Corso base su Amoris Laetitia

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” e l’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare della diocesi di San Marino-Montefeltro, sono lieti di invitarvi al quarto appuntamento del ciclo di seminari dal titolo: “La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie”, incentrati sull’esortazione apostolica “Amoris laetitia” di Papa Francesco. Questa ulteriore tappa del cammino formativo sarà dedicata soprattutto all’approfondimento dei contenuti del VI capitolo dell’Esortazione e si svolgerà

VENERDÌ 4 MAGGIO 2018 (ore 21,00 Domagnano – RSM)

Il fidanzamento tempo di grazia

L’incontro sarà guidato dal Prof. Don VITTORIO METALLI (Docente di Antropologia teologica e Cristologia presso l’Issr “A. Marvelli) e sarà coordinato dal Prof. Gabriele Raschi (docente di Morale familiare all’Issr “A. Marvelli”)

Il percorso formativo è aperto a tutti e si rivolge in particolare a coloro che sono impegnati nell’ambito della pastorale familiare, dell’educazione e della catechesi.

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio di Pastorale Familiare della diocesi di San Marino-Montefeltro; oppure alla Segreteria dell’ISSR “A. Marvelli”, via Covignano 265, 47923 Rimini; Tel. (e Fax) 0541-751367 – email: segreteria@isrmarvelli.it.

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Assemblea diocesana di verifica

GMG diocesana

Sabato 12 maggio dalle ore 16 a Carpegna si terrà la Giornata diocesani dei giovani sul tema: “Non temere”. Clicca sull’immagine per guardare il video-invito!

Uscita a Padova

Dopo le belle esperienze vissute nel settembre 2015 a Milano e nel marzo 2017 a Mantova, l’Associazione Amici dell’Un. Cattolica in collaborazione con l’Azione Cattolica Adulti diocesana propone a tutti gli amanti del bello la terza uscita culturale, che avrà come meta Padova.
Recita un detto popolare: “Venezia la bella, e Padova sua sorella“. Il paragone con Venezia dovrebbe già far comprendere, a chi non è mai stato in questa città, cosa troverà durante la sua visita. La Cappella degli Scrovegni di Giotto, il più importante ciclo pittorico del mondo, basterebbe già da sola a giustificare una visita a Padova. Sempre in tema di arte, i Musei Civici raccolgono una bella collezioni di pittori soprattutto veneti (Tiepolo, Tintoretto, Veronese) e nel Battistero del Duomo è perfettamente conservato un altro straordinario ciclo di affreschi, quello di Giusto de’ Menabuoi.
Non si può dimenticare la presenza del “Santo” come lo chiamano i padovani: Sant’Antonio la cui presenza secolare in città si ritrova non solo nelle reliquie conservate nella Basilica ma anche nei tanti dolci che portano il suo nome.
Le molte piazze cittadine, in particolare Piazza delle Erbe, della Frutta e dei Signori, tradiscono il piacere dei padovani per la socialità e la straordinaria gastronomia. Infine, ma non ultime, le stupende ville venete con i loro affascinanti giardini che si trovano nei paraggi.
Già queste ci sembrerebbero delle ottime ragioni per proporre a tutti un week end a Padova.  Ma non bastano, aggiungiamo le altre motivazioni che ci spingono a rivolgervi questo invito: vivere una esperienza spirituale a contatto con le bellezze artistiche e paesistiche capace di donare gioia e serenità; creare e/o rafforzare legami di amicizia tra i partecipanti; consolidare lo spirito ecclesiale all’interno della Ns Diocesi.
Per richiedere eventuali delucidazioni o per iscriversi ci si può rivolgere a:
Emanuele Guidi – Delegato Ass. Amici dell’Un. Cattolica – email:  emanuele.guidi.eg@gmail.com
Rolando Gasperoni – email: rolandogasperoni@gmail.com
Giovanni Cenerini – Vice-Presidente  Adulti di AC – email: giusyfgg@gmail.com
Auguriamo a tutti un: arrivederci a Padova!

