Omelia della Prima Domenica di Avvento
Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
1 dicembre, Monte Grimano (PU)
Mc 13,33-37
(da registrazione)
Oggi ricordiamo Santa Cecilia che fin dall’antichità è stata invocata come protettrice del canto e della musica. Immaginiamo per un momento di essere uno strumento musicale, un diverso strumento a seconda della personalità. Lo Spirito del Signore soffia dentro ciascuno: Lui è il musicista e noi gli strumenti. Ad ognuno di noi l’impegno ad essere docile e ben “accordato”. La metafora degli strumenti musicali fa pensare alla Chiesa, alla nostra comunità: un orchestra viva. Noi insieme, ognuno con i suoi doni: le catechiste, gli amici che si occupano del canto, quelli che curano la chiesa, gli Scout, il gruppo degli adulti, le autorità civili e militari che vegliano su di noi.
Chiediamo a Santa Cecilia di pregare perché questa “orchestra” sia sempre polifonica e intonata, sempre nell’unità. Se a volte ci sarà qualche nota stonata o qualche tensione, ci aiuti ad usare misericordia reciproca.
Oggi ricordiamo anche un altro santo, che si festeggia proprio oggi: Andrea.
Egli è stato protagonista in tre passaggi del Vangelo. Il primo ci riporta nel tempo in cui Giovanni battezzava le folle sulle rive del Giordano. Giovanni vede tra le persone in fila per il battesimo uno che non era peccatore come gli altri, ma che voleva vivere questa esperienza per solidarietà, per abitare la periferia delle persone che portano il peso di un errore e che vorrebbero reinserirsi, ricominciare. Giovanni riconosce in quell’uomo Gesù, il Messia, e lo indica a tutti come “colui che toglie il peccato del mondo”. Vicino a Giovanni Battista ci sono due discepoli, uno di loro è Andrea. Andrea si mette a seguire Gesù, prima in distanza poi più da vicino, fino al punto che Gesù gli dice: “Chi cerchi?”. Andrea risponde: “Signore, dove abiti?”. Allora Gesù gli fa la proposta: “Vieni e vedi” (cfr. Gv 1, 38-39). Poi Andrea va a dire a suo fratello Simone (Pietro) che ha trovato il Messia e lo porta da Gesù. Ecco chi è Andrea: è colui che porta da Gesù.
Secondo passaggio. Dopo una giornata trascorsa da Gesù con la folla, al tramonto del sole, gli apostoli invitano il Maestro a congedarla per fare acquisto di cibo nei villaggi limitrofi; non avevano nulla da mangiare. Gesù disse agli apostoli: “Date voi loro da mangiare”. Andrea vede un ragazzo che ha con sé cinque pani e due pesci e lo accompagna da Gesù che li moltiplicherà per sfamare quella moltitudine.
Terzo passaggio. C’era un gruppo di greci che voleva incontrare Gesù, ma non gli era possibile per la folla e per il fatto che erano stranieri. Allora quei greci si sono avvicinati a Filippo di Betsaida, una città di fondazione greca, e gli sussurrano: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21). Filippo si reca da Andrea e Andrea con Filippo li accompagna da Gesù.
Questo è stato il compito di Andrea, ma è compito di ognuno di noi portare a Gesù tutti quelli che non lo conoscono o che lo sentono lontano.
Chiediamo a Sant’Andrea di essere missionari come lo è stato lui.
Carissimi, oggi ho una richiesta da farvi: avrei bisogno di 3 o 4 giovani “missionari”, missionari tra le nostre montagne. Abbiamo una vallata intera che non ha più il sacerdote. A loro il Signore affida il compito di fare un ricamo di luce su quella vallata aiutando i bambini e i grandi, portando il perdono del Signore e l’Eucaristia, creando gruppi in cui si legge il Vangelo e ci si impegna a scommettere che il Vangelo è vero.
Abbiamo appena acceso la prima candela dell’Avvento – l’avete chiamata la candela del profeta – il nostro pensiero si proietta immediatamente al Natale, verso la nascita del Salvatore. Tuttavia, il Vangelo di oggi parla di un’altra venuta di Cristo, e precisamente del suo ritorno (parusia). Gesù stesso ha detto che ritornerà, ma in modo imprevedibile. Non sappiamo quando sarà. Siamo pronti a riceverlo? Come possiamo vivere bene l’attesa di Colui del quale speriamo il ritorno senza conoscerne il momento se non tenendoci svegli?
Il Signore viene in tante circostanze, viene nell’Eucaristia, viene nelle persone bisognose che incontriamo, viene come una buona ispirazione. Verrà, certamente, anche alla fine della nostra vita terrena.
Non si attende veramente se non ciò che si ama e dal quale ci si sente amati. Colui che noi attendiamo è Colui che per primo ci attende e ci cerca! Ecco la veglia alla quale siamo invitati e che ci condurrà all’incontro con il Signore.
Buon cammino verso il Santo Natale!