4 maggio – Chi è la Madonna?
Chi è la Madonna? Che posto occupa nella nostra esperienza? Iniziamo col considerare il suo nome. I genitori l’hanno chiamata Miriam. Il Cielo, attraverso l’angelo la chiama la piena di grazia. Il nome che lei si dà è: ancella del Signore. Noi, generalmente, la chiamiamo Madonna (Mia Signora). Non si conosce quasi nulla della sua infanzia e della sua adolescenza. Difficile tracciarne la biografia. I dati che ci forniscono i Vangeli sono abbastanza scarni.
Nel Nuovo Testamento la Madonna spunta improvvisamente, ultimo anello della genealogia di Gesù secondo il Vangelo di Matteo. In essa Giuseppe viene qualificato come «lo sposo di Maria», e a lui, destinato ad essere padre senza essere genitore, sono dedicate le prime pagine del Vangelo. Matteo racconta del suo turbamento dinanzi alla gravidanza di Maria, delle sue perplessità, del sogno che lo incoraggia a prenderla come sposa e, infine, del suo arrendersi al disegno di Dio. L’evangelista Luca è più ricco di informazioni su Maria. Le ha attinte probabilmente da lei stessa o dai primi testimoni delle vicende riguardanti l’infanzia di Gesù. Tutto viene narrato con estrema semplicità, con un linguaggio carico di risonanze bibliche.
Vorremmo saperne di più; vorremmo sapere dell’angelo che reca l’annuncio, dei mesi della gravidanza, dei commenti della gente, del rocambolesco viaggio a Betlemme e poi della nascita del bambino, della visita dei pastori e dei magi.
Vorremmo sapere di più sulla vita di Maria a Nazaret, con lo sposo e con il bambino che cresce e diventa uomo. E poi della manifestazione pubblica del suo Gesù, della sua missione, della partecipazione della Madonna agli eventi pasquali (morte e risurrezione).
Noi moderni abbiamo difficoltà a situarci di fronte a racconti come questi. Gli eventi non sono di quelli verificabili con gli strumenti della storiografia scientifica: evocano, infatti, il processo di nascita del Verbo di Dio nella condizione umana e ciò implica la fede. Qui non interessano tanto le modalità, ma la sostanza del messaggio. La conversazione dell’Angelo con Maria, ad esempio, è più un rammendo di citazioni bibliche che un reportage. Ed è ciò che fa prendere coscienza a Maria del suo destino eccezionale e, a noi, dell’identità del nascituro. Colui che la fanciulla di Nazaret sta per concepire è il Messia. Non sapremo mai com’è avvenuto il concepimento, ma questo non è essenziale: si deve rispettare l’intimità di una donna.
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Una proposta: nei momenti di stanchezza e di difficoltà guardiamo alla Madonna e chiamiamola per nome… Quale? Tocca a voi decidere! Nella storia della Chiesa sono infiniti i nomi attribuiti alla Madonna. Possiamo chiamarla con il nome che la lega di più alle situazioni che stiamo vivendo…