Giornata del malato

Sabato 11 Febbraio 2017, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra la XXV° Giornata Mondiale del Malato indetta dalla CEI –Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute; istituita nel 1992, serve per ricordare a tutti l’importanza del lavoro degli operatori sanitari e della solidarietà di ciascuno di noi verso coloro che soffrono e che, troppo spesso vengono dimenticati.

La Celebrazione eucaristica solenne della Giornata avrà luogo a Lourdes.

Il tema di quest’anno, tratto dal Vangelo di San Luca “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome “(Lc 1,49), costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati”.

Papa Francesco nel suo messaggio tratteggia con parole di grande forza lo spirito e il carisma unitalsiano ricordando Bernadette, che “dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera, trasforma la sua fragilità in sostegno per gli altri, grazie all’amore diventa capace di arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la sua vita per la salvezza dell’umanità”.

Il Papa invita tutti a chiedere una grazia speciale all’Immacolata Concezione per “saperci sempre relazionare al malato come ad una persona che, certamente, ha bisogno di aiuto, a volte anche per le cose più elementari, ma che porta in sé il suo dono da condividere con gli altri”.

Nel suo messaggio dedicato all’appuntamento di Lourdes il Pontefice ricorda ancora “che ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così“.

Un vero e proprio programma d’azione per la nostra Associazione che rappresenta anche il senso profondo del nostro “essere in pellegrinaggio ogni giorno accanto a chi soffre”. 

              L’USTAL-Unitalsi di San Marino Montefeltro è impegnata a promuovere iniziative con visite agli ospiti di case di riposo ed ospedali della Diocesi, consegnando ad operatori e degenti la cartolina con il logo della giornata e con la preghiera del malato.    La cartolina verrà recapitata anche a tutte le parrocchie affinchè la giornata venga opportunamente celebrata e data agli ammalati ai quali viene portata l’eucarestia.

Per l’occasione l’USTAL – UNITALSI ha organizzato le seguenti celebrazioni:

  • Sabato 11 febbraio alle ore 15,30 S. Messa nella Cappella della Resurrezione (Ospedale di Stato RSM) presieduta dal Vescovo S.E. mons. Andrea Turazzi

 

  • Sabato 11 febbraio alle ore 17,30 S. Messa nella Chiesa Parrocchiale di Macerata F.

 

  • Sabato 11 febbraio Alle ore 19,00 S. Messa nell’Ospedale Sacra Famiglia di Novafeltria

San Marino   7 febbraio 2017

Raccolta Straordinaria in aiuto alle popolazioni della Siria

“Il popolo sammarinese c’è!”

Raccolta Straordinaria in aiuto alle popolazioni stremate della Siria.

Come preannunciato in precedenza il COMITATO appositamente costituito insieme a tutte le Associazioni Cattoliche di San Marino, comunica i risultati parziali della sottoscrizione straordinaria per la raccolta fondi da destinare alle popolazioni Siriane.

Ad oggi abbiamo raccolto la cifra di 16.662,00 euro. Si informa che alla fine di Ottobre sono stati consegnati da alcuni membri del Comitato 5.100 euro ai Frati della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, che hanno già consegnato ai loro confratelli presenti in Siria.

Si informano tutti i cittadini che la raccolta terminerà il 5 febbraio 2017.

Il ricavato verrà consegnato alla Custodia di Terra Santa, la quale provvederà a farlo pervenire ai loro frati Francescani che operano in Siria e in particolare a Padre Ibrahim Alsabagh ofm, parroco di Aleppo, per le emergenze quotidiane della popolazione. La Caritas San Marino conserverà per 3 mesi tutta la documentazione inerente alla raccolta, che sarà a disposizione di chiunque desideri controllare gli esiti della raccolta. Si sottolinea che la raccolta non ha comportato alcun costo, obiettivo raggiunto grazie ai volontari che si sono accollati tutti gli oneri e le spese resesi necessarie, pertanto l’intera raccolta fondi sarà destinata agli interventi.

Ringraziamo le Associazioni e tutti i Sammarinesi per la solidarietà dimostrata.

