Trigesimo di S.E. Mons. Luigi Negri

Carissime e carissimi,
lunedì prossimo 31 gennaio ricorre il trigesimo della morte di mons. Luigi Negri, nostro vescovo emerito. Dispongo venga ricordato nelle celebrazioni e raccomandato alla preghiera dei fedeli.
Io celebrerò una solenne Eucaristia in Cattedrale a Pennabilli alle ore 18. Invito a partecipare chi ne ha la possibilità.
Rinnoviamo la nostra gratitudine al Signore per averci dato mons. Luigi come pastore, padre e maestro. Siamo stati davvero fortunati a godere del suo magistero e della sua testimonianza.
Riporto una sua parola: «Quel Dio che ho cercato di servire con tutte le mie forze faccia diventare la mia testimonianza di fede e di missione un bene per tutti».
Preghiamo per il suffragio della sua anima, certi che anche lui continuerà a intercedere per noi. Personalmente gli devo tanto, talvolta stupito della sua attenzione verso di me.
Come accennato nell’omelia che ho tenuto in die septima dalla sua morte, dovremo fare tesoro del suo messaggio e dei suoi scritti, soprattutto per quanto riguarda il periodo sammarinese-feretrano. Per quanto riguarda la valutazione pastorale del suo passaggio fra noi posso attestare d’aver trovato una Diocesi viva, con un laicato attivo e impegnato, un presbiterio accogliente e disponibile alla formazione permanente, comunità religiose fervorose ed una situazione patrimoniale ed economica buona.
Tutto questo, pur tra le normali difficoltà e problematiche acuite dal tempo presente.
Vi benedico di cuore

+ Andrea Turazzi

GIORNATA PER LA VITA

Gli Uffici diocesani Pastorale della Famiglia e Pastorale Sociale con le aggregazioni ecclesiali diocesane attraverso un breve sussidio desiderano ricordare l’importanza dell’appuntamento con la Giornata per la vita, che si celebra ogni anno la prima domenica di febbraio.

In secondo luogo desiderano offrire alcuni suggerimenti per la preparazione e l’animazione della Giornata nelle comunità parrocchiali.

Di seguito:

  1. il testo integrale del messaggio della CEI per la giornata;
  2. una introduzione e alcune intenzioni per la celebrazione eucaristica;
  3. alcune proposte per la preparazione nella comunità della Giornata tratte dall’esperienza del Movimento per la vita di Novafeltria

Scarica il Sussidio in preparazione alla Giornata

 

2 FEBBRAIO, GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA

Una Diocesi ricca di carismi

Conosciamo la vita consacrata?

Nella storia del cristianesimo la vita consacrata ha sempre avuto un ruolo unico e indispensabile, coessenziale alle altre vocazioni. Lo Spirito Santo ha suscitato lungo i secoli uomini e donne sempre nuovi che vivessero in modo originale lo spirito del Vangelo e imitassero Gesù Cristo in un aspetto particolare della sua vita come risposta ai problemi di un preciso momento storico.
Con il Concilio Vaticano II non solo si sono rinnovate le antiche famiglie religiose, ma lo Spirito che fa ringiovanire la sua Chiesa ha suscitato forme nuove di consacrazione a Dio e di servizio nel mondo. Conosciamo tutti il carisma di Agostino, Francesco, Chiara, Domenico, Giovanni Bosco, ma anche di Madre Teresa di Calcutta, suor Elisabetta Renzi, don Oreste Benzi…
In un momento delicato e bello della vita della Chiesa, come quello che stiamo vivendo, torna alla ribalta con tutta la sua attualità e forza profetica la realtà della vita consacrata.

Perché una Giornata della Vita consacrata?

Anche la nostra Diocesi è solita celebrare la Giornata della Vita consacrata il 2 febbraio di ogni anno. In questo modo le nostre comunità:
dicono grazie al Signore per i carismi della Vita consacrata, uno dei segni più forti della profezia che accompagna il cammino della Chiesa;
dicono grazie per quanti hanno risposto con generosità alla chiamata;
evangelizzano la Vita consacrata facendo sì che i segni della consacrazione siano sempre più eloquenti, al di là dei pregiudizi nei riguardi dei temi vocazionali e delle scelte radicali di vita, come la verginità liberamente scelta per il Regno;
educano ai valori della profezia, nonostante l’atteggiamento diffuso di rassegnazione passiva, il clima culturale che ci avvolge, il benessere che spesso soffoca la dimensione spirituale.

