“La voglio rivedere in te”
31 luglio 2023
Giallo nella stanza al terzo piano: un grosso insetto fa la sua comparsa, ospite indesiderato. Inseguito e non raggiunto, colpito ma non neutralizzato, scomparso e poi ricomparso, attirato con zucchero (stratagemma rudimentale). Coinvolti tre e poi cinque ragazzi e poi altri ancora… Schiamazzo notturno che mette in allerta tutto il gruppo. A neutralizzare il grosso insetto saranno tre ragazze… Piccole avventure che contribuiscono a fare sempre più gruppo, soprattutto quando vengono raccontate da Paolo, già telecronista sportivo e ora teologo.
Lunedì è per noi giornata mariana; a dire il vero, tutta la GMG ha questa tonalità. Siamo incamminati verso Fatima. È parso bene richiamare ai ragazzi l’evento, il contesto e il messaggio: la Vergine accanto all’umanità, tre pastorelli ancora bambini, la Prima guerra mondiale (1917), preghiera e penitenza. Pregare la Madonna, andare a Dio attraverso di lei, visitare i luoghi a lei dedicati, recitare il Rosario, sono pratiche che i ragazzi conoscono (per fortuna che ci sono i nonni!). Ma si vorrebbe fare un passo in più in quella che, con termine un po’ tradizionale, viene chiamata devozione mariana. A chi aveva chiesto: «Gesù, tu ci hai lasciato l’Eucaristia come tua presenza. E di Maria?». La risposta di Gesù è stata: «La voglio rivedere in te!» (Chiara Lubich). “Essere Maria”, un programma per tutti, uomini e donne, giovani e adulti: imitarla in quel che è più suo, che va al di là delle rappresentazioni devozionali, culturali, simboliche, artistiche… Maria è “sì” a Dio, è “dono totale di sé”, è “andare verso” e… “in fretta”!
Il viaggio verso Fatima – circa tre ore di pullman – scorre sereno e allegro come sempre. Il conto alla rovescia scandisce l’attimo del passaggio di frontiera Spagna-Portogallo. Don Jean-Florent, nostro amico sacerdote congolese, colleziona sul cellulare le emozioni delle frontiere: sono già quattro! È occasione per fare un pensiero sull’Europa. L’Europa come l’hanno sognata i fondatori, l’Europa a diverse velocità, l’Europa con le sue fatiche identitarie, l’Europa come tappa verso l’unità… In questo viaggio tocchiamo con mano che non è solo un’idea o una bandiera.
Ad un certo punto troviamo l’autostrada chiusa. Bisogna ripiegare su strade normali, impegnative per i nostri autisti, ma che danno l’opportunità di una conoscenza ravvicinata del territorio; sembra di essere in Sardegna: ambiente collinare, arbusti e alberi di sughero, greggi libere al pascolo, abitazioni bianchissime… E tanto sole, ma la temperatura è mite e ventilata (l’Atlantico è vicinissimo). Nessuno dei ragazzi è stato mai a Fatima. La grande spianata, leggermente in discesa, che si apre davanti a noi è già piena di giovani. Siamo coinvolti dalla gioia che contagia i tantissimi gruppi provenienti da ogni parte del mondo. Foto a non finire e sempre con bandiera sammarinese dispiegata. Man mano che si scende verso la chiesetta delle apparizioni si fanno più frequenti le testimonianze di fede. Un gruppo di giovani prega il Rosario con raccoglimento, incurante dei passanti. Alcuni ragazzi a metà della spianata pregano in ginocchio a mani giunte. Quel che stupisce di più sono i giovani che scendono in ginocchio. I nostri ragazzi si chiedono il perché… Arriviamo anche noi alla “chiesetta” (non possiamo salire alla grande Basilica: si sta preparando una celebrazione eucaristica con migliaia di persone già posizionate). Più ci avviciniamo e più siamo mescolati in mezzo alla folla. Superato il primo impatto, la prima curiosità, la prima meraviglia riusciamo a creare una bolla di intenso raccoglimento: miracolo che i ragazzi sanno fare. Preghiamo per tutti, soprattutto per le nostre famiglie. Don Mirco ci porta al luogo dove è conservato un pezzo imponente del muro di Berlino. Per i più giovani è necessario contestualizzare. Scegliamo questo luogo per la preghiera del Rosario. Ci sediamo per terra, in cerchio. Adesso siamo noi ad essere oggetto di stupore, uno stupore che fa bene a chi passa ed edifica. Intenzione principale di preghiera: la pace in Europa e nel mondo. Più precisamente, umile richiesta alla Madonna di farci “artigiani della pace”.
Lasciamo Fatima per raggiungere il luogo della nostra permanenza in Portogallo: la cittadina di Óbidos (70 km da Lisbona). Anche i bambini scendono in strada per accoglierci. Siamo alloggiati in un impianto sportivo. Unico motivo di tristezza per chi scrive: in serata vengo trasferito a Lisbona nell’albergo che ospita i vescovi italiani (siamo più di cento). La malinconia viene temperata dall’abbraccio di tanti colleghi. I giovani ci costringono a fare un’esperienza di collegialità più forte e più libera dagli schemi episcopali. Domani solenne inizio della GMG (oggi per chi legge, ndr).
+ Andrea Turazzi