IL COMITATO:

– Giovanni Ceccoli              Caritas Vicariale di San Marino
– Cinzia Casali                      Progetto Sorriso
– Rita Berardi                       Carità Senza Confini
– Federico Bartoletti          UCID
– Giorgio Rastelli                 USTAL
– Guido Rossi                       Papa Giovanni XXIII
– Matteo Tamagnini          Centro di Solidarietà San Marino
e tutte le associazioni cattoliche sammarinesi che hanno patrocinato la raccolta fondi.

1 Febbraio 2017

Messaggio per la festa di Sant’Agata

La martire Sant’Agata e le responsabilità civiche

La Repubblica è in festa per Sant’Agata, sua compatrona.
Desidero, in questo giorno, rivolgere un saluto ai sammarinesi: la sosta sia per tutti momento di gioia e di amicizia.
Le origini di questa celebrazione si intrecciano con le sorti della nostra comunità e rimandano a valori riconosciuti come patrimonio di tutti, fondanti la sua originalità e identità. Oggi, la nostra società, come quella europea, è un amalgama di fattori diversi: pensieri ed esperienze, luci e ombre, riferimento a radici profonde ed apertura a nuovi orizzonti…
Una laicità benintesa ha permesso, e ora incoraggia, che ogni gruppo e ciascuna persona diano il meglio di sé nell’accoglienza dell’altro. Il Santo fondatore, Marino, non pensò certamente ad un monastero a cielo aperto. L’esperienza di una socialità cristianamente ispirata non ha precluso la convivenza di sensibilità diverse, ma, anzi, ne ha garantito la vera libertà di manifestarsi.
Nei prossimi mesi il Consiglio Grande e Generale sarà chiamato a confrontarsi su progetti di legge e Istanze d’Arengo, alcune delle quali toccano questioni delicate: temi etici, scelte educative, rapporti con le istituzioni cattoliche che rappresentano la stragrande maggioranza dei sammarinesi. Ho grande rispetto delle istituzioni civili e democratiche della Repubblica; non è mio compito, tantomeno mia volontà, intervenire politicamente. Credo, tuttavia, mi sia consentito, per quanto concerne materie in cui la Chiesa è diretta interessata, di propormi per un dialogo ed un confronto che possa chiarire e facilitare l’accoglienza ed il rispetto di legittime esigenze. Insomma: disponibilità e non richiesta di privilegi. Credo sia parimenti legittimo rivolgere un appello ai cattolici ad essere più presenti nell’impegno civile e nel confronto culturale con argomenti di ragione, nella coerenza con la propria visione antropologica.
Qualcuno chiede: non basta la testimonianza personale? Coerenza e rettitudine sono certamente i primi requisiti. Ma occorre essere incisivi con una presenza responsabile e significativa per la costruzione del bene comune, anche nel pluralismo delle appartenenze. È necessario dare voce alla coscienza di tanti cattolici che si ispirano ad un grande patrimonio ideale ed a valori irrinunciabili.
No ad uno spirito intollerante. Sì ad un atteggiamento responsabile e disinteressato. Sempre con uno stile di rispetto ed accoglienza dell’altro.
La salita alla Basilica, nel giorno di Sant’Agata, sia un momento di intensa preghiera per tutti, nella verità e nella libertà, momento in cui continuare a chiedere a questa donna martire la custodia della nostra antica Repubblica.

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

Centenario di Fatima

pilgrims-at-the-shrine-of-fatima

Il 13 maggio rinnoveremo un solenne atto di consacrazione della diocesi, delle parrocchie e delle famiglie al Cuore Immacolato di Maria nel primo centenario delle apparizioni di Fatima: un ulteriore opportunità di rinnovamento popolare della nostra fede.
Per preparare l’evento chiedo che in parrocchia ogni 13 del mese sia vissuto con particolare fervore – giornata mariana – a partire da quello ormai imminente (13 gennaio). Si invitino i fedeli ad uno speciale momento di preghiera (Rosario o celebrazione eucaristica o altro) e ad una qualche forma di catechesi sulla realtà di Maria nel mistero di Cristo o della Chiesa (i suggerimenti non mancano a partire dal cap. VIII della Lumen Gentium).

