Comunicato stampa sul progetto di legge sulle unioni civili

In questi giorni il Consiglio Grande e Generale si appresta a discutere il progetto di legge di iniziativa popolare sulle unioni civili. Se da un lato è ammissibile l’esigenza di dare ordine ai diritti delle persone che compongono coppie dello stesso sesso, dall’altro è necessario non creare alcuna sovrapposizione con l’istituto del matrimonio in quanto ci sono aspetti antropologici e sociali, prima ancora che legali, rispetto a cui ogni manipolazione può rivelarsi artefatta e avventurosa per la società civile.
Quello delle unioni civili è un tema che esige di essere affrontato con serietà, avendo a cuore il bene comune, e non in maniera ideologica. Lo Stato deve garantire ai singoli i propri diritti, ma questo non può andare a scapito della famiglia composta da padre, madre e figli che è un bene della società intera, e in quanto tale è interesse della stessa società che sia custodita e preservata.
La legge di iniziativa popolare sulle unioni civile proposta è invece indirizzata a creare una sovrapposizione quasi completa con l’istituto della famiglia, in quanto richiama in gran parte la normativa che riguarda il diritto di famiglia. Ciò appare inammissibile per la natura evidentemente diversa delle due realtà, a ciascuna delle quali lo Stato deve riconoscere diritti adeguati alla rilevanza di ognuna per il bene comune.
Chiediamo alla politica di valutare attentamente le proprie decisioni per quanto è in gioco. Invitiamo ad ascoltare di più la famiglia, quella che da sempre è a fondamento della nostra società civile, che le consente di avere un avvenire e per la quale negli anni non sono state promosse politiche familiari corrispondenti alla rilevanza che ha rivestito e riveste per il paese.

San Marino, 21 febbraio 2018

Il coordinamento delle Associazioni Ecclesiali

Speciale giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan

«Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan». Papa Francesco

Scarica il comunicato stampa della Rete Pace per il Congo

Forum del dialogo 2018

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Omelia nella S.Messa in ricordo di don Giussani

San Marino (chiesa di San Francesco), 25 febbraio 2018

II domenica di Quaresima

Gen 22,1-2.9.10-13.15-18
Sal 115
Rm 8,31-34
Mc 9,2-10

Celebriamo quest’Eucaristia in memoria di don Giussani, come ringraziamento a Dio per il grande carisma che ha donato a lui e, attraverso lui, a tutta la Chiesa. Molti dei presenti possono testimoniare come l’incontro con lui abbia avuto il significato di una immensa dilatazione della vita, dell’intelligenza e del cuore.
La liturgia, per ben due volte nel corso dell’anno liturgico, ci mette di fronte al mistero della Trasfigurazione del Signore: il 6 agosto e la seconda domenica di Quaresima. Inoltre, l’avvenimento è riferito da tutti i Sinottici e nella Lettera di Pietro. In questo modo viene sottolineata l’importanza di questo evento per Gesù, per i suoi apostoli e per ciascuno di noi.
Come Pietro, Giacomo e Giovanni lasciamo che il Signore ci chiami a lui, «soli in disparte». Soprattutto in questo tempo di Quaresima, cerchiamo di fare in modo che non manchi mai lo spazio per la preghiera. Gesù fu molto radicale su molti aspetti: nei confronti del denaro, della testimonianza, del modo di vivere la sessualità, ecc. Ha esigito una radicalità anche per la preghiera. Come vescovo mi assumo tutta la responsabilità e la fierezza di aver indicato a alla Diocesi, attraverso la Lettera pasquale, l’urgenza della preghiera. Se c’è poca santità in noi, se la nostra società fatica a progredire è perché non si domanda. Mentre la grazia viva è dono di Dio, esclusivamente suo, senza nostro concorso, la perseveranza viene dalla nostra preghiera. «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15,5), dice il Signore.
Di fronte al racconto della Trasfigurazione secondo Marco vorrei fare tre sottolineature.

