Saluto all’inaugurazione del nuovo Istituto Superiore di Scienze Religiose

Domagnano (Sala Montelupo), 13 ottobre 2016

Oggi è davvero un grande giorno. Ho detto scherzosamente agli amici della stampa che possiamo dire di avere un nuovo “fiocco azzurro” nella diocesi di San Marino-Montefeltro, perché è nato il nuovo soggetto “Istituto Superiore di Scienze Religiose Rimini/San Marino-Montefeltro”. La realizzazione di questo Istituto è una testimonianza di unità e di collaborazione fra diocesi.
La prima parola che mi sento di dire è “gioia”, perché si tratta di una bella notizia: finalmente possiamo contare, anche nella Repubblica di San Marino e nel territorio del Montefeltro, sulla presenza di studi accademici di materie teologiche.
La seconda parola è “gratitudine”, perché questo è stato possibile col lavoro di tante persone. Quanti contatti e quanti incontri sono stati necessari per dare concretezza al progetto; non soltanto con le autorità di San Marino e con quelle del del Montefeltro, ma anche con gli sponsor che hanno generosamente offerto il loro appoggio e il loro contributo. Senza di loro non sarebbe stato possibile portarlo a compimento.
Infine, la terza parola è “impegno”, segno per noi della priorità che vogliamo dare alla formazione. Si è parlato tanto del fenomeno strano dell’analfabetismo, un fenomeno incongruente rispetto all’ambiente in cui viviamo e alla nostra tradizione che è così ricca di elementi cristiani. Tale impegno sentiamo di portarlo avanti ad intra, nella comunità cristiana, ma anche ad extra, perché lo sentiamo anche come un servizio a chi ci sta accanto: questa realtà che nasce è veramente aperta a tutti.

+ Andrea Turazzi

Giornata per la Scuola

Carissimi,
il 4 ottobre prossimo (ma, per necessità organizzative, anche nei giorni attorno alla festa di San Francesco), si tiene la “Giornata per la Scuola”.
Si tratta di un’occasione per manifestare l’attenzione della comunità cristiana al mondo della scuola, istituzione fondamentale per la società e per l’educazione della gioventù: per questo il nostro interessamento e la nostra preghiera.
I dirigenti scolastici e gli insegnanti di religione sono stati informati di questo e delle iniziative in favore dei genitori, degli alunni e degli insegnanti (vedi programma sul retro).
Dove è possibile e consentito è bello che i parroci portino il loro saluto per l’anno scolastico che inizia. Anche questo è un modo per fare nostro il programma di questo decennio dedicato all’emergenza educativa. Un frutto importante è la risposta di tutti alla domanda di partecipazione, secondo la responsabilità di ciascuno.
Con la mia benedizione

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

Istanze d’Arengo sull’aborto: l’omologazione a modelli imposti da altri

Le associazioni e le aggregazioni laicali della Diocesi di San Marino – Montefeltro hanno seguito con molta attenzione il dibattito svolto in Consiglio Grande e Generale sulle istanze tese alla depenalizzazione dell’aborto e hanno accolto con vivo rammarico l’accoglimento di tre di esse. La speranza era di celebrare un salto in avanti verso una forma di civiltà più alta e più rispettosa della identità di San Marino, piuttosto che l’omologazione a modelli imposti da altri Stati.
Questo risultato ci spinge con ancora maggiore determinazione per una presenza costante ed attiva nel dibattito pubblico in San Marino, al fine di portare un contributo teso a riaffermare la dignità e l’inviolabilità della vita dal concepimento fino al suo termine, per la promozione di una cultura della vita alternativa alla cultura dello scarto.
Le aggregazioni e associazioni laicali in questo loro impegno sono disponibili al confronto con ogni uomo di buona volontà che sente la responsabilità di condividere il progetto di eliminare dal nostro Paese ogni possibile causa che possa spingere una madre a pensare a una scelta drammatica come quella dell’aborto.
Le associazioni e le aggregazioni laicali
Diocesi di San Marino – Montefeltro

