Seconda Giornata Eucaristica
«Benedisse il pane…»
«La fiducia supplicante del Popolo fedele di Dio riceve il dono della benedizione che sgorga dal cuore di Cristo attraverso la sua Chiesa»: con queste parole si apre una recente Dichiarazione sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede. Esse compendiano in modo molto chiaro il secondo dei quattro verbi con cui il nostro Vescovo Andrea ha voluto “adornare” le quattro Giornate Eucaristiche diocesane; la seconda delle quali verrà celebrata domenica 21 gennaio presso la Casa San Giuseppe di Valdragone a partire dalle ore 15.
“Benedire”. Gesù benedisse il pane: con questa azione, presa dalla tradizione della cena rituale ebraica, Gesù ha voluto dare la propria benedizione non solo a quell’alimento che aveva tra le mani, ma a tutte le fatiche umane, alle sofferenze, ai sacrifici personali, che simbolicamente sono rappresentati dall’ostia, “frutto della terra e del lavoro umano”. La benedizione “sgorga dal cuore di Cristo” e ci raggiunge attraverso l’azione della Chiesa. Ma “benedire”, cioè il “dire-bene” di Dio, è molto antico: la Bibbia è piena di gesti di benedizione! E ciò è vero anche e nonostante il nostro peccato: Dio non smette di benedirci, anche se talvolta non corrispondiamo al suo amore o ci allontaniamo dal suo disegno di salvezza per noi.
Ci aiuterà nella scoperta di questa “azione” di Dio suor Maria Gloria Riva, la quale, accompagnata dalle Monache dell’Adorazione Perpetua, ci proporrà anche un momento di dialogo. Sì, perché se “benedire” è un’azione divina, è anche vero che l’uomo stesso è chiamato, a sua volta, a benedire il creato e il suo Creatore. Per questo, l’azione diametralmente opposta alla benedizione è la “concupiscenza” – come ci suggerisce il Vescovo nella scheda del Programma Pastorale – cioè la tentazione di trattenere le cose e goderne solo per sé. Il contrario della “benedizione” e, dunque, la vera “maledizione” per l’uomo è di pensare di poter vivere autonomamente, sciolto da quei legami che sono necessari per la vera vita. Ciò, per altro, porta a vivere tutto sotto il dominio dell’ansia, nella prospettiva di avere tutto sotto controllo, spadroneggiare sugli altri e dover “apparire” in un certo modo. Ancora una volta, dunque, il cristianesimo dimostra la propria convenienza, perché Cristo è venuto a togliere i lacci del male e ci ha proposto, attraverso la “benedizione”, una concreta via di liberazione.
Questo implica che nessuno di noi può mancare all’appuntamento del 21 gennaio! Segniamo sulle nostre agende questo incontro, facciamo di tutto per essere presenti. Dopo l’utilissima e ricca catechesi di suor Gloria, attraverso le indicazioni consegnateci il Giorno del Mandato, affronteremo 4 domande fondamentali e utili a rendere più vera e più bella la nostra Chiesa diocesana. Il contributo di ciascuno è indispensabile per discernere quale volto le nostre Comunità devono assumere. Non abbiamo il diritto di lamentarci, se prima non avremo contribuito a costruire la Chiesa. I lavori, svolti sinodalmente, verteranno intorno a tematiche molto concrete, affinché sia più facile “benedire” Dio, gli altri e il mondo, affinché la nostra testimonianza espliciti l’amore salvifico del Signore. Ma il “fare la nostra parte” quel giorno potrà realizzarsi anche in un momento di intimità con Gesù, in un rapporto “esclusivo” con Lui attraverso l’Adorazione eucaristica che accompagnerà tutte le fasi del convegno. Certamente non mancherà di portare frutti abbondanti di bene nelle nostre vite: una vera e propria “benedizione”. La presenza del nostro Vescovo – successore degli Apostoli – e la possibilità di vivere con lui l’esperienza intima del Cenacolo è a garanzia del fatto che quel giorno non solo parleremo di Dio, ma lo vivremo e ne saremo completamente avvolti.
Ecco, allora, l’invito pressante a cambiare i nostri piani, se abbiamo già fissato altri impegni, e a fare di tutto per non mancare a questo pomeriggio, appuntamento con la storia e il destino. Concluderemo la giornata con la celebrazione eucaristica e sarà così anche un modo per ringraziare il Signore per i dieci anni della presenza tra noi di mons. Andrea Turazzi.
Don Marco Scandelli
Direttore Ufficio Catechistico Diocesano