Omelia II Domenica del Tempo Ordinario
Omelia S.E. Mons. Andrea Turazzi
Lunano, 18 gennaio 2015
1Sam 3,3-10.19
Sal 39
1Cor 6,13-15.17-20
Gv 1,35-42
Ecco, io vengo, Signore… Mio Dio, questo io desidero (cfr. Sal 39,8).
Il racconto giovanneo della chiamata dei primi discepoli ci aiuta a “tanare” il modo balordo che talvolta abbiamo di gestire il rapporto con Gesù.
Cominciamo dalla domanda dei primi due discepoli: Maestro dove abiti? Non è semplice curiosità. La domanda riferisce il desiderio di poter stare a lungo con lui. Gesù li accontenta. Vogliono che Gesù parli delle Scritture? No, vogliono capire chi è lui.
Andarono. Quella giornata col Maestro fu decisiva. L’evangelista Giovanni lo evidenzia annotando due cose: era circa l’ora decima (le quattro del pomeriggio) e la gioia con cui Andrea annunciava la scoperta a suo fratello Pietro. A proposito: le quattro del pomeriggio sono scoccate nel quadrante della nostra vita? L’incontro con Gesù è tracimato in gioiosa testimonianza?
Abbiamo trovato il Messia: è il grido di chi ha scoperto un volto che dà senso all’esistenza. La fede è nata dal restare con Gesù. Venite e vedrete: eppure Gesù non ha una tana come le lepri, non ha una pietra dove posare il capo (cfr. Mt 8,20). Non promette altro che intimità: Rimanete in me e io in voi (Gv 15,4). Un giorno aggiungerà: dimoro nel seno del Padre; là vi desidero con me (cfr. Gv 17,5). Ma perché i discepoli capiscano propone una cosa concreta, una cosa da fare: venite e vedrete. E loro vanno, vedono, dimorano.
Nei racconti di chiamata in Marco, Luca e Matteo viene messo in rilievo il lasciare tutto per seguire Gesù; in Giovanni seguire è cominciare ad entrare nel mistero della persona di Gesù. Con-vivere con lui. E ciò cambia radicalmente la vita.
È detto che Andrea era uno dei due discepoli. Ma chi era l’altro? Il Vangelo non lo dice. Forse perché, dopo aver visto, non ha preso la decisione di seguire Gesù.
Due hanno seguito l’Agnello di Dio indicato dal Battista, il loro maestro. Due hanno cercato di scoprire dove dimorava Gesù. Due hanno passato la notte con lui. Ma uno solo ha testimoniato d’aver conosciuto il Messia e lui solo s’è messo realmente a seguirlo. L’altro, forse, è ciascuno di noi alle prese con la domanda “chi è Gesù?”. Gesù si mostra, ma ci lascia liberi di accoglierlo. Facciamo buon uso di questa libertà.