Perché il 2 febbraio?

La Giornata della Vita consacrata di per sé non deve sovrapporsi alla Festa della Presentazione del Signore al Tempio, una delle feste più antiche e più care alla Chiesa, ma deve essere ispirata ad essa e da essa dedurre i motivi di fondo.
Gesù è “il Re della gloria” davanti al quale si alzano le porte antiche del Tempio (cfr. Sal 23). Cristo penetra fin nel fondo di questo simbolo e manifesta in se stesso la dimora di Dio tra gli uomini (cfr. Ap 21,3) e fa dei discepoli un regno di sacerdoti per Dio Padre (cfr. 1Pt 2,5).
«Il primogenito sarà sacro al Signore», così leggiamo nel Vangelo della Presentazione al Tempio. Gesù è il primogenito di Maria di Nazaret e, nello stesso tempo, è “il generato prima di ogni creatura” (cfr. Col 1,17). Nella Festa del 2 febbraio si celebra, in Gesù, la primogenitura evangelica dei discepoli. Le candele accese per la processione sono un segno della schiera che cammina dietro a colui che è “luce delle genti” (cfr. Lc 2,32).
I religiosi e le religiose vedono dischiuso il significato più profondo della loro consacrazione al Signore e della scelta della “parte migliore” di cui parla il Maestro (cfr. Lc 10,42).
Presentazione significa offerta. Recandosi al Tempio, Maria e Giuseppe, testimoniano la volontà di dare al rito della Presentazione tutto il suo valore; Maria porta tra le braccia ciò che ha di più caro, il figlio Gesù, e lo consegna a Dio Padre senza indietreggiare davanti al dolore che le viene preannunciato da Simeone. L’offerta di Maria è modello dell’offerta con la quale i religiosi si uniscono al sacrificio di Cristo.

Scarica la Lettera del Vescovo Andrea per i consacrati e le consacrate

GIORNATA DEI GIORNALISTI

Pennabilli, 17 gennaio 2022

AI PROFESSIONISTI DELL’INFORMAZIONE

Gentili Signore e Signori,
nonostante le difficoltà del momento presente non rinunciamo, pur con tutte le precauzioni, alla tradizione avviata qualche anno fa di vivere un momento di amicizia, di preghiera e di riflessione fra giornalisti e operatori dell’informazione nella festa del santo patrono Francesco di Sales, lunedì 24 gennaio prossimo.
L’attualità incalza; oltre all’epidemia tengono banco le manovre per l’elezione del Presidente della Repubblica italiana e tanto altro… Tuttavia, perché non regalarci un’ora per ripensare alle responsabilità e agli ideali che motivano il nostro impegno nella comunicazione?
Un’altra considerazione: ai media non sfugge l’apertura che papa Francesco propone a tutti per il rinnovamento della Chiesa attraverso l’indizione di un Sinodo con un’ampia consultazione “dal basso”, come mai accaduto. È su questo che proponiamo l’incontro del 24 gennaio: “Il Sinodo per una Chiesa rinnovata: Chiesa dell’ascolto e della vicinanza”.
Nella speranza di poterci salutare di persona auguriamo un anno finalmente più sereno

+ Andrea Turazzi, vescovo

Francesco Partisani
Direttore Uff. dioc. Comunicazioni Sociali

PROGRAMMA GIORNATA DEI GIORNALISTI
24 gennaio 2022, festa del patrono San Francesco di Sales
Chiesa di Murata (RSM), San Marino Città, via don Bosco, 12 RSM

Ore 10:45 – Accoglienza
Presentazione di Francesco Partisani
Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi San Marino-Montefeltro

Saluto di Roberto Chiesa
Presidente Ordine dei Giornalisti di San Marino

Ore 11:15 – Liturgia della Parola
presieduta da S.E. Mons. Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

Risonanze da parte di alcuni amici giornalisti

Ore 12:15 – Conclusioni

DOMENICA DELLA PAROLA

Pennabilli, 17 gennaio 2022
 

Va consolidandosi la dedicazione speciale di una domenica alla Parola di Dio: quest’anno domenica 23 gennaio.
Abbiamo da poco contemplato e celebrato il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio ed ora, nel mese dedicato al dialogo ecumenico e all’incontro con l’ebraismo, la Chiesa chiede di radunarsi di nuovo attorno a quel Verbo per poter riflettere sull’importanza che le Sacre Scritture hanno per tutto il popolo di Dio. «Ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo!», scriveva san Girolamo.
La comunità dei credenti vive della Parola: è suo nutrimento (cfr. Deut 8,3 in Mt 4,4) ed è lampada per il suo cammino (cfr. Sal 119,105).
Siamo cresciuti nella necessità di non disgiungere mai il Sacramento dalla Scrittura. Ora viene raccomandato, nel Cammino Sinodale appena avviato, di aprire ogni incontro con l’ascolto profondo della Parola, docili allo Spirito Santo.

