Omelia nella XVIII domenica del Tempo Ordinario
Chiusi della Verna (AR), Colonia sammarinese, 31 luglio 2022
Qo 1,2;2,21-23
Sal 89
Col 3,1-5.9-11
Lc 12,13-21
Fino al cap. 9 del Vangelo di Luca, Gesù si reca dove la gente ha bisogno di lui: va a curare ammalati, va ad incontrare persone che hanno mancanza di insegnamenti, si intrattiene con i bambini. Dalla fine del cap. 9 in poi Gesù ha in mente solo una cosa: arrivare a Gerusalemme, la città santa. Gesù ha fretta, perché a Gerusalemme deve compiersi un passaggio difficile e bellissimo ad un tempo: la sua Pasqua, la sua morte in croce e la sua risurrezione, cioè la redenzione. Gesù è pieno di questa tensione per il Regno di Dio che sta per accadere, un avvenimento travolgente che mobilita tutto il suo cuore e l’entusiasmo dei primi discepoli. Immaginate Gesù in cammino, di fretta; gli si fa incontro una persona che gli pone una questione che per Gesù è del tutto secondaria, non perché non voglia immischiarsi in vicende famigliari penose, ma per l’urgenza dell’avvento del Regno di Dio sulla terra. Quella persona, dopo la morte del padre, gli chiede di fare da arbitro tra lui e suo fratello maggiore in merito all’eredità. Il padre aveva un’azienda e, secondo la legislazione dell’epoca, il figlio maggiore avrebbe ereditato tutti i beni immobili (case, terreni, attività avviate…). Tuttavia, i fratelli più giovani potevano chiedere un risarcimento. Ciò era fonte di grandi litigi famigliari. Il figlio più giovane va da Gesù e gli chiede: «Maestro, fai tu da arbitro in questa vicenda». Ma Gesù si sottrae: non è venuto sulla terra per fare l’avvocato! Anche se avrebbe potuto dire di fare metà per uno, oppure di dare al più grande una parte maggiore e al più piccolo una parte minore, in realtà Gesù sposta la questione più a monte: «Che rapporto hai con le cose, con il denaro? Dove hai il tuo cuore?». Gesù non è contrario ai beni della terra, ma, se hai il cuore solamente nel tuo smartphone, in quel vestito, nel denaro, quelle cose diventano i tuoi padroni, ne sei schiavo.
Gesù racconta una parabola. C’è un uomo che ha molta terra, il raccolto va straordinariamente bene e ciò diventa una preoccupazione: riempie i suoi magazzini di frumento, ma non ci sta tutto. Allora deve costruire altri magazzini, altri silos: è tutto preso da questo. Quell’uomo però è molto solo, parla tra sè: «I miei beni, i miei magazzini, la mia vita, il mio futuro…». Tutto è suo, è blindato dentro al proprio io. Ad un certo punto si sente una voce fuori campo che dice: «Stolto! Questa notte stessa ti porteranno via l’anima, morirai: che te ne fai dei tuoi tesori?».
È un invito ad usare bene le proprie ricchezze. Se uno è pieno di cupidigia, diventa infelice, perde la libertà, è sempre preoccupato. Le ricchezze si possono usare in due modi: per se stessi, fino al punto di diventare ingiusti con gli altri, oppure per la condivisione, per arricchire davanti al Signore. Cosa vuol dire arricchire davanti al Signore? Fare molte preghiere? Fare molta carità? Tutte cose buone… Si arricchisce davanti a Dio lavorando senza affanno, ma soprattutto aiutando il prossimo, creando legami di amicizia. Ho conosciuto persone talmente ripiegate su di sé, indaffarate, prese dal lavoro, che hanno perso la salute, la famiglia, l’amicizia col Signore.
Concludo con un racconto. Un cowboy voleva avere dei terreni che erano di una tribù di indiani. È andato a chiederli al capo tribù, ma non poteva cederli: erano dei loro padri. Il cowboy insistette. Il capo tribù fece questa proposta: «Ti diamo tutta la terra che vuoi; domattina, quando sorge il sole, parti dalla mia tenda e fai un giro che abbracci tutto ciò che desideri. Tutto quello che riesci a prendere dentro nel tuo giro sarà tuo… Così non faremo guerre tra noi». Secondo i patti, la mattina seguente il cowboy partì. Vide delle belle colline e le volle circoscrivere per conquistarle; vide un lago e volle anche quello, poi una prateria, un terreno coltivabile… Ormai il sole tramontava e fu costretto a rientrare. Quando arrivò davanti alla tenda del capo tribù stramazzò a terra morto stecchito. Chi troppo vuole, nulla stringe!
L’insegnamento di Gesù è moderno. Cari ragazzi, abituatevi ad essere liberi e generosi. Qui in Colonia siete come in un laboratorio: cercate di sperimentare una società più bella, in cui si condivide quello che si ha… Domani potrete esportare in tutta la Repubblica quello che qui sperimentate.