“I fatti e i giorni” dal 18 al 24 gennaio 2015
Settimana dal 18 al 24 gennaio 2015
Viabilità e progresso
Ritorna la proposta di un ampio raccordo dall’autostrada A14 all’Alta Val Marecchia
È un sogno. Lo voglio raccontare. Ma quando sono in tanti a sognare quel sogno diventa realtà. Se il lettore riuscirà ad arrivare in fondo a questo scritto può darsi dia ragione a chi scrive. Può darsi pure che trovi le argomentazioni ovvie, come la scoperta dell’uovo di Colombo.
Dell’argomento che ci si accinge a trattare si è occupata, in passato, anche la grande politica. Ma nulla si è concluso. E noi continuiamo a sognare.
Si sta scrivendo di un possibile tracciato stradale che colleghi il Montefeltro con l’autostrada A14, a Rimini Nord, un grande raccordo fino all’Alta Val Marecchia e oltre (Sansepolcro).
Prevengo l’obiezione: “La Val Marecchia va sempre più impoverendosi e spopolandosi, perché dotarla di una Superstrada?” Quando una zona non è collegata si impoverisce di servizi, raffredda le iniziative, blocca le sue potenzialità e viene tagliata fuori. Metti una strada se vuoi un nuovo sviluppo.
Un raccordo siffatto costituirebbe la spina dorsale sulla quale potrebbe innervarsi una nuova viabilità che promuoverebbe attività culturali, turistiche, produttive, ecc. Finalmente città e borghi, mare e montagna, Italia e San Marino, potrebbero trovarsi facilitati nell’incontro, nello scambio e nel reciproco vantaggio.
Tocca ai tecnici studiare la realizzazione, ai politici valutare scelte e possibilità e ai cittadini sognare e proporre progetti. Il fiume Marecchia, con le sue sponde ampie, sembra invitare all’intervento; un intervento che, all’occhio del profano, non pare ciclopico; seguendo il fiume la via è tracciata. Centri e borghi della Val Marecchia e delle Valli attorno verrebbero finalmente valorizzati e restituiti alla loro vocazione.
Consideriamo, per cominciare, le attività produttive. Le attuali strade tortuose che scendono verso Rimini costituiscono una permanente difficoltà per i trasporti. Quante volte con la nostra utilitaria abbiamo patito dietro autocarri costretti alla lentezza da una viabilità tutta curve e – sia consentita la critica – tutta buche, e con scarsa segnaletica orizzontale. A chi verrebbe in mente di investire e di aprire nuove attività in luoghi così poco raggiungibili?
La strada attuale con le sue curiose contorsioni raggiunge piccoli centri ed ha il vantaggio – si dice – di attraversare piazze, agganciare il piccolo commercio e favorire i negozi di paese, ma, per un grande progetto come questo, occorre andare oltre le logiche particolaristiche e gli interessi locali.
Ci sono prodotti nell’agroalimentare, ad esempio, che costituiscono il vanto di queste terre, e prodotti di nicchia che potrebbero trovare più vasto mercato. Altri prodotti, da fuori, potrebbero essere più facilmente disponibili. Il tutto con risparmio e riduzione di costi.
Un’altra considerazione si potrebbe fare per quanto riguarda il patrimonio culturale ed il turismo in genere. La “grande bellezza” qui è spesso racchiusa in un piccolo scrigno: una pieve o un borgo medioevale ancora intatto, dove puoi ammirare una maiolica, un affresco, un crocifisso giottesco. “Grande bellezza” è il paesaggio quasi incontaminato con i suoi sentieri, la sua flora e la sua ricchezza faunistica. Per valorizzare occorre mettersi nella rete, non solo quella virtuale, ma quella della strada che corre spedita e fa di tanti punti di bellezza una costellazione.
Particolarmente sentito e attuale è il problema del servizio sanitario. C’è ancora qualche carta da giocare per la valorizzazione dell’ospedale “Sacra Famiglia” di Novafeltria, l’unico per un vastissimo territorio. La legge italiana prevede attenzione per “le zone disagiate”, ma, anche nella più rosea previsione, Novafeltria non potrà disporre di attrezzature, risorse e personale specialistici. Una strada veloce consentirebbe di raggiungere ospedali più attrezzati con minore rischio. In ogni caso si potrebbe ipotizzare una diversa organizzazione.
Ci sono poi altre considerazioni: quella pastorale che interessa molta parte della collettività e quella educativa-scolastica che riguarda tutti. Il nuovo assetto organizzativo della vita religiosa prevede una diversa distribuzione del personale religioso, un diverso impianto catechistico e dei servizi religiosi in genere.
L’eventuale accorpamento delle scuole sarà più facilmente realizzabile e le scuole superiori potranno contare su un più ampio bacino d’utenza. In tempi di spending review, anche solo immaginare una grande opera come questa, sembra una follia. È necessaria la scesa in campo lungimirante e convinta dei nostri politici. Una scelta coraggiosa vedrà premiata la vocazione agricola di questo territorio: ritorno dei giovani al podere dei nonni, pieno recupero di ampie zone, scommessa sulla ricchezza della terra e degli allevamenti. E perché no? Potenziamento di aziende familiari e a più ampia partecipazione.
Agricoltura, Turismo, Cultura, un patrimonio da far fruttare, ma… su una grande via di comunicazione. Il Montefeltro se lo merita. Non è campanilismo: a guadagnarci saranno in tanti, a partire dalle regioni attorno.