Solennità dell’Assunzione di Maria
Santuario Madonna delle Grazie di Pennabilli, 15 agosto 2014
Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
La Chiesa guarda Maria, assunta al Cielo in anima e corpo, come icona del suo futuro. Nell’Assunzione è anticipato il traguardo definitivo dell’esistenza umana, esistenza corporea, non angelica! Molti cristiani si fermano alla considerazione dell’immortalità dell’anima (convinzione comune alle grandi religioni e data per certa anche dalla filosofia classica occidentale) e non osano spingersi nella prospettiva dischiusa dalla Parola di Dio, anche se ogni domenica nella professione di fede proclamano: Credo nella risurrezione della carne.
Come Maria, anche noi risorgeremo col nostro corpo. Infatti i dogmi che riguardano la Madonna, ben più che un privilegio esclusivo, sono indicazioni esistenziali valide per ogni uomo e ogni donna.
Vidi una donna vestita di sole… Il segno della donna nel cielo evoca l’intera umanità, la Chiesa di Dio, ciascuno di noi. Saremo restituiti ad un corpo che mostrerà la bellezza dell’anima redenta, per il dono di una nuova creazione. Nell’Assunzione viene glorificato il corpo, troppo presto screditato come sorgente di peccato e tristemente opaco: e pensare che il Figlio di Dio l’ha voluto per amare da uomo in carne e ossa e fare del corpo lo strumento della redenzione, via di comunicazione. Certo, il corpo può essere asservito al peccato… e allora sono guai! L’anima è santa – scrive un commentatore – ma il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche il nostro corpo è santo e avrà, trasfigurato, lo stesso destino dell’anima. Perché l’uomo è uno. Nel giorno dell’Assunta abbiamo contempliamo dettagliatamente la bellezza nella corporeità di Maria.
I piedi di Maria: li sentiamo camminare verso Elisabetta, la cugina alle prese con una maternità ai tempi supplementari; piedi ancor più veloci nell’inseguire Gesù come prima discepola e poi ben piantati sotto la Croce.
Il grembo di Maria: dentro le sue viscere si è annidato il Verbo. Grembo che ci fa pensare alla nostra avventura di cuccioli in attesa di “nascere al Cielo” per vedere finalmente il volto di Colui che ci porta in sé senza stancarsi.
Il seno di Maria: spesso è raffigurato nell’atto dolcissimo di nutrire Gesù. Il Signore dell’universo si è aggrappato a lei e da lei e di lei si nutre. Il pudore non è minacciato: risplende, al contrario, la femminilità intesa come dono di sé.
Le mani e le braccia di Maria: raffigurate talvolta unite nella preghiera, altre volte nell’ indicare la Via (Gesù che tiene sulle ginocchia), e ancor più belle consumate per il quotidiano lavoro nella casa.
E il cuore di Maria? Lo vediamo e lo sentiamo pulsare attraverso le sue mani e le sue braccia; cuore che diviene intraprendenza, servizio, vitalità.
Il volto di Maria: le labbra, gli occhi, e le rughe sulla fronte… “De Maria numquam satis”!