Pennabilli, 20 aprile 2018
A tutti gli operatori pastorali
e ad ogni fedele della diocesi di San Marino-Montefeltro
Carissima e carissimo,
si avvicina l’appuntamento diocesano di verifica: sabato 19 maggio, data che tutti abbiamo in cuore. Si tratta di un appuntamento utile per rinsaldare l’unità, un’occasione necessaria per avanzare nel rinnovamento, un momento bello per la presenza speciale di Gesù Risorto tra noi.
Il 19 maggio è pure vigilia di Pentecoste. Il pomeriggio di verifica farà un tutt’uno con la Veglia di preparazione: “Magnificat” e testimonianza di quanto il Signore continua ad operare tra noi; “epiclesi”, fiduciosa invocazione allo Spirito Santo, perché rinnovi il volto della nostra Chiesa e il cuore di ciascuno.
La Madre del Signore sarà tra noi come fu nel Cenacolo coi discepoli riuniti.
Pur tra tanti limiti e fatiche vorremmo essere una Chiesa che, con il suo stile, con le sue proposte e – in una parola – con la sua vita, sappia “raccontare Gesù”.
L’anno pastorale si era aperto lo scorso settembre con il mandato agli operatori pastorali e con il lancio tematico sintetizzato da queste parole: “Tra la gente con la gioia del Vangelo”. Una meta ambiziosa, ma accompagnata da suggerimenti concreti e precisi. Si proponeva, poi, la meditazione della Prima Lettera di San Paolo ai Corinti. Anche noi, come quella comunità, ci stiamo misurando con tante sfide ed abbiamo fatiche e difficoltà da superare, all’interno e all’esterno.
Non tutte le comunità hanno potuto seguire il programma alla lettera ma, mi auguro, almeno nello spirito. In ogni caso, abbiamo un cammino sapientemente tracciato dalla Chiesa: è l’anno liturgico, vera scuola di evangelizzazione, di spiritualità e di pastorale. L’anno liturgico, ogni volta, ci allinea tutti e favorisce l’abbraccio con l’intero mistero di Gesù.
L’assemblea del 19 maggio sarà per tutti una formidabile occasione per prendere coscienza di tutto questo. Ci proponiamo di tornare con un “di più di fede” e coesione ecclesiale. Siamo tutti invitati. Non possono mancare i membri dei Consigli parrocchiali e diocesani, i catechisti, i docenti IRC, le équipe degli Uffici pastorali, gli animatori della liturgia, i ministri istituiti e straordinari della Comunione, gli operatori della Caritas e dell’USTAL-UNITALSI, i responsabili delle aggregazioni ecclesiali.
Nella suddivisione in piccoli gruppi (“tavoli di condivisione”) ognuno potrà portare la propria testimonianza personale e comunitaria (meglio se preparata e condivisa con gli amici della propria comunità). Abbiamo incontrato certamente anche fatiche e punti critici: sarà importante “dargli un nome” e più importante ancora sarà raccontare le soluzioni intraviste o i cammini avviati. In ogni caso, interrogativi e difficoltà saranno tema della invocazione allo Spirito Santo nella grande Veglia di Pentecoste, momento culminante dell’assemblea.
Riconoscere, raccontare, ringraziare: questi i verbi di una coniugazione diocesana!
Qualcuno ha fatto notare l’estensione piuttosto prolungata dell’assemblea, dalle ore 17 alle 22. Chi organizza ha previsto spazi e personale a servizio dei bambini e dei ragazzi che verranno coi genitori; inoltre si prepara un buffet con quanto vorranno condividere i partecipanti. Davvero «tutto era fra loro comune» e, soprattutto, «erano un cuor solo e un’anima sola».
+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro
Quanto manca all’Assemblea?
Per la preparazione
Tra la gente con la gioia del Vangelo
Dopo il lungo viaggio nel deserto, guidati da Giosuè, che era succeduto a Mosè nella guida del popolo di Israele, tutta la comunità degli ebrei si era radunata a Sichem, per raccontarsi il senso del lungo cammino e l’esperienza vissuta in quei 40 anni e per decidere di nuovo di appartenere consapevolmente al popolo di Dio.
L’esito di quel raduno è stata la vita cosciente e decisa del popolo di Dio, rinnovando gli impegni di fedeltà e testimonianza.
Mi è venuta in mente questa bella immagine pensando all’Assemblea Diocesana di verifica che ci sarà il prossimo 19 maggio a Pennabilli, a cui tutti siamo chiamati a partecipare, insieme al nostro Vescovo e ai nostri pastori.
Il tema lo conosciamo. Si tratta di giudicare la vita personale e comunitaria a partire dal programma pastorale di quest’anno, dal tema “Tra la gente con la gioia del Vangelo”, che abbiamo seguito con la traccia della I lettera di s. Paolo ai Corinti.
Che cosa è accaduto quest’anno? Come le indicazioni di Paolo hanno segnato la nostra vita ecclesiale? Quali esperienze significative hanno preso l’avvio a partire dalle parole con cui siamo stati richiamati? La nostra Chiesa Diocesana è stata investita da un nuovo vento dello Spirito? Quali ne sono i segni? È andato tutto liscio o ci sono stati dei problemi che chiedono un aiuto per essere risolti?
Ma soprattutto – in termini personali – il cammino di quest’anno mi ha aiutato a vivere con più intensità e verità l’appartenenza alla Chiesa? Sono stato più appassionato nella missione, soprattutto nel mio ambiente? Ho realizzato una presenza cristiana lieta e creativa, capace di convincere chi incontravo della bellezza e della convenienza della fede?
Quello che ci possiamo aspettare da una Assemblea Diocesana, che l’anno scorso, con la ricchezza e semplicità delle testimonianze ha dato l’impressione di prolungare nella nostra vita gli «Atti degli Apostoli 2.0», è che la Chiesa ridiventi una forma di vita capace di creare una tale passione per Cristo e quindi per l’uomo che sia un fatto indiscutibile. Un fatto capace di provocare le coscienze degli uomini, di entusiasmare al compito educativo, di farci testimoni, in questa realtà sempre più drammatica, del valore della vita e della bellezza della famiglia.
E questo anche perché siamo immersi in un mondo che rischia di non essere più cristiano, di non riconoscere il valore di ogni vita umana, sommerso da un individualismo che soffoca ogni impeto di responsabilità, un mondo che sembra non essere più una casa accogliente per ogni uomo, dove la politica cerca interessi lontani dal bene comune, dove l’informazione sembra sempre più avere il compito di generare consenso al potere piuttosto che sollecitare alla responsabilità.
Personalmente mi aspetto una assemblea che ci faccia essere protagonisti fieri della propria fede, creatori di ambiti di umanità liberata, appassionati l’uno del bene dell’altro. «Tra la gente con la gioia del vangelo», sperimentatori di quella presenza di bene che i sacramenti, in particolare l’Eucaristia, ci fanno quotidianamente toccare con mano.
Don Gabriele Mangiarotti