Inaugurazione Meeting – Conferenza del Presidente Mattarella

Sono di ritorno dall’incontro con il Presidente d’Italia Mattarella avvenuto nella giornata di apertura del Meeting di Rimini. Ho riportato una vivissima impressione da questo incontro. Ho trovato il Presidente persona squisita, di grande dignità, riservata, ma che si concede con grande affabilità. Ho apprezzato le sue risposte ai tre giovani che sono intervenuti al termine della sua conferenza. Tutte risposte aperte ad una grande stima e speranza nei confronti dei giovani. Ogni volta Mattarella chiude le risposte col suo sorriso timido, ma che stabilisce relazione: «Ora tocca a voi – sembra dire – avete talenti da mettere in circolazione». Il Presidente ha apprezzato moltissimo la scelta del tema per questa edizione del Meeting “Tu sei un bene per me”. All’inizio s’è parlato poco di repubblica – ha affermato il Presidente – perché era emergente il tema della democrazia, ma oggi, a settant’anni dalla fondazione, si vede il genio della repubblica che sta nell’ “incontro con l’altro”, come testimonia il titolo della mostra che accompagna il Meeting. Dalle parole di Mattarella traspare la sua convinta dedizione a portare unità all’interno del paese, nel più ampio ambito europeo, nel mondo. Ci siamo abituati effettivamente in Italia – ma potremmo dire anche a San Marino – ad una vita pubblica come scontro e continua delegittimazione dell’altro. Ma non è stato sempre così – ha tenuto a sottolineare il Presidente – l’Italia si è costruita grazie al compromesso virtuoso tra culture diverse.
Nello stringere la mano al presidente avrei voluto dirgli ancora tante cose. Anzitutto avrei voluto portargli il saluto della mia gente, ma anche lo sgomento di tanti di fronte agli scenari orribili di guerra dei quali siamo spettatori e il nostro appoggio al suo sforzo per la pace. L’incontro è stato di un attimo, ma avrei voluto dirgli che mi sento molto ben interpretato dalla sua presenza sulla scena internazionale e che siamo fieri di essere amici dell’Italia e fieri di essere italiani nel Montefeltro. Grazie Presidente.

+ Andrea Turazzi

Messaggio per il Ferragosto

Messaggio per il Ferragosto

Diamo un cortese benvenuto a tutti coloro che in questi giorni di Ferragosto sostano o fanno visita a San Marino e al Montefeltro.
La nostra terra e i nostri borghi vi accolgono non solo con un’ospitalità ben attrezzata, ma con la più grande cordialità.
In una natura esuberante e verdissima e sui monti dell’entroterra sarà possibile fermarsi in luoghi di intensa spiritualità: pievi e chiostri che profumano ancora di Cielo. La visita, ci auguriamo, può trasformarsi in preghiera. Siamo tutti assetati di interiorità.
Il 15 agosto, nel cuore dell’estate, brilla la festa di Maria Assunta in Cielo che, per i credenti, è corale manifestazione di affetto filiale alla Madonna, la madre di Gesù. Ma in lei, assunta in Cielo in anima e corpo, viene esaltata la nostra corporeità. Non siamo angeli, siamo esseri umani, unità di corpo e anima. Il corpo che siamo è anche una responsabilità. Il corpo, preparato da una lunga gestazione, continua ad aver bisogno di protezione e vigilanza. È fragile ed esposto a tanti condizionamenti. Va curato nella bellezza, custodito nella salute, valorizzato in tutte le sue espressioni perché il suo linguaggio sia puro, mai ambiguo e sempre nuovo. Bello nella giovinezza, nell’età matura e ancora nella vecchiaia, perché la bellezza viene da dentro.
Per questo il nostro pensiero va a chi si prende cura della nostra salute, a chi in questi giorni resta al suo posto di lavoro per l’utilità comune. Soprattutto il nostro ricordo è per chi non può andare in vacanza e per chi percepisce la parola stessa come una importuna ironia perché disoccupato e senza lavoro.
A tutti auguriamo serenità e la proposta di scambiarci gesti di pace e di amicizia.