Il Programma pastorale diocesano chiede un nuovo slancio nel promuovere l’ascolto comunitario della Parola di Dio: «Di per sé l’omelia non basta. Questo obiettivo da realizzare può essere chiamato “gruppo del Vangelo”, “incontro biblico” oppure “lectio divina”… Si tratta di far sbocciare dall’ascolto della Parola l’impegno e la testimonianza».

Quella dedicata alla Parola è una “giornata”, ma perché tutte le giornate siano ascolto dello Spirito che parla attraverso le Scritture, ascolto di ciò che il Signore fa in chi accoglie la Parola, ascolto tra fratelli che, vivendo insieme la Parola, formano un sociale cristiano.

Ogni sacerdote, con la collaborazione del diacono e di laici e religiosi, ha intelligenza, cuore e intraprendenza per celebrare in modo conveniente la Domenica della Parola, anche con segni esterni (introduzione solenne dell’Evangeliario, incensazione, benedizione, ecc.). All’Ufficio Catechistico e all’Ufficio Missionario e per l’Ecumenismo è stato chiesto di preparare un momento diocesano unitario online: domenica 23 gennaio dalle ore 16 alle 18 su piattaforma Zoom:

https://us02web.zoom.us/j/9121968689?pwd=NzU4WGlCY3dkL0JSR3pLekQ0UEFsQT09

ID Riunione: 912-196-8689
Password: 2689112333

Auspicabile – dove è possibile – riunirsi in più persone per partecipare alla preghiera ecumenica. Commenteranno il testo biblico proposto (Mt 2,1-11) il prof. Natalino Valentini, già direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” e docente di Ecumenismo, il pastore Alessandro Esposito della Chiesa Valdese, padre Gabriel Cerbu, presbitero della Chiesa Ortodossa-Rumena, e il Vescovo Andrea Turazzi, che ospita l’incontro.
Apriranno e chiuderanno con un saluto il direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano (don Marco Scandelli) e il direttore dell’Ufficio Missionario e per l’Ecumenismo (don Rousbell Parrado).

A cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali
Diocesi di San Marino-Montefeltro

Natale 2021

Buon Natale! Con queste semplici parole evochiamo un avvenimento straordinario e tuttavia caro e familiare: la nascita di un Bambino, «grande gioia che è di tutto il popolo».
È così per la nascita di ogni bambino, ma di Gesù la fede insegna l’origine divina e la missione salvatrice. Gesù è di tutti, è per tutti, è con tutti.
Il vigore del suo messaggio di amore e di pace si rinnova ogni anno, ma non nega le fatiche che sembrano volerci togliere la speranza. Non siamo di quelli che celebrano il Natale per dimenticare o per evadere dalle preoccupazioni che segnano questi nostri giorni o per fingere che non ci siano problemi attorno a noi e dentro di noi.
Auguro a tutti di saper ascoltare, come fosse la prima volta, «il grido nella notte e vedere la luce apparsa nelle tenebre». Un grido che i padri e le sentinelle della storia hanno ascoltato e trasmesso prima di noi.
Al di là di una effimera emozione, al di là delle pur belle tradizioni esteriori, propongo di ascoltare l’incredibile messaggio del Natale, del Dio per noi, con noi e in noi.
Sorprende un passo del profeta Isaia che viene proclamato il giorno di Natale: è un invito al canto e alla lode: «Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme». Come possono le “rovine” trovare motivi di canto e di gioia? Siamo segnati da fallimenti, distacchi, dispiaceri, preoccupazioni…
Il fatto è che il Bambino di Betlemme – il Verbo fatto carne – è venuto a prendere per salvare e riscattare ciò che è suo, perché «tutto ciò che esiste è stato fatto per lui e in vista di lui»; si è coinvolto nella nostra fatica di esistere per ridonare a tutti la certezza che qualcosa può cambiare, anzi che tutto può cambiare, e per darci questa speranza come compagna di viaggio. Egli cammina davanti a noi e noi – dietro a Lui – siamo carovana di fratelli che si aiutano per le inquiete strade della terra. Abbiamo intelligenza, cuore e ginocchia. Intelligenza per cercare verità e vie sempre nuove, cuore per non lasciare indietro nessuno e comprenderci di più, ginocchia per pregare gli uni per gli altri, per chiedere aiuto a Colui che ci è vicino. Dipende da ciascuno di noi se oggi è Natale o non è Natale. Il Bambino Gesù si consegna a noi: lasciamolo entrare nella nostra casa, nella nostra vita, là dove realmente ci troviamo.
Auguri: è Natale!