Ass. Amici dell’Un. Cattolica
Azione Cattolica Adulti

Conferenza Pastorale della Salute

“La malattia interroga l’anima” è alla sua quinta edizione.
Giovedì 3 maggio 2018 alle ore 20,45 presso la Sala Montelupo di Domagnano si terrà l’incontro, proposto dall’Ufficio della Pastorale per la Salute della Diocesi di San Marino-Montefeltro e avrà come tema: “IL CERVELLO INVECCHIA… MALATTIE NEURODEGENERATIVE ED EMARGINAZIONE DELL’INDIVIDUO”.
Il tema della serata ha lo scopo d’interrogarsi sull’impatto che le malattie neurovegetative hanno, non solo sull’individuo stesso, ma anche su chi l’assiste e la società tutta.
I RELATORI SONO PROFESSIONISTI SAMMARINESI: la Dott.ssa Susanna Guttmann (Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale di stato di S.Marino) ed il Prof. Adolfo Morganti (psicologo, psicoterapeuta, consulente di parte).
L’incontro, a cui la cittadinanza è invitata a partecipare, mira ad aiutare la popolazione ad affrontare anche questo particolare tipo di malattia, ponendo particolare attenzione alla sfera emotiva e psicologica del paziente senza però tralasciare nulla nella terapia; tratteranno quindi gli aspetti sia diagnostico-terapeutico sia quelli relazionali e sociali della cura e del prendersi cura. L’INCONTRO E’ APERTO A TUTTA LA CITTADINANZA.

Omelia in occasione del funerale di mons. Pietro Corbellotti

Monte Grimano, 18 aprile 2018

2Cor 4, 14 – 5, 1
Sal 22
Gv 6,51-59

(da registrazione)

