Omelia Seconda Domenica di Quaresima
Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Cattedrale di Pennabilli, 1 marzo 2015
Succede in montagna quando sali il pendio, fai fatica, stringi i denti e sei tutto sudato… vorresti fermare la marcia e, magari, rinviare la conquista ad altra occasione. Poi d’improvviso si apre davanti ai tuoi occhi uno squarcio: le nubi aprono una finestra e ti lasciano intravvedere la cima tanto desiderata e illuminata dal sole.
Allora confortato da quella visione prendi fiato e, soprattutto, il cammino.
Non è un po’ così anche la nostra esperienza? Il cammino della settimana a volte si fa pesante. Ci sono fatiche, dispiaceri, contraddizioni, responsabilità impegnative… per fortuna la domenica c’è la Messa: è uno squarcio attraverso il quale ci appare Gesù “in vesti candide”, nel candore del pane consacrato sull’altare. Noi alziamo gli occhi. Fissiamo l’ostia bianca e la fede ci assicura che siamo di fronte al Risorto e come Pietro diciamo: “É bello per noi stare qui!”. Grazie a questa “visione” prendiamo forza e coraggio per il cammino che ci resta da fare.
Quando avvenne la Trasfigurazione – così chiamiamo quell’esperienza di luce e di bellezza che avvolse Gesù – gli apostoli stavano salendo a Gerusalemme. Il cuore palpitava per quello che Gesù aveva detto loro anticipando la grande prova. Fu proprio in quel viaggio, che preludeva al sacrificio, che accadde questa esperienza di bellezza.
È nella salita che c’è splendore, e non solo nel raggiungimento della meta. C’è una bellezza che illumina anche il momento del sacrificio, che rende soave quello che è aspro, che rende gustoso anche quello che è amaro. È una bellezza che viene da dentro. “Voi siete luce” dirà un giorno Gesù ai suoi discepoli (Non dice: sforzatevi di esserlo). Questa bellezza è l’amore che trasfigura tutto quello che fai, tutte le circostanze importanti e semplici, che dà senso e gusto alle tue giornate. Ogni momento, ogni aspetto della vita prende luce e sacralità. La fede, infatti, vede Dio all’opera nella propria vita.
Capisco la bellezza della mia mamma, pur con le rughe che incorniciavano il suo volto, pur coi suoi capelli bianchi… capisco la bellezza di quel sorriso che mi perdona e che poi mi incoraggia. Capisco la bellezza di madre Teresa di Calcutta, ormai ricurva e piena di rughe, quella volta che l’ho incontrata ed ho potuto vedere da vicino i suoi occhi.
Così è il volto di ogni uomo come l’ha pensato e lo vede Dio. Vede nel nostro volto niente meno che il volto di Gesù.
Suggerisco una cura di bellezza per questa seconda settimana di Quaresima (rubo lo spunto da un vecchio libro di M. Quoist): stare qualche minuto allo specchio, 5 minuti davanti alla propria coscienza, 10 minuti davanti al Signore in compagnia della sua Parola.
Dio Padre, che ha parlato nel momento della Trasfigurazione, tace e scompare dietro le parole di Gesù. Dice: “Ascoltate lui”! Ascoltando e vivendo il Vangelo, liberiamo tutta la bellezza di Dio sepolta in noi (E. Ronchi).