Ogni vicariato, poi, organizza al proprio interno un pellegrinaggio ad un santuario mariano sul proprio territorio. I vicari foranei hanno dato queste indicazioni:

– vicariato di San Marino: 13 gennaio ore 20:30, Santuario Cuore Immacolato in Valdragone (RSM)

– vicariato Val Marecchia: 13 febbraio, chiesa di Secchiano

– vicariato Val Conca/Val Foglia: 13 marzo, chiesa di San Lazzaro a Ponte Cappuccini

Ogni comunità può approfondire il cammino verso il 13 maggio con altre iniziative e suggerimenti. Il nostro mensile “Montefeltro” sussidia il percorso (peccato che le Poste italiane non aiutino con la puntualità!).
Il Signore ci benedica e faccia splendere il suo volto su di noi e sulle nostre comunità

+ Andrea Turazzi, vescovo di San Marino-Montefeltro

Giornata per la vita

Giornata per la vita 2017: “nessuno si senta superfluo”

Alla scuola di Papa Francesco s’impara a sognare.

Inizia con queste parole il messaggio scritto dai nostri Vescovi in occasione della 39a Giornata nazionale per la vita che si celebrerà il 5 febbraioQuando [il Papa] si rivolge alle famiglie – prosegue il Messaggio – ricorda loro che il sogno di Dio “continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia; il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui (…) un mondo dove nessuno si senta solo, nessuno si senta superfluo o senza un posto”.

Proprio partendo da queste considerazioni, anche nella nostra diocesi le aggregazioni laicali, coordinate dagli Uffici per la famiglia e per la pastorale sociale, propongono ormai da alcuni anni varie iniziative di riflessione. Si tratta di un impegno motivato dal desiderio di tenere desta la coscienza della nostra comunità sulla cultura della vita, così pesantemente attaccata dal pensiero oggi dominante, e sottolineare anche l’unità di intenti che anima le tante componenti del laicato diocesano (in continuità con le Veglie vicariali per la vita nascente celebrate a dicembre).
Ancor più quest’anno, tenendo conto dell’esito delle Istanze d’Arengo presentate a S.Marino nel settembre scorso in tema di depenalizzazione dell’aborto (purtroppo parzialmente accolte), si è ritenuto opportuno cogliere l’occasione della Giornata per la vita per dare seguito all’attività di informazione e sensibilizzazione prodotta negli ultimi mesi.
Anzitutto, viene confermato l’invito rivolto alle singole parrocchie ad organizzare attività ed animazioni liturgiche nella giornata del 5 febbraio; a livello diocesano, invece, il messaggio di accoglienza e valorizzazione della vita (anche quando è segnata da handicap o malattie) verrà affidato al mezzo cinematografico: venerdì 10 febbraio (alle ore 21.00) verrà proposta contemporaneamente nei tre vicariati – altro segno dell’unitarietà dell’iniziativa!- la proiezione del film “Come saltano i pesci”, pellicola italiana del 2016.
E’ la storia di Matteo, un ragazzo di 26 anni con una vita perfetta: un sogno nel cassetto, due genitori che lo amano profondamente e una sorellina, Giulia, affetta da sindrome di Down che vede in lui il suo eroe. Tutto si sgretola quando Matteo scopre che il suo mondo era costruito attorno ad una terribile bugia. Da qui inizia un’avvincente avventura umana alla ricerca della verità, che tocca con delicatezza i temi della famiglia, della fede e del perdono.
Oltre ad aiutare a riflettere su questi temi, la proposta del film intende coinvolgere le associazioni cattoliche e laiche presenti sul territorio che si prendono cura delle persone portatrici di handicap: la durata della proiezione (110 minuti) non consentirà di prevedere testimonianze; tuttavia, verrà dato spazio e visibilità alle associazioni invitandole ad allestire gli spazi antistanti le tre sale di proiezione.
Coerentemente poi con lo spirito della Giornata per la vita, completano il programma di proposte diocesane le iniziative programmate da Ustal/Unitalsi per la XXV Giornata del malato (11 febbraio).
Educare alla vita – sono ancora parole dei Vescovi – significa entrare in una rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dalla logica della denatalità, dal crollo demografico, favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale.