Il mio primo pensiero è rivolto ai miei fratelli sacerdoti: siamo una vera famiglia! La mancanza di don Pietro ci rende davvero più tristi.
Poi, il pensiero va ai familiari, ai parrocchiani di Monte Grimano Terme, di San Donato e di Montelicciano e a tutta la realtà dell’Istituto diocesano Sostentamento Clero, al collaboratore e amico fraterno Giampiero Piscaglia e a tutti i collaboratori, i consiglieri e i consulenti.
Ho pensato di partire con la meditazione, prima di attardarmi sulle letture bibliche offerte dalla liturgia, delle seguenti parole del Vangelo di Marco: «Li chiamò per mandarli a predicare e perché stessero con lui» (Mc 3,13-14). È finita la lunga giornata di predicazione con parole e opere, la lunga giornata di don Pietro, una giornata spesa interamente per il Signore; ma adesso egli vive in pienezza la chiamata a stare con lui, una chiamata già iniziata, già in essere dal primo istante del suo cammino vocazionale, quando, da ragazzo, lasciò il territorio della Carpegna per entrare in Seminario. Ripensiamo così alla vita, alla morte e al sacerdozio di don Pietro; sacerdozio che il Signore pensa come svolto nello stare sempre con lui.
Quello di don Pietro è stato un sacerdozio a contatto con la gente, un servizio quotidiano, concreto, generoso, veramente umano e cristiano, verso tante persone. Oltre 54 anni proprio qui, a Monte Grimano, verso innumerevoli volti, tante famiglie, da fratello tra fratelli. Quanti incontri, quanti episodi, quanti ricordi potrebbero donarci anzitutto i parrocchiani di Monte Grimano; materiale prezioso, da non abbandonare all’oblio.
Un sacerdozio speso, per oltre trent’anni, a servizio di noi sacerdoti, ricoprendo l’incarico di presidente dell’Istituto diocesano Sostentamento Clero, prima come fondatore e poi guida, insieme al collaboratore e amico Giampiero Piscaglia. Compito, quello nell’Istituto, che don Pietro iniziò e svolse con grande dedizione e amore. E la sua opera non può che continuare a dare frutti importanti.
Non un prete da scrivania (l’ho visto poche volte seduto alla scrivania), eppure ugualmente immancabile in ufficio, addetto ai doveri del suo incarico. Mattine spesso iniziate ai piedi della Madonna delle Grazie, nel vicino Santuario a Pennabilli. Oggi sono presenti qui molte persone di Pennabilli; ho ricevuto le condoglianze del Sindaco, Mauro Giannini, che mi pregava di estendere ai presenti.
Don Pietro arrivava a Pennabilli dopo una lunga traversata di questo Montefeltro incantevole, ma severo e aspro nei mesi invernali. Sempre presente. Uso questo aggettivo dopo aver chiesto a varie persone un attributo che qualificasse la personalità di don Pietro. Alla fine, ne ho scelto uno, quello che ho sentito più mio: quello di essere presente. Presente, sempre “sul pezzo” – come si suol dire – con autorevolezza e, quando necessario, anche con autorità. Situazioni concrete, a volte interlocutorie, soprattutto con i custodi e gli affittuari dei beni della Chiesa, beni custoditi con diligenza, appunto perché non propri, ma della comunità. Mai esoso, soprattutto con chi realmente era in difficoltà, ma esigente, questo sì. Presente alla vita diocesana, vicariale e di presidio; immancabile agli incontri di formazione e di discernimento comunitario. Presente con i suoi appelli ripetuti alla cura del bene più prezioso che abbiamo, i nostri preti giovani; con le visite ai sacerdoti anziani e anche col farne memoria al Vescovo («Eccellenza, non si dimentichi!»). Immancabili le soste nella Casa del Clero a Rimini, dove diversi dei nostri confratelli sono stati e sono ospiti. Si faceva presente sempre con un dono, con una parola di simpatia, di incoraggiamento, di affetto, al punto da stupirmi, le prime volte (il mio primo approccio con lui mi parve un incontro con una persona piuttosto burbera). In realtà ho potuto constatare il suo animo semplice, delicato, grande. Ha voluto bene ai suoi vescovi, senza adulazione. Per quanto mi riguarda, devo dire di averlo fatto un po’ soffrire, quando gli ho chiesto, dopo tanti anni di fedele servizio, di lasciare l’incarico all’Istituto. Ne ho patito anch’io, ma poi, sia lui che io, siamo stati contenti per le soluzioni adottate. Io in particolare mi sono sentito incoraggiato dalle sue parole pronunciate appena qualche ora prima della sua morte, che a me pareva del tutto remota, ma forse che lui presentiva come vicina, imminente. Mi accolse con parole molto lusinghiere che non oso dire in pubblico, ma molto dolci. Invece, ho il dovere di riferire il suo saluto: «Mi raccomando, mi saluti tutti i preti», cosa che faccio con tutto il cuore.
Le letture bibliche che abbiamo ascoltate ci fanno rivedere la vita di don Pietro come il miracolo della vita cristiana. San Paolo: «Piano piano il nostro uomo esteriore si va disfacendo, ma quello interiore si rinnova di giorno in giorno… Quando verrà disfatto il nostro corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna» (2Cor 4,16.5,1). Ecco, noi abbiamo assistito, in parte, a questa vicenda, abbiamo visto in don Pietro l’estenuarsi delle forze, ma il crescere dello spirito nella comunione con Dio. Abbiamo constatato, come si constata per ogni uomo, la fragilità della nostra natura, dell’abitacolo della nostra anima, ma insieme, accanto, il progredire dell’uomo interiore.
E poi sentite Gesù: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,48-49.54-56). Questo ritorno della dimora, della casa, dell’abitazione mi ha fatto tanto pensare, tra le righe, anche alla sua ultima vicenda del restauro della palazzina Carboni a Pennabilli; un progetto che ha seguito, che ha amato profondamente e che ha consegnato, con un sorriso straordinario, il pomeriggio del 4 febbraio, quando insieme abbiamo tagliato il nastro e siamo entrati nella nuova sede dell’Istituto. Ma quello che promette Gesù a don Pietro e a tutti noi è molto di più, non si può neanche paragonare. Le parole di Gesù valgono per ogni credente, dal pane della Parola, portato dal Signore, al pane della vita, da lui lasciato nel Sacramento. Pane che è promessa di vita, attuazione di reciproca inabitazione, pegno di resurrezione. Parole che sono per ogni fedele, per tutti noi, ma soprattutto per ogni sacerdote, perché il prete è associato a Cristo, immedesimato con lui: agisce in persona Christi, ripete e prolunga Cristo, ripresentandone il prodigio stupendo. Egli, il sacerdote, per la vita del mondo sfama generazioni di uomini. La Chiesa, d’altronde, non ha altro pane per la fame delle anime. Artefice di questa moltiplicazione nel tempo e nello spazio dell’Eucaristia è ogni sacerdote, è stato don Pietro. Noi celebriamo sul suo altare, grandezza e potenza sovrumana di questo uomo, fragilità e debolezza da un lato, sublimità e poteri dall’altro. Il sacerdote, nel sacramento della Riconciliazione, perdona i peccati. Viene da ricordare quello che dicevano i contemporanei di Gesù: «Chi ha dato una tale autorità agli uomini e li ha resi degni di ricevere il sacramento del pane di vita per il tempo presente e per il futuro?». Debolezza umana e forza divina. Così il sacerdote, così don Pietro.