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

CAMMINATA DEL RISVEGLIO

Carissimi,
vi aspetto in tanti alla Madonna del Faggio (Eremo di Carpegna) domenica 21 agostoCi troveremo alle 9 sotto la croce sui prati dell’Eremo per ascoltare alcune testimonianze e poi salire insieme al Santuario per la Santa Messa. Molti arriveranno dai borghi e dalle parrocchie a piedi. Altri potranno raggiungere la meta in auto, soprattutto se accompagnano anziani e ammalati. In ogni zona ci sono dei referenti che si prendono a cuore l’organizzazione.
Quest’anno – anno giubilare della Misericordia – ci si potrà preparare spiritualmente al pellegrinaggio con il sacramento della Confessione.
Presso i monasteri di clausura della nostra diocesi, in giorno stabilito, vi saranno sacerdoti a disposizione, mentre le monache ci accompagneranno con la preghiera e con la lettura della Parola di Dio (anche per questo contattare i referenti).
Anche quest’anno abbiamo una grazia da chiedere insieme come popolo: il dono delle vocazioni, specialmente al sacerdozio.
Vi benedico
+ Andrea Turazzi

Assemblea diocesana di verifica

Assemblea diocesana di fine anno pastorale “Un pomeriggio di Magnificat”

Una Chiesa che si incontra è sempre una risorsa per ogni uomo. Per questo ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno a cuore la qualità della vita nel nostro territorio per scoprire quanto i cristiani possono dare agli uomini loro fratelli.

  1. Sabato 11 giugno 2016 si terrà a Pennabilli l’Assemblea diocesana per «un momento di “verifica” del nostro cammino come Chiesa diocesana, alla luce dei tre punti di impegno evidenziati dal Vescovo nel Programma pastorale di inizio anno:

La misericordia

L’accoglienza

Nuovi stili di annuncio (espressione della capacità generativa della Chiesa, opera congiunta della comunità cristiana e della famiglia);

  1. Un secondo intendimento è rappresentato dalla volontà di far conoscere maggiormente la Diocesi e conoscerci meglio tra noi;
  2. Un terzo obiettivo è il desiderio di dar lode al Signore per le cose belle che ha compiuto nella nostra comunità durante l’anno pastorale che sta per concludersi».

Anche e particolarmente in una società pluralistica e parzialmente scristianizzata, la Chiesa è chiamata a operare, con umile coraggio e piena fiducia nel Signore, affinché la fede cristiana abbia, o recuperi, un ruolo-guida e un’efficacia trainante, nel cammino verso il futuro [Giovanni Paolo II al Convegno ecclesiale di Loreto].

Esorto tutti i fedeli ad essere come fermento nel mondo, mostrandovi sia nel Montefeltro che a San Marino cristiani presenti, intraprendenti e coerenti [Benedetto XVI durante la s. Messa allo stadio di Serravalle – RSM].

Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune. I credenti sono cittadini. E lo dico qui a Firenze, dove arte, fede e cittadinanza si sono sempre composte in un equilibrio dinamico tra denuncia e proposta [Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze].
Rispondiamo all’invito dei sommi pontefici rivolti all’Italia intera e in particolare a San Marino per riprendere, con tutti i fedeli della Diocesi e di fronte a tutti gli uomini, l’esperienza vissuta in questo anno pastorale.

L’invito è rivolto a tutti i fedeli, in particolare agli operatori pastorali della Diocesi.