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

In memoria di mons. Luigi Negri

Sapevo dell’aggravarsi dell’infermità di mons. Luigi Negri. Insieme fedeli, religiosi e sacerdoti della Diocesi di San Marino-Montefeltro abbiamo pregato per lui con affetto e gratitudine filiale. Non è stato consentito ad una nostra delegazione di fargli visita e portargli l’augurio di tutti. L’ultimo giorno dell’anno si è conclusa la sua esistenza terrena.
Nella memoria di mons. Luigi sono racchiusi un’infinità di volti, soprattutto quello dei giovani ai quali ha dedicato tutto se stesso nell’insegnamento, nell’amicizia e nell’accompagnamento educativo.
Nella sua preghiera è stata ed è presente la cara Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio: le è stata affidata, subito dopo il terremoto del 2012, con le ferite del sisma e con quelle, non meno dolorose, di tante situazioni che ha affrontato con coraggio e dedizione. Ne sono stato testimone.
Ma un posto speciale nel suo cuore di pastore occupa la gente di San Marino e del Montefeltro. Ho ben presente con quale trasporto ne parlava, spesso commuovendosi: il territorio, le pievi, i borghi e soprattutto la gente di questo popolo che, con la sua fede, la ricchezza più vera – sono parole sue – ha vissuto in maniera seria e dignitosa anche le circostanze difficili della vita.
Qui la fede – ricordava tante volte – ha creato una cultura di popolo, ha custodito questa cultura e l’ha educata, contribuendo a realizzare «una civiltà realmente della verità e dell’amore». Accolgo e consegno queste parole come perla preziosa, come testamento spirituale, come progetto da realizzare.
La distanza non ha annullato i sentimenti, la partenza e il compimento definitivo del suo cammino lo rendono ancora più vicino.
Uno dei momenti più belli della sua missione pastorale tra noi è stato quel “giorno benedetto” della visita del Papa alla Diocesi. Fu un dono straordinario per tutti noi, ma anche una testimonianza di stima ed affetto di Benedetto XVI per la sua persona.
Chiedo nella preghiera: ci accompagni ancora, Eccellenza, con la sua preghiera di intercessione, perché sappiamo proseguire quel disegno per cui si è speso senza riserve: la ripresa forte della nostra fede, resa esperienza quotidiana e capace di un nuovo impeto missionario.

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

Ad ogni voltar di pagina una sorpresa!

È stato pubblicato il catalogo delle opere esposte alla mostra itinerante dedicata ai “Volti di San Giuseppe nella Diocesi di San Marino-Montefeltro”.
Il volume illustrato – una cinquantina di pagine – riporta, con le immagini, i testi curati da suor Maria Gloria Riva. È introdotto da una presentazione di S.E. Mons. Andrea Turazzi. Molto curato e piacevole l’impianto grafico: ad ogni voltar di pagina, una sorpresa!
La mostra – ancora disponibile su roll-up facilmente trasportabile – si propone di valorizzare il patrimonio artistico della Diocesi proprio in ciò che riguarda il padre putativo di Gesù e traccia così un itinerario alla scoperta del volto di san Giuseppe: nella sua vita, così come l’arte ce lo rappresenta; nella devozione popolare; nell’iconografia delle Sacre Conversazioni.

Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali
Diocesi di San Marino-Montefeltro

