: tutti costruttori nei Cantieri di Betania (Lc 10, 38-42)

Questa domenica, 15 gennaio, segna il lancio della Seconda fase del Cammino Sinodale nella nostra Diocesi. Infatti, preti e referenti parrocchiali del “Cammino sinodale” si troveranno presso il Seminario di Pennabili, via del Seminario, 5.
Si ricorda che, dalla sintesi delle varie relazioni delle Diocesi della CEI, sono emersi tre cantieri consegnati al discernimento delle comunità cristiane e chiamati a diventare vere strategie pastorali. I cantieri fanno risuonare tre domande per la scelta di ogni comunità: Come il nostro camminare insieme può creare spazi di ascolto reale della strada e del villaggio? Come possiamo “camminare insieme” nella corresponsabilità? Come possiamo camminare insieme nel riscoprire la radice spirituale (“la parte migliore”) del nostro servizio?
«È emozionante pensare che la Chiesa ha bisogno di ascoltare proprio noi! È una grande opportunità di rinnovamento per tutti», sostiene il Vescovo Andrea rivolgendosi ai referenti parrocchiali ed ai facilitatori del Cammino Sinodale.
Questa seconda fase diocesana si vive in concomitanza con la fase continentale che sfocerà nell’Assemblea Sinodale dei Vescovi attorno a Papa Francesco a Roma in ottobre 2023.

Lettera del Vescovo Andrea ai referenti parrocchiali e ai facilitatori 

Programma dell’incontro dei referenti 

Domenica della Parola

A differenza di quanto si era inizialmente preventivato, quest’anno il momento diocesano di celebrazione della “Domenica della Parola” non si farà nel pomeriggio del 22, bensì nella serata di venerdì 20 gennaio alle ore 20.45 presso la chiesa parrocchiale di Novafeltria. Questo per dar modo, a quanti volessero, di partecipare all’inaugurazione del ministero apostolico di mons. Nicolò Anselmi quale 111° pastore della Chiesa sorella di Rimini e successore di mons. Francesco Lambiasi, di cui abbiamo imparato a conoscere la profondità teologica e l’amore per la Scrittura.

Ma questo cambio di data, in realtà, è stato provvidenziale, da un certo punto di vista, perché ci ha fatti interrogare sulla modalità attraverso la quale poteva apparire più consono celebrare la Parola di Dio. Infatti, quest’anno abbiamo deciso di dare più spazio alle Parrocchie: l’Ufficio liturgico si occuperà di preparare un Sussidio pastorale con alcuni suggerimenti, anche rituali, da attuare nelle S. Messe di quel week-end, affinché ogni fedele possa meglio rendersi conto di che cosa significa che la Parola di Dio è motore propulsore della vita della Chiesa.

Accanto a ciò, vivremo insieme, però, a livello diocesano un momento di preghiera, nella forma della veglia sinodale. Dopo un momento di preghiera, con l’invocazione dello Spirito Santo, il nostro Vescovo ha piacere di interrogare la sua Chiesa – cioè noi tutti, nessuno si senta escluso! – su una domanda molto semplice e concreta: “Che posto occupa la Parola di Dio nelle nostre Comunità? Cosa suggeriamo in proposito?”. Sì, perché se è vero che la Parola è motore propulsore della vita della Chiesa, dobbiamo chiederci in che considerazione noi la teniamo e soprattutto come essa sta agendo nella nostra vita. Sia che la Parola già stia occupando un posto importante nell’orizzonte della nostra fede, sia che essa sia ancora “sconosciuta”, desideriamo aprire un confronto su di essa perché le “buone pratiche” si diffondano e ciascuno possa tornare a casa con qualche idea o proposta in più. Il profeta Isaia ci ha detto che «come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» (Is 55,10-11).

La Parola, dunque, che è il Signore Gesù in persona, agisce, è efficace, non viene meno a se stessa. Essa è la buona notizia, la nostra liberazione, il punto di novità che può cambiare il nostro modo di vivere. Per questo un uomo o una donna che non si lascino cambiare, direi proprio “scavare” dalla Parola, non possono dirsi cristiani. La Parola necessariamente ci modifica, ci fa muovere, ci sposta dalle nostre posizioni granitiche nelle quali normalmente ci arrocchiamo, perché zone di confort. Anche perché la Scrittura continuamente ci comunica cose nuove e diverse, in un approfondimento sempre maggiore, al punto tale che chi anche legga una volta tutta la Bibbia non potrà mai dire di averla finita: bisogna ricominciarla di nuovo e poi ancora, dal momento che essa non smetterà mai di parlarci e dirci cose nuove. E per fortuna che è così!

La questione, credo che sia evidente per tutti, non consiste nel moltiplicare momenti di ascolto, quanto imparare a vivere più in profondità gli istanti in cui la Parola già ci viene donata. Molte delle nostre Comunità vivono da tempo, oltre alla Liturgia della Parola, momenti di Lectio divina o catechesi bibliche; sempre più fedeli partecipano ai corsi presso l’Istituto di Scienze Religiose “Marvelli” o proposti dalla Scuola base di Vita cristiana. La questione capitale è, allora, la qualità del nostro ascolto: quanto ci lasciamo modellare da Dio che ci ha donato la sua Parola non come un bel testo da tenere nelle nostre librerie, bensì come persona vivente, della quale è possibile innamorarsi in una costante sequela? Ogni fedele si senta interpellato da questo interrogativo.

Folla, raccoglimento e ricordi…

Riceviamo e pubblichiamo un messaggio del Vescovo Andrea dopo la S.Messa per le Esequie di papa Benedetto XVI.

Carissimi,
sto tornando dalla liturgia funebre per papa Benedetto XVI.
Folla, raccoglimento e ricordi… Grande emozione spirituale.
Mi tornavano alla mente continuamente le ultime parole “comprensibili” di Benedetto pronunciate con un fil di voce: “Gesù, ti amo”.
Vorrei potessimo dire tutti così in questo momento.
Sono parole piene di tenerezza, che acquistano un significato particolare sulle labbra di una persona così profonda e acuta razionalmente.
Gesù Cristo è stato il suo Tutto. È guardando e amando Gesù che troviamo l’unità.
Ci sono momenti nei quali la Chiesa appare divinamente bella.
Ci vorrà tempo per approfondire il magistero e la portata storica del pontificato di papa Benedetto XVI, comprese le difficoltà.
Consiglio a tutti di riascoltare (o rileggere) l’omelia di papa Francesco: “Pascere è amare. Amare vuol dire essere pronti a soffrire”.
Ho pregato tanto per la Chiesa e per la nostra amata Diocesi di San Marino-Montefeltro.
Vescovo Andrea