Omelia S. Messa in suffragio di Ernest Lulashi

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Mercatale, 20 Marzo 2015
 
(Trigesimo)

Gv 7,1-2,10.25-30

«Andate voi a questa festa; io non ci vado… Ma, andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui».
Va o non va alla festa? Che farà Gesù?
Ci verrebbe quasi da rimproverargli una bugia: dice “no” e poi va! Eccolo tanato!
I suoi parenti, in realtà, propongono uno stile di presenza che Gesù non condivide, non ama, non vuole, non gli appartiene. Gesù non vuole andare per abbagliare e incantare la folla, semmai per insegnare ed essere accanto. E Gesù andrà, ma nella forma discreta, quasi nascosta, per sfuggire ai suoi famigliari. Ci va in ritardo, per by-passarli: loro vorrebbero potersi vantare e avvantaggiare del suo prestigio. In realtà, Gesù va incontro alla croce, e lo sa. Sarà presto oggetto di odio, perché non cerca il successo, né tanto meno l’adulazione, ma la gloria del Padre.
È così anche per noi, per la nostra vita: Gesù viene in “incognito” e non sempre nel clamore della festa. Viene ad segnare il suo mistero, ma senza bagliori. Nessun applauso a scena aperta per lui! Talvolta, la presenza di Gesù provoca tensioni e forse delusione, ma non respingiamolo: ascoltiamo ancora; ascoltiamolo più attentamente. “Che cosa mi vuoi dire Signore attraverso questa esperienza?”. Se lo sapremo ascoltare, finirà per confidarci il suo segreto.
Anche la preghiera ha le sue fantasie; seguitemi… Ho provato ad appoggiare una scala alla croce dove Gesù sta inchiodato. È fatica salire quei gradini, sono molto ripidi!
Ho messo la mia guancia sulla guancia di Gesù, il mio cuore sul cuore di Gesù. M’è parso di sentire i suoi battiti e il soffio leggero del suo fiato, del suo singhiozzo. Ho sentito il suo pregare sommesso: “Padre, perché?”. Mi ha fatto pensare alle domande a raffica dei bambini che continuano a rivolgersi così a mamma e papà: “Perché? Perché? Perché?”. Non sono mai soddisfatti delle risposte e, forse, neppure gli importano le risposte. A loro importa stringere la mano di mamma e papà, essere ben sicuri che sono al loro fianco, che li amano infinitamente.
Così è stato per Gesù, rivolto al Padre: “Perché? Perché? Perché mi hai abbandonato?”. Ma non era abbandonato.
Così è per la mamma e il papà di Ernest, così è per la sorella Jole e il fratello Bledy. Così è per gli amici di Ernest. Così è per tutti noi. La litania dei “perché” è una protesta? Forse. Ma più ancora una preghiera: “La preghiera del perché”!
Intanto siamo qui, sgomenti per quanto è accaduto, ma certi di essere ascoltati. Certi di essere amati. Ce lo assicura il Crocifisso Risorto.
«Signore, aumenta la nostra fede!» (cfr. Lc 17,5).