15 maggio – Quinta tappa della Via Mariae: smarrimento e ritrovamento di Gesù
C’è un momento doloroso nella vita di Maria: quando perde Gesù, ma è solo l’anticipo della desolazione che sperimenterà ai piedi della croce. Alla luce di queste tappe possiamo interpretare i momenti di oscurità del cammino di fede. Può succedere che, dopo l’entusiasmo iniziale, subentri la delusione e che, dopo momenti di luce e di trasfigurazione, subentrino l’aridità e il deserto. L’anima allora si sente avvolta da una nube oscura. Nessuna luce, nessuna parola, solo silenzio. Il Signore sembra nascondersi. Sarà per un gioco d’amore? Ma l’anima non lo sa.
Poi c’è la sofferenza, propria e degli altri, che interpella. C’è il dolore innocente che turba. Si avanza, allora, solo per fede.
I Vangeli non raccontano di un’apparizione di Gesù Risorto a Maria. Ci lasciano solo intuire l’oscurità di quel Sabato Santo. È certo che la Madonna ha vissuto insieme agli apostoli, ai discepoli e alle altre donne la fede nella risurrezione, l’attesa dell’effusione dello Spirito Santo e il cammino della Chiesa degli inizi. È la prima a gioire dei racconti pasquali ed è maestra di preghiera nel Cenacolo, discreta e umile sino alla fine.
Vale per noi, come per lei, questa dinamica: mentre il contenuto della fede è permanente e stabile, l’atto di fede si esprime con un «sì» sempre nuovo. Penso così la vita di Maria accanto al discepolo che Gesù amava, Giovanni.
Il momento dell’Annunciazione è ormai lontano. Si aprono per Maria nuove circostanze e nuove situazioni di vita. A noi non è giunta alcuna altra notizia, ma la pensiamo in cammino, continuamente nella logica del dono: la sua fede è sempre più la fede di Gesù e non solo in Gesù. E questo costituisce il proprium di Maria, progetto di vita per ogni altro discepolo.
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L’impegno della giornata di domani è quello di accogliere con gratitudine anche i momenti di dolore, di dispiacere, di buio e di unirli nel «sì» di Maria.
Continuiamo il gioco del “prediletto” della Madonna nella nostra famiglia.