Solenne chiusura dell’Anno giubilare dedicato al beato Domenico Spadafora

Martedì 21 dicembre si chiude l’Anno giubilare dedicato al beato Domenico Spadafora: giorno che ricorda la sua nascita al Cielo 500 anni fa.
La solenne liturgia sarà presieduta dal vescovo Andrea Turazzi nel Santuario di Santa Maria in Reclauso (Monte Cerignone PU) e animata dalla pregiata corale di Monte Cerignone.
Il beato Domenico è figura importante per il Montefeltro, dove è particolarmente amato e venerato non solo dalle persone del piccolo centro, ma anche dalle province circostanti. Stupisce il fervore ancora ininterrotto dopo cinque secoli.
Il beato Domenico è nato nel 1450. Si è formato nell’Ordine domenicano conseguendo il titolo di maestro di teologia. È arrivato a Monte Cerignone (PU) nel 1491 per fondare un convento e una chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, in località Fontebuona. Per 30 anni si è dedicato all’evangelizzazione e alla cura dei poveri. Uomo di grande austerità e preghiera.
Il Santuario della chiesa di Santa Maria in Reclauso, dove è custodito il suo corpo incorrotto, è costante meta di pellegrinaggi. Il beato Domenico è una figura di straordinaria attualità per il suo modo di interpretare la missione come vicinanza al popolo e alle sue vicende.
L’Anno centenario ha goduto del privilegio giubilare dell’Indulgenza concessa dalla Santa Sede. La pandemia ha costretto alla limitazione delle tante iniziative previste.
Un plauso particolare va alla parrocchia di Monte Cerignone che custodisce la memoria del Beato. Un riconoscimento grato va a don Jhon Blandon che in questi anni ha curato, oltre all’assetto materiale del Santuario, la pastorale e l’animazione spirituale. Accanto al Santuario ha attrezzato un ampio spazio per l’accoglienza dei pellegrini e dei gruppi. Ha voluto la riedizione in lingua corrente della più antica biografia del Beato, scritta da Gian Battista Contarini nel 1744. Auguri di buon lavoro pastorale al nuovo rettore, don Stefan Mirt, di recente nomina.
La chiusura del Centenario non pone fine alla devozione, tutt’altro. Ci si augura sia approfondito il profilo storico del Beato e del suo tempo, come la “ricerca della sua anima”.

Ufficio Comunicazioni Sociali
Diocesi di San Marino-Montefeltro

La salute è un bene comune: scienza e fede si incontrano

Nel ricordo di San Luca, patrono dei medici e di tutti gli operatori sanitari, l’Ufficio Pastorale della Sanità della Diocesi di San Marino-Montefeltro ha promosso una tavola rotonda che ha visto riuniti amministratori, personale sanitario e operatori pastorali. Tra i partecipanti don Mirco Cesarini, parroco di Novafeltria, Stefano Zanchini e Giuliana Lucarini, rispettivamente sindaco di Novafeltria e vice-sindaco di Pennabilli, l’avvocato Marco Ghiotti, amministratore dell’Istituto Superiore della sanità della Repubblica di San Marino e Gabriele Raschi, docente di teologia morale dell’Università Carlo Bo di Urbino. L’incontro è stato moderato da Gian Angelo Marra, coordinatore diocesano dell’Ufficio Pastorale della Sanità.  Una prima riflessione di S.E. il vescovo mons. Andrea Turazzi ha evidenziato la necessità che la salvaguardia della vita umana e la prevenzione di ogni forma di malattia, che rischi di coinvolgere chi ci è accanto o condivide con noi luoghi e ambienti, richiedono una comune azione di fede e scienza. Nel trattamento terapeutico occorre incontrarsi sul terreno dell’umano perché l’area di confronto tra antropologie differenti non sta nella disputa teoretica, ma nella ricerca di comportamenti condivisibili.

I relatori hanno approfondito, anche partendo dalle diverse esperienze maturate nel corso della attuale epidemia da Covid-19, la tematica del rapporto tra curare e prendersi cura del paziente perché risultino azioni complementari e imprescindibili da un corretto rapporto che deve stabilirsi tra curante e paziente. Le azioni intraprese in questi 2 anni di epidemia hanno reso necessario puntare oltre che al trattamento terapeutico anche alle necessità economiche e di preservare i rapporti umani di chi era costretto all’isolamento. Tante le iniziative che amministratori locali, operatori sanitari e sacerdoti hanno portato avanti attraverso gli uffici preposti e in collaborazione con organizzazioni di volontariato. Un aspetto “positivo” della pandemia da Covid è stato il nascere di una nuova sinergia tra curanti, amministratori e gestori della sanità.

In conclusione, sono state ricordate le parole di papa Francesco che ci ha recentemente ricordato come mettendo al centro la cura della persona non si debba dimenticare l’importanza della scienza e della ricerca. Ma “la cura senza scienza è vana, come la scienza senza cura è sterile. Le due cose vanno insieme e solo insieme fanno della medicina un’arte, un’arte che coinvolge testa e cuore, che coniuga conoscenza e compassione, professionalità e pietà, competenza ed empatia”.