    a) Voi certamente conoscete il contesto (cap. 8). C’è la dichiarazione franca di Pietro sulla messianicità di Gesù, seguita dalla precisazione circa tale messianicità, fatta da Gesù: «Il Messia dovrà soffrire» (v.31). Messia sì, ma… Messia sofferente. Lo sappia chi vuole seguirlo (vv. 34-38). L’identità messianica di Gesù è costantemente protetta (29 volte nei Sinottici, 12 volte in Marco) dall’ingiunzione di conservare il segreto; perfino a Satana, dopo l’esorcismo che è avvenuto, Gesù chiede che non divulghi che lui è il Signore. L’ingiunzione rigorosa del segreto contrasta con l’episodio della Trasfigurazione: questa volta il segreto è svelato, nonostante poi l’ennesima proibizione di divulgare l’esperienza (v.9). Il segreto messianico è, in questo contesto, la chiave interpretativa del racconto: la Trasfigurazione è uno spiraglio aperto per i discepoli sul destino finale del Cristo Risorto. Solo a Pasqua, quando il Figlio dell’uomo «sarà risorto da morte» (v.9), essi comprenderanno il paradosso del Messia glorioso sofferente e se ne faranno annunciatori in tutto il mondo.
    b) Marco, per descrivere la Trasfigurazione, attinge abbondantemente al linguaggio veterotestamentario e all’esperienza di Israele con Dio (la menzione dell’alto monte, la nube, la notte, le vesti sfolgoranti, la presenza di Mosè ed Elia, la voce, il timore, non tanto la paura, ma l’atteggiamento di chi è cosciente di essere davanti alla maestà divina) per aprire varchi sull’origine divina del messianismo di Gesù: egli è veramente il “Figlio di Dio, l’amato” (v. 7), che tuttavia porterà a termine il mandato del Padre attraverso la sconvolgente via della croce (cfr. Rm 8,31-34). Non vi è altra salvezza se non quella che passa attraverso lo “scandalo” della croce, del Dio Crocifisso. Questo è l’insegnamento fondamentale di Marco. Alla fine del suo Vangelo sarà un centurione romano a fare la grande professione di fede: «Veramente, quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,39). Chi prende per mano l’evangelista Marco e fa tutto l’itinerario da catecumeno dovrà arrivare a riconoscere il Signore non tanto nella Trasfigurazione o nella moltiplicazione dei pani o nei prodigi, ma quando sarà innalzato da terra crocifisso.
    c) Ancora un’ultima sottolineatura di Marco. Pietro – ma in Pietro siamo tutti noi, la nostra comunità, la Chiesa di oggi – crede che quel tempo finale e glorioso sia giunto (v.5). Marco, in tono comprensivo e un po’ ironico mostra che sta prendendo il solito abbaglio! («Non sapeva quello che diceva», v.6). Pietro, come tanti contemporanei, era imbevuto di attese messianiche (l’Apocalittica attendeva per gli ultimi tempi la trasformazione dei giusti in uno splendore ultraterreno e sfolgorante).

Un monito: la comunità cristiana non deve “sedersi”; ogni trionfalismo è quasi sempre un “granchio”. Alla comunità non è dato che «Gesù solo» (v.8) e il suo Vangelo («ascoltatelo», v.7). Ritrovo qui una delle prospettive dell’insegnamento e dell’esperienza di don Giussani. È soltanto a Cristo che la comunità deve saldamente attaccarsi. È solo la sua parola che deve dirigere ogni paura e ogni preoccupazione. Solo così la comunità sarà immunizzata dalle ricorrenti tentazioni di voltare le spalle alla croce e lasciarsi abbagliare da compiacenti, ma estremamente equivoci, sogni di gloria.

Mi piace applicare questo messaggio evangelico anche alle situazioni concrete che appartengono al nostro quotidiano. Mi sono appuntato due piccole esperienze personali in cui mi capita di vivere la Trasfigurazione in contesti che non mi aspetto. Accade nell’incontro con le persone. A volte vedo rispetto, cortesia, buona educazione, ma ci sono momenti in cui vedo le persone con occhi nuovi, diversi, ad esempio nella comunicazione di un dolore, in un dialogo schietto… Lasciamoci sorprendere dalla persona che abbiamo di fronte, impariamo a coglierne tutta la ricchezza.
Un’altra esperienza proviene dal mio guardarmi allo specchio: vedo le rughe, le stanchezze… Ma qual è la bellezza vera? La vedo in una vita spesa, offerta, consumata. Prego perché questa settimana sappiamo vivere la Trasfigurazione, ad esempio offrendo un sorriso al posto del broncio e mettendo in rilievo la gioia nella fatica del lavoro. È l’amore che illumina, trasfigura, trasforma tutta la nostra vita.

Tempo per l’anima

Si rende nota una iniziativa per il tempo della Quaresima. Si tratta di un incontro mattutino di preghiera dalle ore 7:30 alle 8 nella chiesa di San Francesco (via Basilicius, 33, Repubblica di San Marino). La preghiera sarà animata dalle Monache dell’Adorazione Eucaristica a partire da lunedì 19 febbraio 2018.
L’iniziativa è pensata come momento di spiritualità e di raccoglimento, ma anche con una intenzione particolare per la pace sociale e internazionale. Tutti possono partecipare, ma l’invito è rivolto particolarmente alle persone che lavorano, a vario titolo, nella Pubblica Amministrazione che hanno la loro sede in Città.

