Omelia nella XIII domenica del Tempo Ordinario
Montecopiolo, 1 luglio 2018
Sante Cresime per la parrocchia di Villagrande
Sap 1,13-15; 2,23-24
Sal 29
2Cor 8,7.9.13-15
Mc 5,21-43
(da registrazione)
Anzitutto un saluto a voi, cari ragazzi. Sono state molto belle le frasi che avete letto davanti a tutti noi. Basterebbe riflettere su quello che avete detto per capire la bellezza della Santa Cresima.
Saluto anche i vostri genitori, le madrine e i padrini, i familiari e gli ospiti che provengono da altri paesi. Benvenuti! Che siate tutti nella possibilità di vivere bene quest’ora di preghiera.
In tutte le chiese oggi si è alzato il grido: «Gloria, gloria a Dio nell’alto dei cieli, pace in terra agli uomini di buona volontà». Un’invocazione di pace per tutto il mondo.
Mi soffermo sul brano del Vangelo di Marco. Do per conosciuto, apprezzato e trasformato in preghiera l’atto miracoloso che Gesù compie, prima verso la donna che aveva perdite di sangue e poi verso la figlia malata di uno dei capi della sinagoga, Giairo. Il problema per quella donna era enorme, non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista spirituale (per la cultura del tempo il sangue rappresenta la vita quando scorre dentro il corpo, ma è morte quando scorre fuori).
Mi soffermo più che sui miracoli sulla attenzione che Gesù ha per le persone. Parto da una mia personale esperienza. Ho fatto per molti anni l’insegnante e l’educatore in Seminario, poi mi sono ritrovato a fare il parroco e, improvvisamente, a fare il vescovo. Fra i problemi che ho dovuto affrontare subito è stato l’incontro con le grandi assemblee. Ricordo il giorno dell’ordinazione episcopale. La cattedrale di Ferrara era gremita e, come previsto dal rito, al termine dell’ordinazione dovevo attraversare la navata per dare la benedizione. Temevo molto quel momento. Inoltre, al termine della celebrazione, sono stato accompagnato in una sala del palazzo arcivescovile per salutare i presenti. Ho salutato tantissime persone, stretto mani, incrociato sguardi. È stata un’esperienza per un verso gratificante, ma anche di grande imbarazzo, almeno per me… In una tale occasione si vedono tante persone, ma non se ne incontra neanche una. Era una folla. L’incontro, invece, presuppone un minimo di rapporto.
Come ho detto, nel commentare il brano di Vangelo scelgo di non fermarmi sui due miracoli. Mi concentro su Gesù sommerso dalla folla. Lui sì che sa andare in profondità. Cerca l’ «a tu per tu». Gesù dice a Giairo – così si chiamava il papà della fanciulla: «Vengo con te». Ed è andato a casa sua, nel luogo della sofferenza. Poi ci sarà il miracolo; Gesù dirà: «La fanciulla non è morta, dorme» (Mc 5,39). Gesù ha fatto alcuni miracoli, ma il dolore non è risparmiato a nessuno. Torniamo all’incontro con quella donna che soffriva di emorragia. La folla travolge Gesù; tutt’attorno il vociare della gente; gli apostoli fanno largo al maestro e Gesù sta camminando svelto verso la casa di Giairo. Di colpo Gesù si ferma. Si gira. Si guarda attorno. Cerca gli occhi di una persona. «Chi mi ha toccato?» (Mc 5,30), esclama. Il Vangelo registra lo stupore degli apostoli che vedono Gesù attorniato dalla gente: in tantissimi lo avranno sfiorato! Gesù, invece, è attento alla presenza intimidita della donna. Anche se era tra tante persone che lo acclamavano, per Gesù esisteva solo quella donna che soffriva e che si è accostata a lui con infinita fiducia. Quella donna pensava: «Basta che tocchi il lembo del suo mantello… Non voglio spettacolarità, non voglio mettermi in evidenza. Mi basta sfiorarlo, perché ho fiducia in lui» (cfr. Mc 5,28). Qui c’è l’essenza della nostra vita di cristiani. Vorrei dire a tutti, a chi frequenta la parrocchia, ma anche a chi non ne ha l’opportunità per i più svariati motivi: «Gesù ti vuole incontrare». La parola “incontro” è la parola chiave della fede cristiana. Andare a Messa non è come andare ad una cerimonia. La Messa è un incontro. Se per caso una persona dovesse pensare di essere un peccatore, deve sapere di essere la preferita di Gesù. Se in questa chiesa ci fossero 99 santi e un solo peccatore, Gesù andrebbe dal peccatore!
Carissimi ragazzi, fra alcuni minuti riceverete una effusione sacramentale dello Spirito Santo. Esternamente non si vedrà nulla di spettacolare, ma succederà “tutto”. Gesù vi imprime il suo bacio sulla fronte. Domani non sentirete più l’umido dell’olio profumato sulla fronte, ma quel bacio non si cancellerà mai più. Da parte di Gesù l’amore per voi è garantito. Avrete lo Spirito di Gesù con voi per sempre. E che cosa fa lo Spirito Santo? Vi farà prendere la forma di Gesù. Crescendo, diventerete sempre più somiglianti a Gesù. Per il Padre voi siete già Gesù: «Tu sei mio figlio, mia figlia».