Federico Nanni
Ufficio famiglia diocesano

Compleanno Papa Francesco

Sabato 17 dicembre la diocesi di San Marino-Montefeltro ricorda nella preghiera l’80° compleanno di Papa Francesco.
Il Vescovo, Mons. Andrea Turazzi, a nome della diocesi, ha inviato un messaggio per esprimere al Santo Padre voti augurali, per far giungere la gratitudine di tutti per il Giubileo della Misericordia, per assicurare la piena adesione della diocesi al programma del suo pontificato.
Il messaggio si conclude con un garbato invito a Papa Francesco ad una visita “anche solo per qualche ora” alla diocesi, una diocesi così singolare per la sua storia, per la sua conformazione e per le sfide che è chiamata ad affrontare.
Il Vescovo ha disposto che il 17 dicembre, in ogni parrocchia, si facciano preghiere particolari per Papa Francesco.
La mattina di sabato 17 dicembre alle ore 9 verrà celebrata dal Vescovo una Santa Messa nella Cattedrale di Pennabilli; nello stesso giorno un’altra Messa Solenne sarà celebrata dal parroco, don Marco Scandelli, alle ore 18:30 nella chiesa della Madonna della Consolazione e dei Santi Antimo e Marino in Borgo Maggiore (RSM), chiesa nella quale è possibile lucrare l’indulgenza giubilare in questo anno nel quale si ricorda il 50° anniversario della consacrazione (1967-2017).

Lettera del Vescovo Andrea a Papa Francesco

Seminario su Amoris Laetitia

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli”, in collaborazione con gli Uffici di Pastorale della Famiglia delle Diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro, sono lieti di invitarVi al primo incontro del ciclo di Seminari di Teologia Pastorale su La fecondità dell’amore. Percorsi di spiritualità nuziale in ascolto dell’Amoris Laetitia, in programma per Venerdì 11 Novembre 2016, alle ore 21 . Come annunciare oggi la gioia dell’amore coniugale. Le sfide poste alla Chiesa dal Sinodo e dall’esortazione di Papa Francesco

Relatore: S.E. Mons. Erio Castellucci

(Vescovo della Diocesi di Modena-Nonantola)

L’incontro avrà luogo presso la Sala Manzoni (Rimini, via IV Novembre n. 35).

L’esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco ha suscitato un notevole dibattito sia all’interno che fuori della Chiesa cattolica.
L’esortazione non è sulla dottrina del matrimonio e della famiglia, ma «sull’amore nella famiglia», sulla fecondità di questo amore, sulla sua crescita: «Tutto questo si realizza in un cammino di permanente crescita. Questa forma così particolare di amore che è il matrimonio, è chiamata ad una costante maturazione. È proprio la crescita nella capacità di amare che deve guidare «lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni» (AL, 307).
Una “rivoluzione” impegnativa o l’inizio di un percorso rischioso che non sappiamo dove ci porterà? Il percorso seminariale, inaugurato da questo incontro tenterà di esplorare i temi principali dell’esortazione: la sua ispirazione fondamentale, i punti fermi e gli orizzonti che apre, le questioni ancora irrisolte e più scottanti.

Erio Castellucci

Nato a Roncadello di Forlì l’8 luglio 1960, ha studiato a Bologna al Pontificio seminario regionale “Benedetto XIV”, quindi a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, concludendo il dottorato con una tesi su Dimensione cristologica ed ecclesiologica del presbitero nel Concilio Vaticano II (1988). Ordinato sacerdote il 5 maggio 1984 a Forlì, è stato parroco a Durazzanino (1984-1992) e a San Giovanni Evangelista di Forlì (2009-2015), svolgendo nel frattempo diversi incarichi diocesani: delegato per il Diaconato e i Ministeri (1988-2008); direttore del Centro diocesano universitari (1990-2004), del Centro diocesano vocazioni (1992-2000) e del Centro per la pastorale giovanile (1996-2008); Vicario episcopale per la Cultura, l’Università e la Scuola, la Famiglia, i Giovani, le Vocazioni e il Turismo (2009-2015); Assistente diocesano dell’Agesci-SCOUT (dal 1993). È stato inoltre docente di Teologia presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese (1988-2004), poi Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna (dal 2005), di cui è stato preside dal 2005 al 2009, e presso l’Istituto superiore di scienze religiose Sant’Apollinare di Forlì e “A. Marvelli” di Rimini. Ha pubblicato numerosi saggi di argomento teologico e pastorale, e ha all’attivo molti interventi a conferenze e corsi di formazione. Nominato dal Santo Padre papa Francesco Arcivescovo di Modena-Nonantola il 3 giugno 2015, è stato insignito del Pallio dei metropoliti il 29 giugno a Roma, e ordinato vescovo da S.E. Mons. Lino Pizzi il 12 settembre a Forlì.

Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria dell’ISSR “A. Marvelli”, Rimini – Via Covignano 265; Tel. e fax 0541-751367; sito internet: www.issrmarvelli.it; e-mail: segreteria@isrmarvelli.it.

Scarica il Depliant

Notificazione vescovile per terremoto

terremoto-2

Carissimi,

dispongo si innalzino preghiere e suppliche al Signore per implorare la fine dell’incubo interminabile di questo terremoto e per esprimere la nostra prossimità alle popolazioni così gravemente colpite. Propongo, inoltre, secondo le possibilità di ognuno e nei modi più opportuni, forme concrete di carità fraterna.
Si impone una constatazione: viviamo nella precarietà. Altre popolazioni nel mondo sono sottoposte a frequenti catastrofi naturali. Come vivere la precarietà? Per qualcuno occorre abituarsi a convivere con essa. Secondo altri bisogna contrastare la precarietà, da quella segnata dagli eventi naturali a quella sociale, lavorativa, affettiva: dunque non una passiva accettazione del fato, ma una fattiva reazione con la messa in sicurezza dei territori, l’applicazione di rigorose norme antisismiche, lo studio, etc. Tuttavia, la precarietà con cui è necessario fare i conti è quella della condizione umana: convivenza con una natura imprevedibile, a volte madre, a volte matrigna. Ciò non ha niente a che fare col fatalismo: va fatto tutto, e bene; tutto quanto è in nostro potere.
Etimologicamente “precarietà” viene dal latino “prex – precor” (pregare). Tempo della precarietà è tempo della preghiera come realistica presa di coscienza della nostra fragilità, come apertura al progetto misterioso e più grande di Dio, come forza per reagire, per riprendere speranza e per rinnovare l’impegno.
Concretamente, nei giorni di giovedì 3, venerdì 4 e sabato 5 novembre in ogni parrocchia e in ogni comunità religiosa si organizzino momenti di preghiera comunitaria.
Sabato 5 novembre, la prevista stazione giubilare diocesana, che si terrà a Montefiorentino (Frontino, PU) alle ore 20:45, avrà il carattere di una grande implorazione e di una grande manifestazione di fede.
Con la mia benedizione
+ Andrea Turazzi, vescovo

Non lasciamoci rubare la festa!

