23 maggio – Spirito creatore

Tommaso non è solo l’apostolo che non voleva credere a Gesù, che ha avuto mettere le sue mani sulle ferite e il dito nella piaga del cuore. È anche l’apostolo che ha espresso solidarietà a Gesù nell’ultimo viaggio verso Gerusalemme con le parole: «Andiamo anche noi a morire con lui». Fu in seguito, proprio per la domanda che rivolse a Gesù, che il Maestro ebbe modo di dire: «Io sono la via, la verità e la vita». Dobbiamo avere molta gratitudine per Tommaso.
Lascio a lui la parola. «Sono l’apostolo che non voleva credere alla risurrezione di Gesù. Volevo capire, rendermi conto di persona. Per questo ho voluto mettere la mia mano nelle ferite dei chiodi. Ho sempre diffidato del misticismo e dello straordinario. D’altra parte, è un fatto unico nella storia delle religioni; Gesù, venendo da un altro mondo, non reca ai suoi alcun messaggio dall’aldilà, non svela loro segreti dell’altro mondo. Parla di impegno. Appare soltanto. Neppure adduce delle prove. Ma ci ha resi vedenti e credenti. Non è la nostra fede che lo ha risuscitato, ma la prova della sua risurrezione che ha smosso la nostra incredulità. Un nostro profeta, durante una intensa esperienza di preghiera, ha potuto prevedere gli effetti dello Spirito su Israele, riguardanti gli ultimi tempi, cioè, i tempi del Messia. Questo profeta si chiama Ezechiele». «Ezechiele racconta – è sempre Tommaso che parla – che la mano del Signore, un giorno, fu sopra di lui e lo trasportò in una pianura piena di ossa aride. Le ossa erano in grandissima quantità, coprivano tutta la grande vallata. Erano rinsecchite al sole. Il Signore chiese al profeta: “Potranno rivivere?”. “No, rispose Ezechiele, è impossibile!”. Il Signore soggiunse: “Queste ossa raffigurano il mio popolo: gente senza speranza, schiacciata sotto il peso dei loro peccati. Ma tu profetizza, annuncia loro: “Ossa aride ascoltate la Parola del Signore; il Signore dice: io farò entrare in voi lo Spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo Spirito”». «Ezechiele – ci racconta Tommaso – profetizzò e vide un movimento di ossa che si accostavano l’una all’altra, ciascuna alla sua corrispondente. Sopra le ossa rispuntarono i nervi, la carne e la pelle, ma ancora non vi era spirito di vita in loro. Il Signore lo invitò a pregare di nuovo: “Spirito, vieni, soffia dai quattro venti su questi morti, perché rivivano”. Ezechiele pregò e vide che lo Spirito entrava in quei cadaveri e che si alzarono in piedi e ricominciarono a vivere. Erano un esercito grande, sterminato. Come le stelle del cielo».
«Quella visione – conclude Tommaso – si è realizzata proprio qui nel cenacolo. Anche noi eravamo senza speranza, terrorizzati, oppressi dai nostri peccati… È scoccato il momento dello Spirito Santo: segno che Gesù è veramente il Messia». «Ora io credo – dice Tommaso – e ripeto: mio Signore e mio Dio!».

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Nella giornata di domani, nei momenti di difficoltà, di avvilimento, di cattivo umore, sentiamo in noi la presenza dello Spirito Santo che ci fa rivivere. Continuiamo il gioco del “prediletto” della Madonna nella nostra famiglia.