2 FEBBRAIO, GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA

Una Diocesi ricca di carismi

Conosciamo la vita consacrata?

Nella storia del cristianesimo la vita consacrata ha sempre avuto un ruolo unico e indispensabile, coessenziale alle altre vocazioni. Lo Spirito Santo ha suscitato lungo i secoli uomini e donne sempre nuovi che vivessero in modo originale lo spirito del Vangelo e imitassero Gesù Cristo in un aspetto particolare della sua vita come risposta ai problemi di un preciso momento storico.
Con il Concilio Vaticano II non solo si sono rinnovate le antiche famiglie religiose, ma lo Spirito che fa ringiovanire la sua Chiesa ha suscitato forme nuove di consacrazione a Dio e di servizio nel mondo. Conosciamo tutti il carisma di Agostino, Francesco, Chiara, Domenico, Giovanni Bosco, ma anche di Madre Teresa di Calcutta, suor Elisabetta Renzi, don Oreste Benzi…
In un momento delicato e bello della vita della Chiesa, come quello che stiamo vivendo, torna alla ribalta con tutta la sua attualità e forza profetica la realtà della vita consacrata.

Perché una Giornata della Vita consacrata?

Anche la nostra Diocesi è solita celebrare la Giornata della Vita consacrata il 2 febbraio di ogni anno. In questo modo le nostre comunità:
dicono grazie al Signore per i carismi della Vita consacrata, uno dei segni più forti della profezia che accompagna il cammino della Chiesa;
dicono grazie per quanti hanno risposto con generosità alla chiamata;
evangelizzano la Vita consacrata facendo sì che i segni della consacrazione siano sempre più eloquenti, al di là dei pregiudizi nei riguardi dei temi vocazionali e delle scelte radicali di vita, come la verginità liberamente scelta per il Regno;
educano ai valori della profezia, nonostante l’atteggiamento diffuso di rassegnazione passiva, il clima culturale che ci avvolge, il benessere che spesso soffoca la dimensione spirituale.

Perché il 2 febbraio?

La Giornata della Vita consacrata di per sé non deve sovrapporsi alla Festa della Presentazione del Signore al Tempio, una delle feste più antiche e più care alla Chiesa, ma deve essere ispirata ad essa e da essa dedurre i motivi di fondo.
Gesù è “il Re della gloria” davanti al quale si alzano le porte antiche del Tempio (cfr. Sal 23). Cristo penetra fin nel fondo di questo simbolo e manifesta in se stesso la dimora di Dio tra gli uomini (cfr. Ap 21,3) e fa dei discepoli un regno di sacerdoti per Dio Padre (cfr. 1Pt 2,5).
«Il primogenito sarà sacro al Signore», così leggiamo nel Vangelo della Presentazione al Tempio. Gesù è il primogenito di Maria di Nazaret e, nello stesso tempo, è “il generato prima di ogni creatura” (cfr. Col 1,17). Nella Festa del 2 febbraio si celebra, in Gesù, la primogenitura evangelica dei discepoli. Le candele accese per la processione sono un segno della schiera che cammina dietro a colui che è “luce delle genti” (cfr. Lc 2,32).
I religiosi e le religiose vedono dischiuso il significato più profondo della loro consacrazione al Signore e della scelta della “parte migliore” di cui parla il Maestro (cfr. Lc 10,42).
Presentazione significa offerta. Recandosi al Tempio, Maria e Giuseppe, testimoniano la volontà di dare al rito della Presentazione tutto il suo valore; Maria porta tra le braccia ciò che ha di più caro, il figlio Gesù, e lo consegna a Dio Padre senza indietreggiare davanti al dolore che le viene preannunciato da Simeone. L’offerta di Maria è modello dell’offerta con la quale i religiosi si uniscono al sacrificio di Cristo.

Scarica la Lettera del Vescovo Andrea per i consacrati e le consacrate