Giornata dei ministranti

Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

Domenica 22 aprile, “Domenica del Buon Pastore”, si celebra in tutta la Chiesa la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni.
Il Centro Diocesano Vocazioni organizza una Veglia diocesana per venerdì 20 aprile alle ore 21 presso la chiesa parrocchiale di Macerata Feltria (PU). Si coglie l’occasione per informare anche della Giornata diocesana dei Chierichetti che si terrà sabato 21 aprile presso il Seminario di Pennabilli dalle ore 14:30.

Eredi e innovatori. I giovani protagonisti della storia

Domenica 15 aprile si celebra la 94ª “Giornata per l’Università Cattolica”, che da quasi un secolo è uno tra i più significativi appuntamenti del calendario dei cattolici italiani. Una celebrazione che è sguardo di attenzione, stima profonda, sostegno reale. La Giornata Universitaria, promossa dall’Istituto Toniolo, è una occasione di approfondimento circa la natura e lo scopo dell’Università, i valori originali che guidano le scelte di ogni giorno.
La Giornata è un atto di fiducia nei giovani: da tempo il Toniolo e la Cattolica sostengono con numerose e articolate iniziative la formazione, il diritto allo studio, i percorsi di eccellenza, le esperienze internazionali di migliaia di studenti. Al centro vi è quindi il desiderio positivo dei giovani a diventare protagonisti della vita pubblica, a farsi carico del proprio futuro e con esso del futuro del Paese, a vivere la formazione lo studio come l’inizio di una responsabilità da esercitare per il bene comune. Riconoscendo e incoraggiando la spinta ideale delle nuove generazioni, troppo spesso infondatamente dipinte come rassegnate e pigre, l’Università rinnova l’impegno che è alla base della sua stessa ragione d’essere.
Il tema della giornata “Eredi e innovatori. I giovani protagonisti della storia” può essere esplicato con un verso di Goethe, nel quale è concentrata tutta l’appassionante tensione dell’esistenza umana: “Quello che hai ereditato dai tuoi padri riguadagnalo per possederlo”. Infatti nel momento stesso in cui veniamo al mondo ciascuno di noi già si trova uno zaino sulle spalle: lingua, patria, cultura e tutto ciò che viene dalle radici da cui siamo spuntati. A un certo punto della vita lo zaino va aperto ed esplorato. Cosa vale la pena conservare? Cosa scartare? Cosa aggiungere? Ogni persona è chiamata a questo compito nel corso dei cruciali anni della giovinezza. Non basta ricevere, ma occorre buttarsi nella mischia e verificare e aggiungere le proprie scoperte, contaminare con le proprie domande, trovare le proprie risposte.
Quale grandioso orizzonte per una università: accompagnare i giovani – senza sostituirsi ad essi! – nella mobilitazione di tutte le energie per azionare “il software che aiuta a discernere il programma divino e a rispondere nella libertà” (Papa Francesco). Così il tema scelto per la Giornata Universitaria numero 94 costituisce una tappa essenziale del cammino della nostra comunità diocesana e per l’Ateneo verso il prossimo Sinodo dedicato ai giovani. “Protagonisti della storia”, come li vuole Papa Francesco.
La Delegazione Diocesana dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica al fine di favorire la piena condivisione dello spirito della 94ª Giornata propone i seguenti appuntamenti:

Sabato 14 aprile alle ore 18,00 a Novafeltria
nella chiesa parrocchiale
Celebrazione S. Messa con gli studenti e laureati dell’Un. Cattolica della Diocesi

Domenica 15 aprile
in tutte le S. Messe parrocchiali della Diocesi
Celebrazione della 94ª Giornata dell’Un. Cattolica

Sabato 21 aprile alle ore 9.15 a Pennabilli
incontro con la D.ssa Paola Bignardi presso il Monastero delle Agostiniane
I giovani: una “generazione di mezzo” da comprendere ed accompagnare