Islam e laicità in Italia

Siamo lieti di segnalarVi che tra le proposte formative in programma nel presente Anno Accademico per il corso di Laurea Magistrale in Scienze Religiose, è previsto lo svolgimento di un Seminario di studi all’interno del corso di Sociologia delle religioni monoteiste, organizzato in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Uomo di Rimini e il Laboratorio Diocesano sull’Islam, che si svolgerà

Martedì 27 febbraio 2018, alle ore 20,45

Islam e laicità in Italia

Relatore: Prof. Francesco Zannini
(Docente al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica)

Coordina: Manuel Mussoni
(Presidente Azione Cattolica – Diocesi di Rimini e membro del Laboratorio Diocesano sull’Islam)

L’incontro si svolgerà presso l’Aula Magna dell’ISSR “A. Marvelli” Rimini, Via Covignano 265.

La crescente presenza degli immigrati di religione musulmana nel nostro paese impone una matura presa di coscienza del fenomeno islamico. In particolare, urge una più approfondita conoscenza e responsabilità, non solo in ambito politico e istituzionale, ma anche culturale ed ecclesiale, di un mondo religioso per molti ancora sconosciuto ed estraneo.
Questo Seminario di studio intende offrire un contributo concreto alla conoscenza dei diversi volti dell’Islam presenti in Italia, portando alla luce le esperienze più significative del dialogo cattolico-islamico, ma esplorando soprattutto lo stato attuale del difficile cammino del mondo musulmano nei confronti con la laicità.

Francesco Zannini

Ha compiuto studi linguistici e teologici, conseguendo la laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne all’Università del Sacro Cuore di Milano, e svolgendo numerosi corsi di inglese, arabo, bengalese, tedesco, con lunghi periodi di residenza in Egitto, USA e Bangladesh, dove è stato dal 1980 al 1994 Segretario per l’Islam del C.E.I.D. (Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso) e Docente di Studi Islamici.
Ha ricoperto ruoli diplomatici per la Nunziatura della Santa Sede e l’Ambasciata d’Italia in Bangladesh. Professore Ordinario di Arabo e di Islamistica presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica a Roma, Docente di Diritto delle Migrazioni presso l’Università degli Studi di Bergamo e di altre Università italiane e straniere. È stato membro del  “Comitato per la promozione del dialogo interreligioso” presso il Ministero degli Interni. Tra le molte pubblicazioni segnaliamo: Islam plurale. Voci diverse dal mondo musulmano, Guida, 2016; Musulmani nella città secolare. L’Islam e la laicità, Cittadella 2010; L’Islam nel cuore dell’Asia. Dal Caucaso alla Thailandia, Edizioni Lavoro, 2007.

Per informazioni

Segreteria ISSR “A. Marvelli”, Via Covignano 265, Rimini; tel. 0541.751367 sito: www.isrmarvelli.it – e-mail: segreteria@issrmarvelli.it

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Il lavoro e l’universale vocazione alla santità

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di San Marino Montefeltro, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale della Diocesi di San Marino-Montefeltro propongono un ciclo di seminari di studio dedicati a Il senso e la dignità del lavoro oggi. Percorsi di Dottrina sociale della Chiesa. Il prossimo appuntamento è per

Lunedì 19 febbraio 2017, alle ore 21

Il lavoro e l’universale vocazione alla santità.
L’etica del lavoro, tra giustizia e solidarietà

Prof. Maurizio Mussoni
(Docente di Economia politica presso il Campus di Rimini – Università di Bologna,
e di
Morale sociale all’ISSR “A. Marvelli”)

Coordinatore:
Gabriele Raschi (ISSR “A. Marvelli”)

Conclusioni:
Gian Luigi Giorgetti (Responsabile Ufficio diocesano di Pastorale Sociale)

L’incontro si svolgerà presso la Sala Conferenze (sede Vicariato San Marino)
Piazza Filippo da Sterpeto 12 – Domagnano – Repubblica di San Marino

Maurizio Mussoni è Ricercatore confermato in Economia Politica all’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Aziendali, Scuola di Economia, Management e Statistica-Campus di Rimini, dove insegna Economia della concorrenza e della regolazione e Microeconomia del turismo. È inoltre docente di Teologia Morale Sociale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini, ed è il referente del Servizio Diocesano per il Progetto Culturale.
Dopo la Laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Bologna, ha conseguito il Master in Scienze Economiche presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) e il Dottorato di Ricerca in Economia e Istituzioni presso l’Università di Bologna.
Ha scritto articoli in riviste nazionali ed internazionali e svolge attività di ricerca nei settori del capitale sociale, dell’economia civile e finanza etica, dell’analisi economica del diritto, dell’economia dei contratti, dell’antitrust e politiche della concorrenza, dell’economia del turismo, dell’econometria spaziale applicata al turismo, dell’economia dell’arte e dei beni culturali.