A proposito di Halloween

Una mamma, insieme ad un gruppo di educatori, mi chiede un parere sulla festa di Halloween diventata sempre più invadente, oscurando la bella e serena festa di tutti i santi e la commemorazione dei defunti. Esprimo il mio rammarico; innanzitutto per l’esibizione e il trionfo del cattivo gusto anziché della bellezza, poi per l’indulgenza con cui si guarda al fenomeno solo per la sua valenza commerciale o, semplicemente, come ad un altro carnevale. Inoltre, dietro i festeggiamenti horror, i costumi, l’esaltazione del macabro, possono nascondersi molte insidie: pratiche superstiziose, magia, occultismo, esoterismo fino – in alcuni casi – all’evocazione del demoniaco. I più a rischio sono i giovani. Spesso lo sberleffo o la curiosità finiscono per approdare ad esiti rischiosi e inattesi.
D’accordo: non tutti hanno intenzioni dissacranti o blasfeme; Halloween è solo un dettaglio, e nemmeno il più importante, di una società che va via via perdendo i valori autenticamente umani e religiosi.
Che fare? Strappare i cartelloni e le pubblicità che promettono serate folli? Protestare con le autorità indulgenti? Scagliare anatemi?
La lettura degli Atti degli Apostoli, scelti quest’anno come bussola per la diocesi, ci conforta. I primi discepoli erano timida minoranza, ma la forza del Vangelo ha spalancato le porte e ha fatto brillare nel mondo, attraverso i secoli, un annuncio di gioia e di bellezza. Tale fuoco non si è spento. Allora, invece di strappare cartelloni e protestare, è meglio avanzare proposte positive. La prima è quella di educare e sensibilizzare la comunità all’autentica festa cristiana. È importante stimolare un maggior senso critico, soprattutto nei giovani. Non bisogna aver paura di ricordare a loro il significato di questo tempo dell’anno nel quale si ricordano i santi con la loro affascinante testimonianza e i defunti che hanno lasciato una scia di luce e di amore nelle nostre storie personali. È un’occasione preziosa per scoprire la ricchezza spirituale delle nostre tradizioni. «Per la Chiesa esiste una profonda unità tra i vivi e i defunti: è chiamata Comunione dei santi. È una comunione che non si sperimenta, però, attraverso fenomeni esoterici o spiritistici. È una comunione spirituale nella preghiera. Non possiamo conversare con loro come quando erano sulla terra, ma abbiamo la certezza che il nostro amore verso di loro e il loro verso di noi si incontrano nel Signore» (Andrea Turazzi, Vedremo Ameremo Canteremo).
Per i cristiani «la morte è un momento fondamentale e serissimo della vita. Non un gioco per dimenticare esorcizzando la paura». Quale messaggio è più attraente per l’uomo, assetato di infinito, di quello di «colui che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita»? (cfr. 2Tm 1,10). Non lasciamoci rubare la festa!

+ Andrea Turazzi

Turismo per tutti: promuovere l’accessibilità universale

Il 15 ottobre si è tenuta nella Repubblica di San Marino (Centro Congressi Kursaal) la celebrazione nazionale della Giornata Mondiale del Turismo (GMT) sul tema dell’accessibilità per tutti al turismo. Il Vescovo Andrea Turazzi ha tenuto questa introduzione.

La nostra diocesi è onoratissima di accogliere il convegno che ha per tema turismo e accessibilità. Rivolgo un saluto di benvenuto a tutti i partecipanti: organizzatori, relatori, autorità. Interpreto il desiderio di tanti, tra i presenti, di ascoltare le esperienze in atto di “turismo accessibile”. Consentitemi di presentare loro la diocesi di San Marino-Montefeltro. Essa si estende per ottocento chilometri quadrati di montagna. Comprende territori di due stati, San Marino e Italia, due regioni, le Marche con la provincia di Pesaro Urbino e l’Emilia Romagna con la provincia di Rimini. Nell’insieme costituisce una certa unità culturale e geografica: il Montefeltro. Il Montefeltro appare una meraviglia al visitatore che – ad esempio – da Sant’Agata scende e risale verso Pennabilli. Sullo sfondo di un cielo spesso blu, vi vengono incontro volumi di verde, qua e là trapuntati di pievi solitarie, di chiese abbracciate da minuscoli borghi e chiostri deliziosi: tutto rigorosamente in pietra. Si dice che grandi maestri come Piero della Francesca e Leonardo da Vinci vi abbiano intinto il pennello ricreandone i colori, le atmosfere e le armonie. Se varcate la soglia di una chiesa, per piccola che sia, la vedete ancora ricca dei segni del Mistero. Qui, la fede cristiana ha lasciato con prodigalità testimonianze tangibili. Anche chi è di altra cultura e di altre convinzioni, percepisce che su questo territorio il cristianesimo ha avuto l’irradiazione di un bagliore entrato nella storia.
La Chiesa sammarinese-feretrana ha una lunga e venerabile tradizione: è terra prediletta, abitata da una popolazione tenace, schietta, aperta ai valori spirituali e umani. Fondata da due missionari – Marino e Leone – ha espresso lungo i secoli una geniale inculturazione della fede cristiana. Ne fanno testimonianza la memoria di santi e beati, le comunità monastiche e religiose che l’hanno scelta come ambiente ideale, l’ininterrotta trasmissione dei contenuti del Cristianesimo attraverso la famiglia. Sul monte Titano è sorta un’esperienza sorprendente di socialità e di libertà civile, guardata con ammirazione dal consesso delle nazioni: la Repubblica di San Marino, fedele alle sue radici da oltre 1700 anni!
Sul monte Feretrum – che dà il nome al territorio adiacente – hanno trovato unità, sotto la guida del vescovo, le popolazioni delle valli attorno divenute talvolta oggetto di contesa dei potenti di turno. Restano testimonianze di pietra, di preziosi documenti e di arte.