Sabato 28 aprile ore 16,30 a San Marino
Michele Stacchini, studente ad un Master presso l’Un. Cattolica, presenta il project work:
“Gli scarti faranno rinascere il Titano”

Istanza d’Arengo per vietare la pratica dell’utero in affitto e della maternità surrogata

Con riferimento al progetto di iniziativa popolare sulle Unioni Civili depositato lo scorso 19 dicembre 2017 e portato in prima lettura nella seduta del 7 marzo 2018 dell’On.le Consiglio Grande e Generale e a seguito di un esame approfondito del progetto di legge si è ritenuto necessario presentare agli Ecc.mi Capitani Reggenti una Istanza d’Arengo per chiedere di sancire il divieto per due pratiche mediche cosiddette “dell’utero in affitto” e “della fecondazione eterologa”, inserendo nell’ordinamento sammarinese un provvedimento di legge che lo disponga.
Questa istanza è dovuta anzitutto al fatto che è assente una norma di legge che regoli tale materia e altresì ad aver constatato che la legge di iniziativa popolare presentata apre a questa possibilità.
Purtroppo il recente progresso scientifico, medico e tecnologico permette interventi e manipolazioni che, a nostro avviso, sono e devono restare inaccettabili in quanto offensive per la dignità della persona umana. Si sottolinea che la Comunità internazionale ha da tempo provveduto a limitare tali interventi e nell’istanza d’Arengo sono stati citati alcuni dei pronunciamenti e delle sentenze che trattano di questo delicato ambito. Pur tuttavia si considera che l’uso dell’utero di una donna terza o di gameti, ovuli, spermatozoi estranei ai genitori naturali sia di immediata comprensione che comporti la mercificazione del corpo umano per fini procreativi e tutte le conseguenze che questo può comportare. Infatti non sono da trascurare varie problematiche che interessano in seguito i soggetti coinvolti in tali pratiche, che non sono più teoriche ma oggetto di varie sentenze civili e penali.
In linea di principio si ritiene che non ci possa essere giustificazione alcuna per svilire la dignità della persona umana a merce, neppure il desiderio di un figlio che non può essere considerato un diritto da ottenere a qualunque costo. La genitorialità è un atto responsabile che può essere supportato dall’assistenza medica avvocata da sempre a difendere la vita e non a realizzare o praticare scorciatoie per fornire risposte innaturali e immorali. Quando per soddisfare un desiderio o una ideologia non viene nemmeno considerata la responsabilità di verificare ciò che è bene e ciò che è male, perché tutto quanto è considerato possibile, significa che si è già intrapresa una china pericolosa per la dignità e per la libertà delle persone. L’assurdità in tutto questo sta nel constatare che sono strade già percorse nella storia recente dell’umanità purtroppo con esiti tragici.

Si rende doverosa una ultima e importante considerazione in merito ai neonati nati grazie a queste pratiche. Le Associazioni firmatarie dell’istanza d’Arengo non hanno alcun intento discriminatorio nei loro confronti, anzi si ritiene che se dovesse presentarsi un caso simile nel territorio sammarinese, il neonato/a debba essere tutelato/a con tutte le risorse disponibili della comunità civile e affidato alle cure di una famiglia che lo/a accolga, tutelando il futuro dello stesso/a nel modo migliore possibile. L’obiettivo dell’istanza consta nel chiarire che chi si avvale di tali pratiche, in territorio sammarinese o all’estero, non possa trovare alcuna “sponda” all’interno del nostro territorio, in quanto il loro desiderio di ottenere un figlio a qualunque costo non è e non sarà mai riconosciuto come un diritto, perché il diritto sammarinese riconosce queste come procedure incivili e illegali.

Infine ci si augura che le forze di maggioranza e di opposizione che dovranno esaminare nei prossimi mesi il progetto di iniziativa popolare sulle Unioni Civili, come auspicato nell’ordine del giorno approvato in Consiglio Grande e Generale aprano un confronto con tutte le realtà sammarinesi interessate a queste tematiche, prima di esaminare il progetto di legge in seconda lettura, in quanto il tema non pare essere stato oggetto di confronto. Noi siamo disponibili a confrontarci con chiunque.

San Marino, 10 aprile 2018

Il coordinamento delle Associazioni ecclesiali