Questo il PROGRAMMA

– ore 15.00: accoglienza in Cattedrale, preghiera, saluto del Vescovo
– ore 15.20: proiezione di un filmato con le immagini più belle delle attività diocesane realizzate durante l’anno
– ore 15.35: introduzione ai temi dell’Assemblea e ascolto di alcune brevi esperienze
– ore 16.00: suddivisione in piccoli gruppi di lavoro, guidati da un moderatore
– ore 17.15: ritorno in Cattedrale per una preghiera di lode
– ore 18.00: conclusione

Ufficio Stampa
Diocesi di San Marino-Montefeltro

Per un nuovo umanesimo del lavoro. SI’, MA INSIEME.

Domenica 1° maggio 1955 papa Pio XII istituì la festa liturgica di san Giuseppe lavoratore, dando una prospettiva religiosa alla giornata del 1° maggio la cui origine risaliva al 1890, anno in cui i lavoratori di vari paesi per la prima volta chiedevano pubblicamente condizioni di lavoro più eque. La Chiesa volle illuminare questa festa con l’esemplarità di san Giuseppe, affidando ogni uomo che lavora alla custodia dell’umile artigiano di Nazareth, che «impersona presso Dio e la Santa Chiesa la dignità del lavoratore» (Pio XII).

Oggi purtroppo il dato prevalente è che il lavoro manca, con la conseguenza che sempre più persone, impaurite dalla prospettiva di perderlo o di non trovarlo, condividono l’idea che nulla sia più come è stato finora: dignità, diritti, salute finiscono così in secondo piano. E’ diffusa la “incapacità di fermarci e tendere la mano a chi è rimasto indietro. Intimoriti e atterriti da un mondo che non offre certezze, scivoliamo nel disinteresse per il destino dei nostri fratelli e così facendo perdiamo la nostra umanità, divenendo individui che esistono senza trascendenza e senza legami sociali… Oggi più che mai c’è quindi bisogno di educare al lavoro… Il lavoro deve tornare a essere luogo umanizzante, uno spazio nel quale comprendiamo il nostro compito di cristiani, entrando in relazione profonda con Dio, con noi stessi, con i nostri fratelli e con il creato” (Vescovi italiani per il 1° maggio 2016).

Per costruire un futuro in cui il lavoro contribuisca a creare una società più giusta e vicina ai bisogni dell’uomo, Papa Francesco ci invita a “FARE INSIEME”: “Come sarebbe diversa la nostra vita se imparassimo davvero, giorno per giorno, a lavorare, a pensare, a costruire insieme! … “fare insieme” significa investire in progetti che sappiano coinvolgere soggetti spesso dimenticati o trascurati. Tra questi, anzitutto, le famiglie, focolai di umanità… le categorie più deboli e marginalizzate, come gli anziani, … i giovani, prigionieri della precarietà…Tutte queste forze, insieme, possono fare la differenza per un’impresa che metta al centro la persona, la qualità delle sue relazioni, la verità del suo impegno a costruire un mondo più giusto, un mondo davvero di tutti. “Fare insieme” vuol dire, infatti, impostare il lavoro non sul genio solitario di un individuo, ma sulla collaborazione di molti… Al centro di ogni impresa vi sia dunque l’uomo: non quello astratto, ideale, teorico, ma quello concreto, con i suoi sogni, le sue necessità, le sue speranze, le sue fatiche…Dinanzi a tante barriere di ingiustizia, di solitudine, di sfiducia e di sospetto… il mondo del lavoro è chiamato a fare passi coraggiosi perché “trovarsi e fare insieme” non sia solo uno slogan, ma un programma per il presente e il futuro.” (Papa Francesco agli imprenditori italiani, 2016)

 

Messaggio del Vescovo per la Giornata Mondiale per le vocazioni

Che cosa vuol dire pregare per le vocazioni?

1. La preghiera per le vocazioni è una preghiera di lode. Lode perché il Signore rompe il silenzio. C’è un silenzio che avvolge il cosmo e avvolge le nostre vite inquiete, assetate di senso. Ebbene, il Signore parla con il suo silenzio e chiama. Ma, soprattutto, il Signore parla attraverso il Figlio suo, Gesù Cristo, crocifisso. Il Crocifisso è il libro aperto – che si può sfogliare – dove troviamo la parlata di Dio..

