Omelia Messa di Natale: Messa di Mezzanotte

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

Cattedrale di Pennabilli, 24 dicembre 2014 ore 23.30

Porto l’augurio del vostro parroco, Don Maurizio, impossibilitato ad essere presente fra noi per motivi di salute. Vi ricorda uno ad uno e prega per le vostre famiglie.
Oggi pomeriggio ho telefonato a mio fratello missionario che tra poche settimane ritorna in Congo per chiedergli che cosa dirà in questa notte di Natale: “Qual è il tuo messaggio?” – gli ho chiesto. Non gli ho nascosto, infatti, la mia preoccupazione per l’omelia da tenere in Cattedrale. La notte di Natale, infatti, è una notte speciale, ricca di contenuti: sento il dovere di riprenderli, commentarli, ricavarne suggestioni per la vita della Diocesi.
È una notte nella quale la Cattedrale è particolarmente affollata: voglio che ognuno si senta accolto. È la notte del censimento. Come Maria e Giuseppe si va al luogo delle proprie origini. Vorrei esplicitare per tutti, per chi è avvezzo a frequentare la Chiesa e per chi non lo è, la vitalità delle nostre comuni radici.
È una notte “da grande occasione”: desidero che ognuno senta una parola di luce per la sua vita. Presuppone una analisi della situazione…
È la mia prima volta, da vescovo, che celebro la notte di Natale.
Mio fratello, dopo avermi ascoltato, mi ricorda con soavità e decisione che nell’oggi della liturgia contempliamo il Cielo che si apre su di noi. Viviamo una “discesa”, la discesa di Dio verso noi. La “salita” di noi verso di Lui è in secondo piano.
Capisco allora che non mi devo preoccupare. Protagonista è il Signore che parlerà a ciascuno. Invito a contemplare la Natività.
Permettete che vi racconti  un episodio, allude al salto nella fede. Un giorno scoppiò un incendio in una palazzina. Gli inquilini, con grande scompiglio e fra le grida, scendono in strada. Portano con sè quel poco che hanno potuto recuperare. Ad un certo punto, si odono le grida di un bambino: “Aiuto”!
Mamma e papà sono in strada: è il loro bambino. Nel parapiglia generale il papà ha pensato che il bambino fosse con la mamma; la mamma che fosse con il papà. Il bambino spalanca la finestra, il fumo si è fatto irrespirabile. Il papà corre, vorrebbe entrare, ma un muro di fuoco gli preclude la salita. Restando in strada, allora, grida: “Buttati giù!”. Il bambino replica disperatamente: “Non posso. Non vedo nulla”. E il papà: “ Buttati, ti prendo!”. Il bambino protesta ancora la sua paura. Il papà insiste. Alla fine il bambino si fida, si getta senza vedere. Ed è tra le braccia del suo papà”.
Questa notte insieme con tutti voi mi getto fra le braccia di Dio. Mi fido, anche se non vedo. Fate anche voi così. È il mio messaggio di Natale.
Auguri!