Vi propongo, confidenzialmente, una esperienza personale. Ho un fratello paraplegico che si sposta con la carrozzina. È in questa condizione da vari anni a causa di un incidente stradale. Nei giorni della mia prima venuta nel Montefeltro ha voluto accompagnarmi insieme agli altri fratelli a visitare alcuni luoghi di questo magnifico territorio. Siamo saliti a San Leo. Era una giornata di nebbia; una nebbia che ovattava i rumori e velava delicatamente le case, la Pieve e la Cattedrale. Si scorgeva appena, su in alto, la sagoma della fortezza. Non fu possibile accompagnare mio fratello disabile all’interno della Pieve e della Cattedrale: troppo sconnessa la salita alla Cattedrale e inaccessibile la Pieve, raggiungibile solo attraverso una ripida scaletta di pietra. Mio fratello rimase nella piazzetta accanto alla fontana rivolto verso l’abside della Pieve. Dopo la visita l’abbiamo raggiunto. Era assorto e incantato a contemplare quell’architettura, quegli spazi e quei volumi che costituiscono la meraviglia di San Leo. Ci accolse con queste parole: «Qui anche le pietre pregano! Ho pregato con loro». Col racconto di questa esperienza rivendico la possibilità per tutti di incontrare, di fruire, di partecipare ad esperienze di bellezza: arte e paesaggi. Voglio anche sottolineare la rivincita della bellezza, un mistero così radioso da non potersi misurare quantitativamente. Il problema vero è educare ed educarsi alla bellezza. Introdurre alla contemplazione. Turismo per tutti significa mettere ognuno in grado di apprezzare e godere della bellezza.

Si parla di accessibilità. La preoccupazione va subito ai costi, alla disponibilità delle attrezzature di accoglienza, ai servizi. Accessibilità è anche abbattimento delle barriere. Ma – vorrei dire – accessibilità è soprattutto mettere in condizione le persone di saper cogliere la bellezza. In questo senso l’accessibilità è una missione educativa. Da qualche giorno abbiamo inaugurato nella diocesi di San Marino-Montefeltro l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, una realtà fondamentale per la formazione “ad intra”, ma anche “ad extra”. Abbiamo denunciato in quella circostanza, l’analfabetismo religioso così diffuso e talvolta alimentato da pregiudizi, ad esempio quello di sapere già abbastanza o quello alimentato da un certo timore verso il “sapere religioso”. Come fruire dell’arte, della letteratura, della musica, senza una conoscenza della fede cattolica che ha condizionato mirabilmente la nostra cultura italiana ed europea?
Dunque, accessibilità economica (conosciamo la forte incidenza che il turismo ha nell’economia dello stato, ma anche come la disponibilità economica renda possibile il turismo stesso), accessibilità strutturale (per un turismo disponibile e raggiungibile per tutti), accessibilità educativa (comunicazione e comprensione delle opere e dei percorsi).
A mio fratello – torno all’esperienza narrata – bastò anche solo l’abside di quella Pieve per vivere una esperienza emozionante. La bellezza è da cercare, non è mai svenduta: si dà ma non sfacciatamente. C’è sempre dell’«implicito» come avviene per la Bellezza più bella che è il Deus absconditus!

Turismo: una parola che allude al camminare per tappe, al percorrere, all’andare alla ricerca. C’è un camminare che si fa coi piedi e con le gambe: è il cammino dei mercanti e dei vagabondi. Ci vogliono piedi e gambe, ma non solo. C’è il cammino che si fa con gli occhi: è quello dei curiosi che vogliono portarsi a casa le immagini di tutto ciò che vedono. Ci vogliono le macchine fotografiche e i cellulari, ma anche questo non basta. C’è chi cammina col cuore, allora il suo cammino diventa un incontro. Il suo andare crea legami e porta con sé qualcosa di vivo: un seme che sboccerà a suo tempo. Grazie.