2. La preghiera per le vocazioni è una preghiera per la felicità. Ognuno di noi è voluto, desiderato, pensato, amato, creato da Dio. Considerare ciò, suscita dentro di noi un brivido di felicità. La preghiera per le vocazioni è una preghiera per la felicità, perché impariamo quanto siamo preziosi e quanto siamo servibili. Di per sé, il discorso vocazionale non è per l’autorealizzazione: è autorealizzato Gesù sulla croce? È autorealizzato padre Damiano De Veuster, apostolo dei lebbrosi a Molocai?
La preghiera per le vocazioni è una preghiera per la felicità, perché il Signore ha detto: «Non vi chiamo più servi ma amici… perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»(Gv 15,15; Gv 15,11). Dobbiamo, allora, trovare il nostro posto a servizio.

3. La preghiera per le vocazioni è una preghiera per la Chiesa. Perché noi, uniti insieme, in tutte le componenti (sacerdoti, religiosi e religiose, famiglie, bambini, giovani e adulti), siamo testimoni che la Chiesa è un popolo di chiamati, che la Chiesa è chiamata ad essere segno e strumento dell’unione degli uomini con Dio e degli uomini fra loro: lumen gentium. La preghiera per le vocazioni è anche preghiera per la Chiesa, perché la Chiesa, al suo interno, ha bisogno di tanti servizi, ha bisogno della edificazione reciproca.

Rendiamo grazie al Signore contemplando il versetto bellissimo del cap. 3 di Giovanni, in cui Gesù rivela che Dio dona lo Spirito “senza misura”. Ciò è vero anche oggi: non è possibile, allora, che il Signore centellini le vocazioni.
Nella nostra preghiera non può mancare il battersi il petto per la nostra sordità e per il nostro scarso impegno di animazione vocazionale.
Davanti a Gesù Eucaristia prendiamo questa risoluzione, di parlare bene di vocazioni, con queste tonalità: di lode, di felicità e di ecclesialità.

+ Vescovo Andrea

Messaggio del Vescovo all’incontro di solidarietà di San Marino for the children

Pennabilli, 14 aprile 2016

Carissimi amici,
sono con voi in questo appuntamento d’amicizia e di solidarietà con una parola di apprezzamento e – se ce ne fosse bisogno – di incoraggiamento.
Mi ha colpito questo proverbio africano che si rifà ad una sapienza antica, anzi perenne: «Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio». Siamo tutti parte – ognuno secondo le proprie possibilità – di questo villaggio. La lontananza geografica non sminuisce le responsabilità.
I progetti di “San Marino for the children” ci coinvolgono e chiedono, anzitutto, una riflessione, poi, la maturazione di uno stile di vita coerente coi valori di solidarietà che professiamo.
«Pueris debetur maxima reverentia»: è un detto che ci riporta a quel continente delicato, fragile e preziosissimo che è il mondo dell’infanzia.
Voglio riprendere alcune parole del Signore Gesù sui bambini: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli» (Lc 17,1-2). Se questo detto incombe minaccioso contro ogni forma di violenza fisica e morale, quest’altro detto ci sprona alla generosità: «Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa» (Mt 10,42).
Concludo con una preghiera che mi è cara: «Signore, che io sappia accettare il rischio di spalancare le braccia: così creerò spazio in me, ma per l’altro. Le mie braccia aperte, Signore, dicono il mio desiderio di non restare solo ed il mio invito perché l’altro si senta a casa sua in casa mia. Nello scambievole abbraccio nessuno resterà intatto perché ognuno arricchirà l’altro e ambedue resteranno se stessi».
Un caro saluto a tutti e un ringraziamento particolare al Vicario Generale della diocesi di San Marino-Montefeltro, Mons. Elio Ciccioni, per la disponibilità a rappresentarmi all’incontro di questa sera.