Agli studenti, agli insegnanti e ai genitori che partecipano all’incontro con papa Francesco

Carissime, carissimi,

siete in partenza per incontrare papa Francesco, un punto di riferimento per tanti, giovani e adulti, credenti e non credenti. Sarà una coloratissima festa nella quale incontrerete tanti amici per dire che “siamo tutti per la scuola e la scuola è per tutti”. Portate con voi idealmente gli amici e i colleghi che non possono essere presenti. E auguro che sappiate riportare a casa una carica di speranza e di entusiasmo.
A volte, con troppa superficialità, si delega l’impegno educativo alla scuola senza rendersi conto che la scuola ha bisogno della simpatia e della partecipazione di tutti nel rispetto dei ruoli di ciascuno. Talvolta è stata la scuola a presumere di poter fare da sola riuscendo perfino a fare soggezione.
Consentitemi di confidarvi la scuola che vorrei. Riassumo con cinque parole.
 
Accoglienza.
Vorrei una scuola in cui ci sente accolti per quello che si è e in cui si impara ad accogliere gli altri; un luogo nel quale ognuno si senta valorizzato come “persona”, al di là delle performance, dove non si conta per i voti, ma per quello che si è.
 
Incontro.
Sogno una scuola capace di mettere in luce le risorse di ciascuno e di riconoscere e di rispettare i diritti dei più deboli; un luogo dove si valorizzano le diversità. Una esperienza nella quale si prova lo stupore e l’incanto della bellezza, perfino da una formula di matematica come nei versi di una lirica o nei colori di un’opera d’arte.
Come la scintilla che brilla nell’incontro di due pietre così la verità si manifesta sullo sfondo di un incontro.
 
Scoperta.
Auspico una scuola in cui si scoprano i propri talenti e la ricchezza racchiusa in ogni cuore e in ogni intelligenza; uno spazio educativo dove la luce e il clima che si respira fa sbocciare e dischiudere i germi presenti in ogni persona.
 
Impegno.
Immagino che ognuno vada a scuola consapevole di fare una scelta libera di impegno nella convinzione che il sacrificio è un investimento per il futuro. Le materie si chiamano anche discipline perché esigono impegno e rigore. In tempi in cui i saperi cambiano e si evolvono al ritmo della velocità della luce, si fa attenzione non solo ai contenuti e ai percorsi didattici delle singole materie, ma ad affrontare le sfide della vita, alla capacità di riflessione, al pensiero critico.
 
Cittadinanza.
Auguro alla scuola di essere un luogo in cui si impara a diventare cittadini, ad approfondire le ragioni della convivenza e la convivenza delle ragioni; dunque una scuola inclusiva, laboratorio di reciprocità. Una scuola dove si imparte l’educazione al bene comune senza tralasciare percorsi educativi sull’affettività e sull’interiorità.
Chi è cristiano sta volentieri nella scuola come lievito nella pasta e sa testimoniare le ragioni della sua fede.
 
Cari amici, mi rendo conto che, in questo periodo della vita scolastica nel quale studenti, insegnanti e genitori hanno i nervi a fior di pelle per le imminenti scadenze di fine anno, i pensieri che ho formulato possono sembrare piuttosto “ideali”. Ma è il momento giusto perché ognuno scopra le sue carte per fare più bella la scuola.
Buon viaggio a chi va e a tutti l’augurio di una esperienza scolastica sempre migliore.
 
Con simpatia
il vostro vescovo
+ Andrea