Note informative

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio di Pastorale Sociale della diocesi di San Marino-Montefeltro (Dott. Gian Luigi Giorgetti, email: psl@diocesi-sanmarino-montefeltro.it) oppure alla Segreteria dell’ISSR “A. Marvelli”, via Covignano 265, 47923 Rimini; Tel. (e Fax) 0541-751367 – email: segreteria@isrmarvelli.it.

È bello essere cristiani perché è bello essere di Cristo!

Messaggio del Vescovo Andrea per l’inizio della Quaresima

Rivolgo a tutti l’augurio per questo tempo speciale che è la Quaresima. Vorrei rivolgermi anzitutto agli amici di altra cultura e di altra convinzione per informarli, doverosamente e fraternamente, di quanto si preparano a vivere i cristiani. Sono certo di incontrare la loro cortesia.
Pensiamo a qualcosa di bello. Ad esempio, alla primavera: la natura, in questi giorni, si risveglia; le giornate si allungano, il sole comincia a scaldare, la terra si ricopre di verde, spuntano i primi fiori, c’è profumo nell’aria. Pensiamo al giorno delle nozze, quando ormai lo sposo è impaziente di iniziare una nuova avventura con la persona che ama. Pensiamo a qualcosa che sorprende, che riempie di gioia, valorizza tutto il positivo che è in noi e ci fa dire: «Ci sto!». Sono tutte esperienze di vita nuova: i cristiani dicono “di risurrezione”.
Così compreso il tempo della Quaresima è qualcosa di molto bello.
I cristiani chiamano Quaresima – dal latino quadragesima – i quaranta giorni che vanno dal Mercoledì delle Ceneri alla Pasqua; un periodo indispensabile per accogliere l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo, un avvenimento che non riguarda lui soltanto. La risurrezione, infatti, è potenza divina che investe il cosmo, riguarda tutti e tutti da vicino, coinvolti nella stessa esperienza di morte e risurrezione, di cambiamento e di novità. I cristiani sono proiettati verso la Veglia di Pasqua e l’attendono con ardore. In quella notte, la notte di sabato 31 marzo, dal fonte battesimale scaturisce la luce che rende nuovi. Col Battesimo viene sigillata indelebilmente l’appartenenza al Risorto. È un’appartenenza profonda, che radica l’essere in Cristo. È bello essere cristiani perché è bello essere di Cristo!
Fra gli impegni della Quaresima la Diocesi ne segnala tre in particolare.
La solidarietà fraterna: «Non è forse questo [il digiuno]: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?» (Is 58,6-7).
In particolare la Diocesi si mobilita per contribuire alla realizzazione di alcune opere necessarie alla missione in Mozambico (parrocchia Santa Cruz, Nampula), dove opera un missionario di Novafeltria, padre Franco Antonini.
Conoscere meglio le Sacre Scritture: viene proposto un più forte impegno di formazione; in pratica, dedicare tempo e risorse per meditare la Parola di Dio. In alcune parrocchie, come nei nostri monasteri, spuntano vere e proprie “scuole della Parola”. La Pastorale giovanile riserva ai ragazzi un week end per imparare a “pregare la Parola” e chissà quante altre iniziative sono in opera.
La preghiera: in questi giorni viene recapitata alle famiglie la mia lettera pasquale che ha come tema la preghiera. Sto con il Cardinale Martini che dedicò i suoi primi programmi pastorali a questi temi: “La dimensione contemplativa della vita” e “In principio la Parola”. La preghiera cristiana è ben altro che la recita di formule portafortuna. La preghiera è un rapporto da figlio a padre, da amico ad amico, da sposa a sposo. La preghiera è ardente desiderio, attesa di un “oltre”, ricerca di un volto.
Pregare è anche prendere una decisione pratica: ritagliare il tempo necessario, puntare la sveglia, spegnere la tv, sostare in chiesa, perché tutta la giornata ne risulta irradiata e diventi preghiera.

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

 

Periodico Montefeltro febbraio 2018

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